AD 86 ANNI È DECEDUTO IN GINEVRA VITTORIO EMANUELE DI SAVOIA
Vittorio Emanuele di Savoia, figlio dell’ultimo re d’Italia Umberto II e di Maria José, è morto sabato a Ginevra, avrebbe compiuto 87 anni il 12 febbraio. La notizia della morte è stata comunicata in una nota dalla famiglia
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Morto Vittorio Emanuele di Savoia:
il figlio dell’ultimo re d’Italia aveva 86 anni
Vittorio Emanuele di Savoia è morto a 86 anni
Figlio di Umberto II, l’ultimo re d’Italia, e di Maria José, avrebbe compiuto 87 anni il prossimo 12 febbraio.
Il decesso è avvenuto a Ginevra, come riporta una nota della Real Casa di Savoia
“Alle ore 7.05 di questa mattina, 3 febbraio 2024, Sua Altezza Reale Vittorio Emanuele, Duca di Savoia e Principe di Napoli, circondato dalla Sua famiglia, si è serenamente spento in Ginevra. Luogo e data delle esequie saranno comunicati appena possibile”
Mai sul trono, per anni con il divieto di entrare in Italia, la vita di Vittorio Emanuele II è trascorsa per la maggior parte in Svizzera, dove visse fin da bambino con la madre
Sposato con Marina Doria, ha un solo figlio: Emanuele Filiberto
Personaggio spesso controverso è stato al centro di fatti entrati e nelle cronache.
Uno su tutti quello avvenuto all’isola di Cavallo e divenuto docuserie, Il Principe su Netflix.
Vittorio Emanuele avrebbe sparato e ucciso accidentalmente un diciannovenne tedesco, in barca con un gruppo di amici di varie nazionalità, Dirk Hamer.
La sorella non si dà pace e per decenni cerca di dimostrare la colpevolezza del principe, che a fasi alterne viene anche incarcerato ma mai formalmente ritenuto colpevole.
Vittorio Emanuele di Savoia fu indagato, e poi prosciolto, per la morte di Dirk Hamer, ragazzo tedesco ucciso in una sparatoria nel 1978 sull’isola di Cavallo, in Corsica.
Il caso è stato al centro di un’aspra e lunga battaglia legale tra i Savoia e la famiglia Hamer, in particolare la sorella Birgit.
Savoia, intercettato mentre si trovava in carcere a Potenza (dov’è stato rinchiuso per 7 giorni per l’inchiesta Vallettopoli dalla quale è stato poi prosciolto), rese una confessione sulla vicenda.
Figlio di Umberto II, l’ultimo re d’Italia, e di Maria José, Vittorio Emanuele di Savoia fra qualche giorno, il prossimo 12 febbraio, avrebbe compiuto 87 anni
Nato nel 1937 a Napoli, Vittorio Emanuele di Savoia è stato un membro di casa Savoia, figlio dell’ultimo re d’Italia Umberto II e di Maria José: dal 1983 è pretendente al trono d’Italia in disputa dal 2006 con la linea dinastica di Aimone di Savoia-Aosta
Era sposato con Marina Doria, da cui ha avuto un figlio, Emanuele Filiberto.
Dopo il referendum del 1946 che sancì la vittoria della Repubblica, ha vissuto in esilio fino al 15 marzo 2003, quando, cancellata la XIII disposizione che vietava il rientro dei discendenti maschi in Italia, rientrò dopo 57 anni d’esilio.
Alcuni scandali legati a vicende giudiziarie hanno contrassegnato la sua vita.
Ad esempio quello legato alla morte di Dirk Hamer.
Il 18 agosto 1978, sull’isola di Cavallo ci fu una sparatoria a seguito del furto del gommone di Vittorio Emanuele da parte di conviviali di Nicky Pende. Vittorio Emanuele sparò due colpi di carabina.
L’ipotesi d’accusa, che portò all’arresto, fu che uno dei proiettili avesse colpito la coscia dello studente tedesco Dirk Geerd Hamer, che morì dopo una lunga agonia.
Ma di ciò non vi fu prova, in quanto la difesa sostenne la presenza di altre persone che avrebbero sparato durante la colluttazione, poi fuggite e mai identificate.
Nel novembre del 1991 Vittorio Emanuele fu prosciolto dall’accusa di omicidio volontario e condannato a 6 mesi con la condizionale per porto abusivo d’arma da fuoco
“fuori dalla propria abitazione”
È morto Vittorio Emanuele di Savoia
Aveva 86 anni, era a Ginevra
L’annuncio della “Real Casa”
Il decesso a Ginevra.
