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CDX, BARDI BIS SALE SENZA PEPE

A destra ufficialità per martedì. Il csx procede a caso: Pd diviso, M5S tinto e gli altri dialogano con gli avversari. La Lega sul punto di perdere anche Potenza: esclusa dall’accordo con FdI

Il 2020 sembra un secolo fa, politicamente almeno per la Regione Basilicata lo è. In quel tempo si votò al Comune di Avigliano e il centrodestra si ruppe. Da una parte andò la lista che candidava Mecca a sindaco sostenuta dall’allora capogruppo leghista Tommaso Coviello, dall’altra andò una lista civica sostenuta da Fratelli d’Italia. Mecca divenne sindaco e Coviello si intestò giustamente quella vittoria, accusando tra le altre cose Rosa di aver sostenuto una lista con esponenti di centrosinistra. Ieri l’Amministrazione comunale di Avigliano è caduta. È caduta per mano degli uomini di Coviello che sono stati costretti a rendere manifesto che quella lista non era proprio di centrodestra e che c’erano uomini e donne che erano pronte a sostenere la candidatura presidenziale di Chiorazzo. Un fallimento che è il fallimento del centrodestra intero per le Amministrative nei piccoli comuni. La logica delle finte liste civiche che non risolvono mai la questione politica ma trasformano le vittorie in sconfitte e gli accordi in compromessi personali sta mietendo le sue vittime. Ad ogni elezione provinciale questo gap con la struttura amministrativa del centrosinistra si manifesta in tutta la sua evidenza. Il centrosinistra continua ad avere la maggioranza dei Sindaci perché il centrodestra non riesce a ragionare in modo razionale. A Roma stanno insegnando come si fa. Gli accordi sono globali, riguardano tutto e vincolano tutti ovunque. Nel 2024 si vota in una sessantina di Comuni, riuscirà il centrodestra a fare un tavolo comune per definire uomini e partiti o continuerà la scelta autolesionistica di escludersi dal tavolo delle Amministrative preferendo le beghe locali? La vicenda di Avigliano e quella di Scanzano di qualche settimana fa riusciranno a fare scuola o no? La questione è seria e una classe dirigente seria dovrebbe prenderla in considerazione. Forse il centrodestra lucano una classe dirigente seria non ce l’ha, ecco perché si vince solo quando decide tutto Roma.

IL SEGRETO DI PULCINELLA

L’altro ieri c’è stata la segretissima riunione di Fratelli d’Italia a Roma. Gli invitati riservatissimi avrebbero dovuto tenere il riserbo sui contenuti e sulla modalità di svolgimento della riunione. Ancora la riunione non era terminata e già il presidente Bardi era stato informato del sostanziale lasciapassare alla sua candidatura tanto che nei corridoi della Regione il Generale già diceva che martedì prossimo sarebbe stata ufficializzata la sua candidatura. Resta da capire se l’accordo è sostenuto da qualche condizione o se il Generale riuscirà a giocare con le parole per ottenere una pieni poteri anche da Via della Scrofa. La Lega risulta ancora non pervenuta. Salvini tace, forse consapevole che non può protestare con i trattori contro Lollobrigida e contemporaneamente chiedere qualcosa al presidente del Consiglio, consapevole di non aver rispettato la consegna in Sardegna e di essere stato costretto a subire per intervenuta ingerenza giudiziaria la deposizione di Solinas. Le legittime aspirazioni di Pepe sacrificate sull’altare delle inettitudini di Salvini e Crippa, incapaci di sostenere una trattativa in modo razionale. Per adesso sembra che l’unico ostacolo al bis di Bardi siano le condizioni che Fratelli d’Italia imporrà al Generale e la sua volontà di accettarle.

GUARENTE BIS O GALELLA?

La maltrattata Lega, sconfitta in Sardegna e umiliata in Basilicata, prossima a capitolare anche in Veneto porta a casa in un anno di governo soltanto la raffazzonata promessa di un’autonomia differenziata tutta ancora da costruire e che, ora come ora, sembra soltanto un piatto vuoto, uno slogan tra gli slogan, un gioco di parole sul quale si stanno scaraventando soltanto i piagnistei di una sinistra incapace di immaginare un Sud propositivo. Il piatto della sostanza, quello delle nomine e delle elezioni per la Lega resta veramente povero e vuoto. In Basilicata c’è il deserto. Cinque anni fa la Lega era padrona del mondo. Le mosse tattiche sono state tutte sbagliate, gli uomini scelti molto spesso non all’altezza, la gestione del gruppo piuttosto insignificante. Se, come sembra, Pasquale Pepe dovesse essere sostanzialmente sacrificato da Salvini sull’altare delle paure, l’unica roccaforte leghista da difendere sarebbe il Comune di Potenza. Guarente per la Lega è come Leonida alle Termopili, deve tenere il passo. Alle Termopili gli spartani con i loro meravigliosi Lambda incisi sugli scudi furono eroici, tennero il passo per molto tempo ma alla fine furono sconfitti dal tradimento di Efialte. Non sappiamo chi sarà l’Efialte leghista ma certamente Galella spera di ottenere quella poltrona. Lo ha detto più volte che è il suo sogno da quando era ragazzino. La mancata conquista della Regione potrebbe spingere Fratelli d’Italia a pretendere la poltrona da Sindaco per Galella. Una scelta ottimale per FdI ma che sarebbe la definitiva fine del gruppo leghista. Pepe, Fanelli e Guarente chiusero l’accordo sul fatto che il primo sarebbe andato in Parlamento, il secondo in Regione, il terzo avrebbe fatto il sindaco. Se martedì o nei prossimi giorni ci fosse un accordo definitivo per Bardi presidente e Galella sindaco di Potenza ai tre non resterebbe che lottare in una pozzanghera per un posticino da consigliere regionale. Una fine ingloriosa che Salvini non può permettere per i suoi uomini che sono stati anche quelli che maggiormente hanno tenuto il consenso al Sud.

IL SILENZIO DEL CENTRO SINISTRA

Partito in pompa magna con l’indicazione di Chiorazzo già da qualche mese, il centrosinistra è rimasto nel guado, fermo ed immobile nelle lotte intestine che lo caratterizzano eliminandone ogni speranza (con o senza maiuscola). Il Partito Democratico lo vuole in maggioranza, una parte del Pd lo subisce, un’altra parte gli è ostile. Il Movimento Cinque Stelle è fermo nelle sue contraddizioni tra lotta e governo, tra i “vorrei” e i “non posso” mentre socialisti, Italia Viva ed Azione già sono pronti ad aprire il dialogo con il centrodestra non appena il candidato presidente verrà ufficializzato. Il tempo del Partito Regione, della perfetta macchina organizzativa – messa su da Bubbico prima e da Luongo dopo – sembra definitivamente tramontato. Resta soltanto il caos e il disordine logico e strutturale e la mancanza totale di fiducia. Forse il campo largo, un qualche accordo, riuscirà anche a farlo ma – certamente – lo spettacolo di questi ultimi mesi non lascia ben sperare in termini di ottimismo e non lascia presagire grande fiducia.

Di Massimo Dellapenna

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