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INVOCAZIONE A SANTA RITA : QUINDICI GIOVEDÌ PRIMA DEL 22 MAGGIO

Santa degli impossibili
Ti acclama questo popolo
Gloria di Cristo fulgida
Rita pietosa e provvida
Tu, sposa, madre e vedova, tu donna del perdono concedi aiuto e grazie a chi è nell’abbandono

È GIUSTO INFORMARE
 

Quindici Giovedì di Santa Rita

Questa devozione consiste nel celebrare i quindici giovedì che precedono la festa della Santa, con particolari pratiche di pietà, quali soprattutto la meditazione di un tratto della sua vita o di qualche sua virtù e l’accostarsi ai santi sacramenti della Confessione e della Comunione.

Sono stati istituiti con l’approvazione della Chiesa, allo scopo di commemorare i 15 anni che Santa Rita portò sulla fronte la dolorosa ferita, arrecatale dalla spina, dono singolare del Crocifisso, sposo diretto della sua anima.

Quindici Giovedì di Santa Rita

Prefazione

Con il percorso del Quindici Giovedi di Santa Rita, vogliamo ricordare i 15 anni durante i quali la nostra amata santa ha convissuto con una dolorosa ferita sulla fronte provocatale da una delle spine che cingevano il capo di Cristo durante la passione.

Il dono di poter condividere l’amore e il donarsi di Cristo, anche nelle sue sofferenze, è un segno di grazia che ancora oggi inonda, guarisce, consola e benedice ogni uomo e donna bisognosi di Dio.

Ogni tappa ci aiuta a ripercorrere un momento importante della vita di Rita, dalla fanciullezza all’amore per Paolo, dal dono dei figli alle grandi e terribili prove, dalla consacrazione fino al dono totale di sé per amore, sulla croce con Cristo.

È un percorso che ad ogni tappa illumina, ispira e guida la nostra vita aiutandoci nel cammino verso la santità, docili al desiderio di Dio, capaci di amare sempre più, fino a vincere il male con il bene, così come fecero il Signore Gesù Cristo, nostro Salvatore, e la sua fedele serva Rita.

Il Signore colmi delle sue grazie tutti i devoti che fedelmente ripercorreranno queste 15 tappe. Aiuti ognuno di noi ad essere il buon profumo dell’amore di Cristo nel mondo. Accenda in noi il desiderio di condividere la gioia eterna insieme a Santa Rita e a tutti i nostri cari, nel gioioso abbraccio eterno del Padre.

Padre Luciano De Michieli OSA

Rettore della Basilica di Santa Rita da Cascia

PREGHIAMO INSIEME COSÌ

(schema per ognuno dei 15 Giovedì)

