SALVINI, FENOMENOLOGIA DEL DIETROFRONT
TACCO&SPILLO
Matteo Salvini non è un politico che risparmia le parole, anzi ha l’abitudine di lanciarne così tante da arrotolarle nel cazzeggio intricato del leghismo, di cui ormai è riconosciuto come un vero campione del dietrofront. Ora lasciamo stare in pace il suo vice, Andrea Crippa che fulminato dalla Falchi sta trasformando l’affaire leghista per le regionali in una soap opera alla San Valentino, ma l’apatia di Salvini a mettere becco e pretese sulla Basilicata, nonostante i proclami donchisciotteschi di reclamarla per sé, ci fa capire tutta la miseria della sua fenomenologia del dietrofront con cui ha illuso alle cause perse decine d’amministratori e soprattutto nel caso della nostra Regione ci dice come considera il leghismo che da Guarente a Fanelli ha fatto incetta di flop e figuracce. Eppure l’accrocco pare una catena di Sant’Antonio e così Pasquale Pepe che pure dovrebbe sbraitare a gran voce contro il dietrofrontismo paludato del suo capo si tace pur di continuare ad intascare, come risarcimento da trombato alle politiche, i 50mila euro della consulenza datagli proprio da Salvini. Canta Caparezza:“Ci siamo, rendiamoci conto o si va tutti al fronte o si fa dietrofront…”