L’annuncio in una nota della
(Real Casa di Savoia) :
“Alle ore 7:05 di questa mattina, 3 febbraio 2024, Sua Altezza Reale Vittorio Emanuele, Duca di Savoia e Principe di Napoli, circondato dalla Sua famiglia, si è serenamente spento in Ginevra. Luogo e data delle esequie saranno comunicati appena possibile”
È morto Vittorio Emanuele di Savoia, figlio di Umberto II, l’ultimo re d’Italia, e di Maria José.
Avrebbe compiuto 87 anni il 12 febbraio 2024
Ha vissuto in esilio in Svizzera da quando aveva 11 anni tra gossip e guai giudiziari.
Nel 2002 il rientro in Italia grazie a una nuova legge costituzionale
Pur avendo giurato fedeltà alla Costituzione italiana e al presidente della Repubblica, Vittorio Emanuele chiese come risarcimento allo Stato 260 milioni di euro per l’esilio e la restituzione dei beni confiscati nel 1948.
Nel 2022 ha chiesto invece la restituzione dei gioielli di famiglia, custoditi da tempo nei forzieri della Banca d’Italia
È morto Vittorio Emanuele II di Savoia. La notizia è stata diffusa dalla Real Casa. Avrebbe compiuto 87 anni il 12 febbraio. Era il figlio di Umberto II, il “re di maggio”, ultimo sovrano d’Italia, e della regina Maria José. Vittorio Emanuele è deceduto a Ginevra, dove viveva abitualmente.
Una vita in esilio
Alla nascita, venne subito acclamato “principe dell’Impero”, allora da poco proclamato dal regime fascista. Ricevette poi il titolo di principe di Napoli insieme a quello storico di principe di Piemonte.
Suo padre, Umberto II, aveva intenzione di abdicare per renderlo re ma il 2 giugno 1946, il referendum istituzionale che dette agli italiani l’opportunità di scegliere tra monarchia e repubblica, fece cadere la sua possibilità di salire al trono.
Il 1 gennaio 1948, con l’entrata in vigore della Costituzione, venne stabilito che i discendenti maschi della famiglia Savoia sarebbero dovuti andare in esilio, con divieto di ingresso in Italia. Così, i Savoia lasciarono il Paese e si divisero tra la Svizzera, la Francia e la Corsica fino alla fine del 2002, quando poterono tornare in Italia in seguito all’abolizione della norma costituzionale che li obbligava all’esilio. In quello stesso 2002, con un comunicato emesso da Ginevra, prese ufficialmente le distanze dalle leggi razziali, per la prima volta nella storia di casa Savoia.
Sempre nel 2002, furono pubblicate dichiarazioni in cui accettava la fine della monarchia: insieme con il figlio, giurò per iscritto e senza condizioni, fedeltà alla Costituzione repubblicana e al presidente della Repubblica, rinunciando in tal modo a qualunque pretesa dinastica sullo Stato italiano.
Tuttavia, nel 2007, Vittorio Emanuele chiese come risarcimento allo Stato italiano 260 milioni di euro per l’esilio e la restituzione dei beni confiscati nel 1948. Nel 2022 ha chiesto invece la restituzione dei gioielli di famiglia, che sono custoditi da tempo nei forzieri della Banca d’Italia.
Il dolore della Guardia d’onore delle Tombe reali al Pantheon
“Alle ore 7:05 di questa mattina, 3 febbraio 2024 – si legge nel comunicato diffuso da Casa Savoia – Sua Altezza Reale, Vittorio Emanuele, Duca di Savoia e Principe di Napoli, circondato dalla Sua famiglia, si è serenamente spento in Ginevra. Luogo e data delle esequie saranno comunicati appena possibile”
“Eravamo preparati da tempo, è una notizia che ci addolora molto. Quella del principe Vittorio Emanuele è stata una vita decisamente sfortunata, massacrato per tutta la vita; purtroppo da buona parte della stampa, ogni cosa che ha fatto è stata utilizzata a suo danno”: lo ricorda così il capitano di vascello Ugo D’Atri, presidente dell’Istituto Nazionale per la Guardia d’Onore alle Reali Tombe del Pantheon.
Una vita “ricca”, anche di scandali
A dispetto di quanto riferito in quest’ultimo commento, tuttavia, Vittorio Emanuele di Savoia è stato protagonista di diversi scandali e vicende giudiziarie controverse, che ne hanno oggettivamente appannato l’immagine internazionale (ma forse, soprattutto, quella in Italia). Va pur detto che il principe è sempre stato assolto da tutte le accuse che gli sono state mosse, all’infuori di una condanna a 6 mesi con la condizionale per porto abusivo di armi.
