LA CAPORETTO DI GALELLA
TACCO&SPILLO
È vero che la politica con furbizia e propaganda riesce bene nei trucchi d’immagine per nobilitare il suo pessimo stomaco di reclutamento, ma nel caso ordito da Gianni Rosa e Vito Bardi su Alessandro Galella più che marketing serviva un vero e proprio miracolo per trasformare un ultrà, pieno di narcisistica gestualità boccaccesca, in un bravo assessore ed invece pare che l’immensa giustizia che anima nostro Signore d’ogni misericordia abbia impedito la concessione della grazia migliorativa. Ora lasciamo stare che di quella coppia istituzionale oggi sia rimasto solo l’epitaffio del “c’eravamo tanto amati”, ma come fanno Rosa e Bardi a stare zitti davanti all’inadeguatezza di Galella ormai certificata da un’infinità di cose come l’accidia sulle 561 aziende agricole fallite, come il suo menefreghismo al vergognoso aumento del 20% del costo dell’acqua disposto da Giuseppe Musacchio, AU del Consorzio di Bonifica in danno ai poveri agricoltori o come magari la sua stessa mancanza d’autorevolezza per non aver impedito che saltasse il numero legale in Consiglio regionale nonostante la discussione sulla crisi agricola. Canta Ama:“Vento, ti racconto la mia Caporetto, conto i danni in campo…”