LITANIE

RIFLESSIONE DEL GIOVEDÌ CORRISPONDENTE

PADRE NOSTRO

PREGHIERA

INVOCAZIONE A SANTA RITA

BENEDIZIONE

INNO

Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo

LITANIE A SANTA RITA

Signore Pietà

Cristo Pietà

Signore Pietà

Santa Maria, Madre di Dio

Santa Maria, Madre di Consolazione

Santa Maria, Regina di tutti i Santi

Santo Padre Agostino

Santa Madre Monica

San Nicola da Tolentino

Beato Simone Fidati

Beata Maria Teresa Fasce

Santa Rita, nostra Avvocata

Santa Rita, dono eletto del Cielo

Santa Rita, amante della solitudine

Santa Rita, modello della purezza

Santa Rita, esempio di amabilità

Santa Rita, specchio di obbedienza

Signore Pietà

Cristo Pietà

Signore Pietà

Prega per noi

Santa Rita, ideale di sposa e madre

Santa Rita, mirabile nella fortezza

Santa Rita, vittoriosa nella pazienza

Santa Rita, generosa nel perdono

Santa Rita, eroica nella penitenza

Santa Rita, vedova di pace

Santa Rita, generosa verso i poveri

Santa Rita, fedele della divina vocazione

Santa Rita, modello di vita claustrale

Santa Rita, giardino eletto di ogni virtù Santa Rita, innamorata del Crocifisso

Santa Rita, trafitta da una spina di Gesù Santa Rita, forte nell’Amore verso Dio

Santa Rita, ornata di gloria del paradiso

Santa Rita, gloria dell’Ordine Agostiniano

Santa Rita, ricca di singolare potenza

Santa Rita, sicuro conforto dei tribolati

Santa Rita, âncora di salvezza

Santa Rita, patrona degli infermi

Santa Rita, santa degli impossibili

Santa Rita, avvocata dei casi disperati

Santa Rita, potente soccorritrice di tutti

Agnello di Dio che togli i peccati del mondo

Perdonaci o Signore

Agnello di Dio che togli i peccati del mondo

Esaudiscici o Signore

Agnello di Dio che togli i peccati del mondo

Abbi pietà di noi

1° Giovedì

RITA BAMBINA

I genitori di Rita, Antonio Lotti e Amata Ferri, svolgono la funzione di “pacieri”, favorendo quindi la pace tra le famiglie di Cascia all’epoca troppo spesso in conflitto.

Rita cresce in un clima di amore, serenità e devozione, ponendo le basi della sua santità, grazie anche all’opera dei suoi genitori che hanno saputo orientarla e favorire la ricerca di Dio e di sé stessa.

Quasi tutti i genitori risultano determinanti per i figli nel creare le condizioni favorevoli all’esperienza dell’amore di Dio e così è stato anche per Rita durante la sua infanzia.

Con il battesimo Dio pone il seme della Sua presenza in ogni bambino, ma il papà e la mamma hanno il delicato compito di coltivare quel seme parlandogli di Gesù, abituandolo a sentire la Chiesa come un luogo familiare, insegnandogli l’amore per Maria e i Santi, svegliandolo e facendolo addormentare con un pensiero rivolto a Dio.

Essere genitori non è semplice, ma Santa Rita con il suo esempio ci guida nel cammino di crescita spirituale, personale e in famiglia.

2° Giovedì

L’AMORE DI COPPIA

Rita ha amato il suo Paolo da tutti descritto come violento, ma Paolo era solo un uomo del suo tempo, in cui violenza e spirito di vendetta erano purtroppo la normalità.

Rita con il suo amore ha aiutato il marito a riconoscere il desiderio di bene che abitava in lui e a vivere con coerenza la sua fede in Dio, imparando a rispettare ogni uomo, fino a farlo decidere di deporre definitivamente le armi.

L’amore per Dio e per ogni uomo è stato il fondamento nuovo della loro unione.

Il dono del matrimonio è un grande mistero.

Ci vuole coraggio e tanto amore nel prendere la decisione di sposarsi e credere che sia per sempre. Una decisione che si deve rinnovare ogni giorno, e se le incomprensioni, le delusioni e i litigi saranno molti, non dovrà mai mancare il perdono. Amare il proprio partner per quello che è e non per come lo vorresti. Un percorso di crescita e di conoscenza reciproca che dura tutta la vita.

Santa Rita, quale moglie di Paolo, ha dedicato tutta sé stessa perché il loro matrimonio fosse unico, sapeva infatti che l’amore che li univa e sosteneva era benedetto dal Signore.

Con l’amore di Dio si può ritrovare quel sentimento che ha unito ogni coppia, anche se offuscato dalla rabbia, dalla delusione, dalla stanchezza o da una indefinita voglia di cambiamento. Con il coraggio e la consapevolezza che Dio ci accompagna si può ripartire e camminare di nuovo insieme. Se si ha la libertà di ripartire da ciò che di buono si è vissuto, facendo tesoro degli errori commessi, si possono aprire nuove strade individuando sempre nuove motivazioni.

3° Giovedì

RITA MAMMA

Giangiacomo e Paolo Maria sono i figli che Rita ha avuto da Paolo e che la tradizione ci racconta essere stati gemelli o vicini di età. Con la loro nascita, la famiglia si trasferisce al “Mulinaccio” dove Paolo possiede alcuni terreni e un’attività di macinazione del grano.

