”UN ATTO DI CORAGGIO” PAOLO JANNACCI E STEFANO MASSINI SUL PALCO DI SANREMO PORTANO I MORTI SUL LAVORO
Questa canzone scuote anche chi pensa di lottare contro il surriscaldamento del pianeta sporcando monumenti e opere d’arte ricordandogli che ci sono altri giovani, figli di operai, la cui vita per sempre è annerita, rimane la foto di un padre che non è più tornato a casa
È GIUSTO INFORMARE
SI CONTINUA ANCORA A MORIRE DI LAVORO PER IL LAVORO SUL POSTO DI LAVORO
#ZeroMortiSulLavoro
“Un atto di coraggio”: Paolo Jannacci e Stefano Massini portano i morti sul lavoro sul palco di SANREMO 74
I morti sul lavoro sono ancora vergognosamente troppi, oltre 1.400 nel 2023. Il pezzo di questa sera segna l’apertura di un nuovo capitolo nella collaborazione tra Massini e Jannacci, che avevano già lavorato insieme nello spettacolo Storie. Tutti in ascolto, allora, de “L’uomo nel lampo”.
Da ascoltare e riascoltare, per tutti i morti sul lavoro.
Il testo completo
Il testo de “L’uomo nel lampo“
di Bassi Maurizio/ Jannacci Paolo/ Massini Stefano
Ehi, ehi Michè,
Sono io Michè, questa voce lontana
Dicono, sai la vita è strana
Ma più che strana è proprio bastarda
Ed io lo so perché mi riguarda
Da quando il mio filo si è rotto
Sono una foto appesa in salotto
E in quella foto oltretutto…
Ma dai Michè son così brutto
Occhi chiusi, viso scuro…
Che se mi avessero detto giuro
Questa foto resterà di te
Accidenti Michè, mi sarei messo in posa
1,2,3, flash, perfetto
Sono io, sì, sono l’uomo di cui ti hanno detto
Che un lampo mi portò via
E di me non resta, che una fotografia
C’era una volta un uomo che vide come un lampo
sorrise e alzò le mani come per abbracciarlo
L’uomo nel lampo che non è più tornato
Lo videro in quel lampo e lì si è addormentato
Proprio quel lampo che portò via mio padre
e che da quel momento è musica nel vento
Sai Michè,
non è che sono solo in questo posto
C’è più folla che a Rimini ad agosto
Tutti come me finiti fuori pista
Tutti fuori dalla lista
Tutti con il marchio addosso di questo paradosso
Che il lavoro porta sotto terra
e l’operaio muore come in guerra
Ma io Michè, io che ridevo anche dei guai
io, che la battuta non mi mancava mai,
Quando mi dicono: “la fabbrica è una miniera”
No, piuttosto è una galera
Perché loro si fanno l’ora d’aria
e pure noi, nel senso che saltiamo in aria…
E nelle fiamme di 6 metri e via..
Passi da uomo a fotografia.
C’era una volta un uomo che vide come un lampo
sorrise e alzò le mani come per fermarlo
L’uomo nel lampo che non è più tornato
Lo videro in quel lampo
Questo lampo non ha odore ne colore
Il lampo uccide ma senza far rumore
Poi ti guardi ad uno specchio
E lì vorresti perdonare
E vabè, basta dai…
Da questa foto mi guardo intorno
E non ho smesso un solo giorno
in silenzio fotografato e muto di dirti:
“ciao Michè, sono il padre che non hai conosciuto”
La prima volta sul palco di Sanremo per Stefano Massini, dove invece Paolo Jannacci era già stato in passato per la gara. Ma questa sera sono saliti entrambi per duettare su un pezzo che parla di morti sul lavoro. E se è vero che anche all’Ariston non sono solo canzonette, questa sera i due artisti hanno squarciato un velo.
“Vincenzina e la fabbrica” di Enzo Iannacci che racconta della vita in fabbrica che non c’è per un’emigrata del sud inghiottita nelle nebbie del boom economico, oppure Rino Gaetano con la sua “Berta filava” che “filava l’amianto” e muore per questo. Atti coraggiosi che si sono succeduti sul palco dell’Ariston nel corso degli anni. Ora i due provano ad accendere i riflettori sulla piaga dei morti sul lavoro.
Nel 2023 i morti effettivi sul lavoro sono stati oltre 1400, la media di 4 al giorno, 1 ogni 6 ore, 1 ferito al minuto, quindi migliaia di orfani, vedove, genitori, parenti, amici la cui vita è travolta per sempre. In Italia nel 2023 ci sono stati 42 femminicidi. Il lavoro, quindi, uccide 33 volte in più ma non merita la stessa attenzione.
Massini ha spiegato: “Si dice guadagnare per vivere, ma qui si parla di guadagnare per morire. Tutto questo accade sempre con l’alibi della deplorevole fatalità. Sono morti di cui nessuno si ricorda, vengono umiliati quando si dice che è una casualità. Massima ipocrisia. Se i diritti di quei lavoratori fossero stati tutelati il 70% di loro sarebbe ancora vivo e guarderebbe Sanremo. Noi faremo una cosa molto forte e il pezzo è drammatico. È la storia di un operaio che muore giovanissimo in una esplosione in fabbrica. Questo operaio lascia un figlio, nato da pochi giorni. Con Paolo mi sono immaginato che il padre parli al figlio da una fotografia, posizionata in salotto”.
Paolo Jannacci ha aggiunto:
“Non sono qui per fare proclami ma raccontare in punta di piedi quello che un artista dovrebbe suggerire, pensiamo sia un nostro compito e dovere poter raccontare qualcosa. Questo brano dal punto di vista musicale ha una costruzione a volte anche drammatica”
Questa canzone scuote anche chi pensa di lottare contro il surriscaldamento del pianeta sporcando monumenti e opere d’arte ricordandogli che ci sono altri giovani, figli di operai, la cui vita per sempre è annerita, rimane la foto di un padre che non è più tornato a casa.
Chissà se questo servirà a scuotere le coscienze
DIGNITÀ
“Il lavoro è un diritto che non prevede la morte e proteggere i lavoratori è un dovere. Viva la dignità”
#StefanoMassini #PaoloJannacci
#Sanremo2024
La clip integrale è su RaiPlay 👉 bit.ly/Sanremo2024
In audio su RaiPlay Sound 👉 bit.ly/Sanremo2024RPS
Festival di Sanremo
Paolo Jannacci e Stefano Massini cantano
“L’uomo nel lampo”
Sul palco dell’Ariston, Paolo Jannacci e Stefano Massini omaggiano le vittime sul lavoro interpretando il brano
“L’uomo nel lampo”
#sapevatelo2023