Nell’immaginario collettivo, resta nella memoria degli annali nazionali l’episodio della tragica morte di Dirk Hamer, un ragazzo tedesco di 19 anni, ferito alla gamba mentre stava dormendo in un’imbarcazione ormeggiata sull’isola di Cavallo, in Corsica. Era il 18 agosto 1978 e il giovane morì a causa delle conseguenze di quel ferimento nel dicembre dello stesso anno.
Per questo episodio, l’erede al trono d’Italia fu accusato di aver fatto fuoco due volte con la sua carabina nel corso di una colluttazione notturna, avvenuta tra il principe stesso e il gruppo di giovani italiani in vacanza su quell’isola (di cui faceva parte Hamer)
In quei giorni Vittorio Emanuele trascorreva le vacanze con la moglie Marina e il figlio Emanuele Filiberto nella casa al mare di Cavallo
In seguito, nell’ambito di indagini incomplete e poco accurate, venne arrestato dalla Gendarmeria francese.
La difesa del principe sostenne che altre persone, quella notte, fecero fuoco, riuscendo a dimostrare che il calibro e il rivestimento dei proiettili sparati era diverso da quelli in dotazione alla carabina; l’accusa sostenne invece che Vittorio Emanuele aveva sostituito l’arma incriminata, senza poterlo dimostrare.
L’ipotesi d’accusa di omicidio volontario cadde nel novembre 1991, quando fu prosciolto dalla Camera d’accusa parigina e condannato a 6 mesi
Nel 2006 fu nuovamente coinvolto in una vicenda giudiziaria, accusato di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e al falso, e associazione a delinquere finalizzata allo sfruttamento della prostituzione, nell’ambito di un’indagine legata al casinò di Campione d’Italia.
Il 21 giugno di quell’anno, durante la sua detenzione nel carcere di Potenza, una microspia aveva intercettato una sua conversazione, in cui ammetteva di aver sparato il colpo alla gamba di Hamer, vantandosi d’essere uscito vittorioso dalla vicenda
Il contenuto della conversazione fu divulgato poco tempo dopo dalla stampa. Nel 2010, per la vicenda del casinò, fu scagionato perché
“il fatto non sussiste”
Sempre in riferimento all’omicidio Hamer, nel 2017 la Cassazione stabilì che
“il fatto che i giudici francesi, nel 1991, abbiano assolto Vittorio Emanuele di Savoia dall’accusa di omicidio volontario” del diciannovenne tedesco Dirk Hamer, “non significa però” che il principe “sia esente da responsabilità sotto ogni altro profilo, giacché assume pur sempre rilievo dal punto di vista civilistico ed anche etico” che quella morte “avvenne nel corso di una sparatoria a cui partecipò Savoia, al di fuori di ogni ipotesi di legittima difesa”
L’anno scorso la vicenda fu al centro anche della serie Netflix Il Principe, sviluppata e diretta da Beatrice Borromeo Casiraghi, che spinse il figlio Emanuele Filiberto a intervenire, definendo il documentario
“una scusa per notizie false”
Vittorio Emanuele di Savoia risarcito con 40mila euro per i sette giorni di carcere a Potenza nel 2006
Nel 2006 aveva passato una settimana nel carcere di POTENZA con l’infamante accusa di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione e al falso, e di sfruttamento della prostituzione
Quattro anni più tardi, nel settembre 2010, Vittorio Emanuele di Savoia era stato assolto da tutti i reati e per questo aveva chiesto un risarcimento per l’ingiusta detenzione decisa dal magistrato Henry John Woodcock
40000euro
Vittorio Emanuele fu arrestato il 16 giugno 2006: dopo sette giorni ottenne i domiciliari e soltanto un mese dopo poté riottenere la libertà.
Il nobile ha deciso di devolvere in beneficienza la somma:
“Casa Savoia è sempre stata vicina a chi soffre a causa delle ingiustizie. Per questo motivo destinerò a un ente specializzato nell’assistenza a questo genere di situazioni di sofferenza e di prova”
Grande è la soddisfazione:
“Sono felice perché oggi, attraverso un segno concreto che dimostra ancora una volta come quella vicenda sia stata solo una fiera di assurdità e di sopraffazione, giustizia si compie ancora una volta. Giustizia per me, giustizia per la mia Casa, giustizia per i miei cari e per coloro che mi sono stati vicini in questi anni”
#sapevatelo2024