Rita e Paolo si sono aperti al mistero della vita, facendo la scelta d’amore di avere dei figli che hanno comportato per la coppia, e soprattutto per Rita, nuove responsabilità, ma anche occasioni di crescita sperimentate giorno dopo giorno.

Rita si è messa in gioco trasmettendo ai figli i propri valori, ma anche le sue paure. I figli le hanno insegnato certamente a donarsi senza riserve, ma anche a fare i conti con le proprie imperfezioni. Nessuna madre è perfetta e neanche Rita lo era, ma il percorso intrapreso l’ha preparata ad affrontare le croci che la vita non le ha risparmiato.

L’aver trasmesso ai figli l’amore per il Padre e la fede in

Gesù è questo il vero dono.

Una vita evangelica porta con sé uno stile nuovo: il rispetto per la vita e per ogni persona, la rettitudine e la coerenza degli ideali, parole e comportamento.

Anche oggi, come è stato per Rita, ogni mamma può donare ai propri figli il desiderio e il cammino verso la vita eterna, indicando loro le vie del Vangelo e insegnando a confidare sempre nel Signore. Impareranno così che Gesù è sempre al loro fianco, nella gioia e nelle difficoltà.

4° Giovedì

RITA E LA FAMIGLIA

La famiglia di Rita e Paolo non era certo perfetta ed è innegabile che marito e moglie abbiano avuto forti contra-sti. Rita però ha saputo perdonare Paolo quando cedeva alla violenza, in un tempo in cui i contrasti degeneravano spesso nell’assassinio di chi era ritenuto nemico ed era quindi molto difficile sottrarsi a questa modalità di “risolvere” le conflittualità.

Rita ha scelto il perdono in tanti momenti della sua vita, credendo nel buon cuore del marito, nonostante le sue malefatte, e perdonando l’assassino di Paolo. Da vittima qual era, ha scelto di essere strumento di riconciliazione, impedendo che altre famiglie fossero devastate dall’odio e dalla morte.

L’esempio di Rita ci mostra come, anche gli inevitabili conflitti e tensioni familiari possono essere trasformati in occasioni di perdono e pace, proprio tra le mura di casa e lì vanno coltivate. E una strada in salita ma l’unica percorribile, senza il perdono la famiglia diventa terreno di continui e distruttivi scontri.

Chi non perdona non ha pace nell’anima né è in comunione con Dio. Perché l’amore autentico sa perdonare e crede nella buona volontà dell’altro, per poter raggiungere insieme la piena maturità dell’Amore del Signore.

5° Giovedì

RITA E IL PERDONO

Uno dei momenti più difficili della vita di Rita è stato sicuramente l’assassinio del marito Paolo.

Dopo 18 anni di matrimonio, Paolo viene aggredito e ucciso e Rita ne è l’unica testimone.

Nonostante l’alta drammaticità del momento, Rita si preoccupa unicamente di tutelare i due figli: nasconde la camicia insanguinata, sperando di mitigare il risentimento nel loro cuore, e si rifiuta di rivelare i nomi degli assassini, in modo da evitare vendette e faide.

Non deve essere stata una scelta facile e sebbene il suo cuore fosse spezzato, è andata oltre il risentimento e il dolore della perdita. Rita aveva già imparato con Paolo, che l’unica via percorribile, per non lasciarsi sopraffare dalla violenza e dal desiderio di vendetta, è nel perdono e nella riconciliazione, la sola in grado di ricostruire e generare un futuro migliore.

Rita ha chiesto al Signore la forza di rispondere con il bene alle logiche del male, mostrandoci come la strada del perdono e dell’amore, sebbene non semplice, sia possibile e feconda, l’unica percorribile, l’unica che salva il cuore e genera nuova vita.

6° Giovedì

LA PERDITA DEI FIGLI

Un anno dopo l’assassinio del padre, entrambi i figli di Rita, Giangiacomo e Paolo Maria, muoiono per malattia, ponendola di fronte al più insopportabile e terribile dei dolori.

Come ha fatto Rita ad andare avanti dopo l’assassinio del marito e la morte dei figli?

Si è fidata di Dio, ha continuato a confidare nella Sua misericordia, fedele discepola dell’Amore crocifisso. Ha scelto di affidarsi ancor di più a Dio, nella certezza che in Lui nulla è perduto.

Rita ha riposto nel Signore tutta la sua sofferenza come ha fatto Giobbe: “Il Signore ha dato, il Signore ha tolto. Sia benedetto il nome del Signore”. Non ha imputato a Dio il male, trovando invece in Lui forza e conforto.

7° Giovedì

RITA VEDOVA

Sono moltissime le persone che, dopo la perdita del compagno o compagna di una vita, sperimentano uno stato d’animo di assoluta chiusura in un lutto senza prospettive e pieno di dolore. Pensano di non avere più uno scopo e non si sentono più in grado di andare avanti, ma la fedeltà alla memoria del coniuge non può però essere motivo di non ritorno alla vita.

Rita vedova è riuscita a riconoscere che nel suo cuore abitava ancora una capacità di amore da agire e mettere in gioco. La forte spinta ad entrare nel monastero della sua città era per lei non solo un’alternativa alla disperazione, all’odio e alla solitudine, ma soprattutto il coraggio di ripensare la propria vita come dono a Dio e apertura all’ascolto di fratelli e sorelle. Non è facile rimettere la vita ed il cuore in cammino, ma il dolore per una grave perdita, nel porre l’individuo in una condizione di maggiore sensibilità verso l’altrui sofferenza, consente di essere una testimonianza viva e credibile. La chiamata alla vedovanza può trasformarsi, così, in carità e consolazione attive. Una carità discreta, operosa e generosa che permette a chi vive questa esperienza di donare ancora a piene mani

Rita è stata una vedova coraggiosa e benedetta. Si è fidata e rifugiata nel Signore, seguendo la via indicata dal Santo Padre Agostino: “Gettati nel Signore!… non temere, non si tirerà da parte, non ti lascerà cadere! Gettati nel Signore” È questo l’atteggiamento che predispone al miracolo della conversione del cuore, dono che solo Dio può concedere, e all’apertura delle porte della speranza e della pace!

8° Giovedì

RITA MONACA AGOSTINIANA

Dopo l’uccisione del marito e la morte dei figli, Rita chiede a Dio una vita nuova. La sua non è stata una fuga dal dolore, ma l’espressione della volontà di non rinunciare all’amore. Per riuscirci però, ha dovuto dapprima riportare la pace tra coloro che erano stati causa della morte di Paolo e la sua famiglia.

I Santi che la portano miracolosamente in volo dentro il monastero, come racconta la tradizione, ci dicono che la fede di Rita ha permesso allo Spirito di Dio di aprire alla conversione e riconciliazione i cuori che si odiavano.

La sua insistenza e umiltà, insieme alla potenza dello Spirito, hanno realizzato ciò che per tutti era impossibile; così Rita può entrare in monastero e, da sposa e madre di famiglia, diviene madre e sorella di tutti noi.

Ma la sua vocazione cosa ha a che fare con la nostra vita? Ci ricorda che ognuno di noi ha una vocazione alla quale è chiamato, che non vuol dire che dobbiamo diventare tutti monache o preti.

Dio ci ha voluti e amati da sempre. Non ci ha pensati come un foglio bianco, ma come unici e irripetibili. Conosce i nostri limiti e le nostre potenzialità, le nostre fragilità e il dono che siamo.

Coltivare la relazione con Dio, attraverso la fede, la preghiera e un percorso spirituale, può aiutarci a conoscere meglio noi stessi e a comprendere la nostra vocazione, cioè il dono che siamo e che solo chi ci ha pensato e voluto da sempre può aiutarci a scoprire e realizzare.

9° Giovedì

RITA E IL MIRACOLO DELLA VITE

II miracolo della vite è forse uno dei più illuminanti: La Madre Priora chiede a Rita, all’inizio del suo percorso in monastero, di innaffiare per obbedienza un ramo secco che aveva infilato tra le pietre del cortile.

Cosa avrà pensato Rita in quel momento? Magari che la richiesta fosse un po’ bizzarra…

Nella vita possono capitare eventi assurdi o imprevisti che fanno saltare tutti i nostri piani. Così, siamo costretti a rinunciare, ad adattarci, a ripensare in altro modo tutto ciò che ci sembrava chiaro e ben pensato. Accettare questi momenti con fiducia, in spirito di obbedienza, non è sicuramente facile.

Con il suo sì, Rita ci indica la strada dell’affidamento al Signore, con umiltà e sacrifico, anche per ciò che ai nostri occhi è incomprensibile, perché Dio lo farà diventare materiale da costruzione, pietra angolare. E Lui che opera il miracolo, ma non senza la nostra collaborazione e il nostro impegno, vissuti nelle vicende concrete della nostra storia.

Il bastone secco che mette germogli e diventa una vite rigogliosa è segno che i nostri sforzi non sono mai vani, quando sono offerti a Cristo e fatti con amore. Quanta sapienza in quel gesto, quanti frutti maturati da quella vite rinata! Una vera consolazione e segno di speranza per i tanti che da anni innaffiano, con costanza e amore, i “rami secchi” della loro vita. Nulla, ma proprio nulla, andrà perduto del bene creduto e donato con perseveranza.

10° Giovedì

RITA E LA PREGHIERA

La preghiera scandisce le nostre giornate nella lode comunitaria e nelle celebrazioni, ma è anche quel momento essenziale in cui ci ritagliamo uno spazio per stare soli con Dio. Il dialogo con Lui mantiene viva la nostra vocazione e ci dà l’energia per affrontare la quotidianità.

Rita ci ha insegnato che la preghiera, insieme alla penitenza e alla carità, è stata la sua ancora di salvezza in tutte le prove che la vita le ha riservato.

La penitenza e il digiuno sono il nostro detergente contro ogni macchia dell’anima, quei chili persi che rendono agile il nostro “fisico spirituale”. La carità è il ricostituente, le vitamine, il respiro libero, il cuore tonico, la vista profonda e attenta. La preghiera è la cartina, la bussola, il traduttore in terra straniera, l’enciclopedia della vita vera, il mezzo per parlare con l’Unico che sa dove, come e perché.

Una vita senza preghiera, senza un dialogo incessante con Dio, è una vita sorda, muta, cieca, priva di sensi e di senso.

Per Rita la preghiera ha rappresentato la più grande pa-lestra, e nel tempo vissuto nel monastero, è diventata un’esperienza di grazia sempre più profonda e intima con il Signore, che le ha dilatato il cuore e resa voce di chi non ha voce.

11 Giovedì

RITA E LA STIMMATA

Rita chiese a Gesù crocifisso di condividere il suo stesso dolore e il Signore glielo concesse per ben quindici anni, fino alla morte, durante i quali convisse con una dolorosa ferita sulla fronte. Che significato ha la stimmata per la tua vita?

È umano e naturale voler evitare di vivere qualsiasi sofferenza. Nessuno vuole soffrire. Rita con la sua stimmata ci ricorda lo “scandalo” della sofferenza e ci costringe a rivedere i nostri criteri, a considerare il dolore come parte della vita, come luogo privilegiato dell’incontro con Dio.

Cristo ci ha mostrato come la sofferenza, a volte, sia l’unica strada percorribile, se non vogliamo rinunciare ad amare.

“Chi non soffre non ama”, ripeteva la Beata Fasce alle sue consorelle nel monastero di Cascia. Non ci è chiesto di rassegnarci ad un triste destino, ma di amare con tutto noi stessi, senza riserve, operando e vivendo sempre per amore, solo per amore. Solo così sperimenteremo il valore che anche la sofferenza porta con sé.

Anche tu puoi trasformare “la tua spina”, condividendo con Gesù la tua lotta contro il male, portando su di te un po’ della sofferenza del mondo e continuando ad amare. Santa Rita ha ricevuto la Grazia da Gesù di soffrire con Lui, per la salvezza di tutti coloro che ricorrono a Lui o che si sono persi nel loro peccato o sotto il peso della vita. II Signore l’ha colmata del suo amore perché provasse così giusta compassione, per quanti a lei si rivolgevano, e potesse portare a tanti la grazia di Cristo, medico dei corpi e del cuore.

12° Giovedì

RITA E IL MIRACOLO DELLA ROSA

Alla fine del suo percorso terreno, quando il suo appuntamento con l’Altissimo era ormai prossimo, il Signore volle donarle un’ultima carezza: Rita chiese a una sua parente di portarle due fichi e una rosa dall’orto della sua casa di Roccaporena. Era pieno inverno e la cugina considerò questa richiesta bizzarra a causa delle gravi condizioni in cui versava Rita, ma tornata a casa, con immenso stupore, vide tra la neve una splendida rosa e sull’albero due fichi maturi. Un miracolo questo, che mostra tutta la tenerezza di Dio e il Suo amore per la Sua umile serva Rita.

Ci piace pensare che i fichi rappresentino i due figli e la rosa il marito, a conferma che tutte le preghiere di Rita di vedere salve le loro anime erano state esaudite, che il gelo dell’odio non aveva prevalso e il loro bene era maturato alla gioia eterna. Quanto accaduto a Rita è una indicazione importante per tutti noi: i nostri defunti non vanno solo ricordati, possiamo continuare ad amarli attraverso l’Eucarestia, le opere di carità e la preghiera intercedendo, come fece Rita, perché si aprano loro le porte della vita eterna.

Questo segno ci invita inoltre ad abbracciare la vita con coraggio e fede nel Signore, imparando dalla rosa. Se è vero, infatti, che la nostra vita, ovvero il gambo del fiore, ha sempre tante spine, è anche vero che su quel gambo germoglierà il fiore del bene e della vita eterna. Per questo siamo nati e questo è il disegno di Dio per ogni vita. Amiamola percio, non desideriamo cambiarla, non perdiamo mai la fiducia e la speranza, confidiamo sempre in Dio, al tempo opportuno ogni nostro sacrificio vissuto per amore fiorirà, profumerà il mondo e la gioia sarà piena.

13° Giovedì

LA MORTE DI RITA

Quando Rita mori, la notte tra il 21 e 22 maggio 1457, le campane da sole suonarono a festa. Cascia si riempì di torce degli abitanti del territorio che salivano al monastero per vedere cosa stesse accadendo, mentre dalla stanza di Rita si diffondeva una luce sfolgorante.

È certo che il pensiero della morte fa paura e in qualche modo condiziona tutta la nostra vita, con il risultato che si cerca di evitarne anche solo il pensiero, distraendosi con mille cose e la ricerca affannata di un corpo sempre giovane. Della malattia e della morte meglio non parlare, perché smaschera la nostra evidente impotenza e ci pone davanti a un mistero cui non sappiamo dare risposta. L’ultimo disperato tentativo di controllarla è decidere di darsela da soli, illudendosi di essere noi la fine di tutto e il fine del nostro vivere. I Santi, come la nostra Rita, invece ci insegnano che la morte è parte della vita ed è fondamentale prepararsi ad essa. Ci insegnano che la morte è un incontro, è un abbraccio. Anche la morte di Rita è raccontata da ciò che sperimentò in quel giorno tremendo e meraviglioso: la visione di Cristo e della Vergine Maria che la venivano a prendere. La morte è l’incontro tra noi e il Signore, è l’abbraccio del Padre. Per questo è saggio vivere oggi pensando, giorno dopo giorno, a come essere pronti a questo incontro, seguendo gli insegnamenti che il Signore ci ha lasciato che sono le indicazioni per il nostro cammino. Non è un caso, infatti, che la Chiesa festeggi i Santi ricordandoli proprio nel giorno della morte, ovvero la loro nascita al cielo, un giorno sempre di festa, il coronamento di una vita intera, accompagnato sovente da molte grazie. Anche il 22 maggio, giorno della morte di Rita, ogni anno dal Cielo vengono dispensate nel mondo innumerevoli grazie.

14° Giovedì

RITA PRESENTE E VIVA NELLA SUA SANTITÀ

A distanza di secoli dalla sua morte, è straordinaria la forza della santità di Rita e come sia ancora così presente e viva anche ai giorni nostri.

I Santi sono segni provvidenziali della presenza di Dio nel nostro tempo, vivono in eterno e con la loro intercessione e il loro esempio di vita manifestano l’amore di Dio nella nostra esistenza. Attraverso le loro reliquie, poi, lo Spirito ci dona insieme alla fede un accesso particolare a Dio, alla Sua pace, alle Sue grazie e alla Sua luce.

Rita vive anche nei suoi devoti che, attraverso lei, consolano e danno speranza, donando ciò che hanno rice-vuto. E continua a vivere nella sua “santità” a Cascia, nel monastero, nelle sue consorelle, confratelli e volontari laici che accolgono e servono i pellegrini, per ricordare a tutti che Dio ci vuole bene e per invitare a fidarsi di Lui, vivendo come Rita.

Con l’aiuto dei Santi contribuiamo ognuno con il proprio dono e le proprie fatiche a costruire le fondamenta di questo mondo. Desideriamo essere Santi! La santità è la normalità della vita, non lasciamoci deformare dal peccato che mina la nostra originaria bellezza. Cristo ci potrà così perdonare e ogni volta rimodellare fino a giungere alla Sua piena maturità, e continuare ad essere grazia per tutti.

15° Giovedì

RITA MODELLO DI VITA E VIA PER LA SANTITÀ

Ci staremo forse chiedendo se anche noi dobbiamo diventare Santi, pensando di dover fare per questo cose straordinarie. No, non è così. Nonostante siano passati dei secoli, il messaggio e l’esempio di vita di Rita sono sempre attuali: una persona come tante, sposa, madre,

vedova e consacrata.

Il suo essere Santa non è poi così lontano dalle vite che noi viviamo o potremmo vivere.

L’eccezionalità della vita di Rita è stata il fidarsi totalmente di Dio, nei momenti belli come in quelli dolorosi. La santità è per gli umili e i semplici che lasciano operare in loro lo Spirito, compiendo cose più grandi di loro.

Questa 15° tappa, quindi, non riguarda più Rita, ma me e te. Lei ora ci passa il testimone, come accade nella corsa a staffetta, anche se continua ad accompagnarci nel nostro cammino di santità.

Se, come lei, rimaniamo docili all’azione dello Spirito Santo, non tarderemo a comprendere e sperimentare che l’impossibile è possibile per chi crede, spera e ama il Signore.

Speriamo che durante i 15 Giovedì di Santa Rita, anche tu abbia trovato la chiave per aprire il tuo cuore o quella parola di conforto di cui avevi bisogno.

Ora prepariamoci a far festa a Dio per la bellezza e il dono, per il nostro cammino, della fedele amica e guida Rita da Cascia.

tutti:

PADRE NOSTRO…

sacerdote:

PREGHIERA

O Dio Onnipotente ed eterno che in Santa Rita da Cascia ci hai dato un luminoso esempio di unione a te nella preghiera e di servizio e di amore ai fratelli, fa che, superando per sua intercessione il nostro egoismo e la nostra pigrizia, possiamo imitarla e sperimentare nella prova il tuo amore misericordioso e la sua fraterna protezione. Per Cristo nostro Signore. Amen.

Oppure

Padre Celeste, tu, che hai concesso a Santa Rita di partecipare alla passione di Cristo, dà a noi la grazia e la forza di saper sopportare le nostre sofferenze, perché possiamo partecipare più intimamente al mistero pasquale del tuo Figlio. Egli è Dio e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

tutti:

INVOCAZIONE A SANTA RITA

TI SALUTO, RITA, VASO DI AMORE, DONNA DI PACE E MODELLO DI OGNI VIRTU, FEDELE DISCEPOLA DI GESÜ.

SANTA DELLA FAMIGLIA E DEL PERDONO, AIUTACI A CREDERE CHE A DIO TUTTO È POSSIBILE E SOCCORRICI SEMPRE IN OGNI NECESSITA. AMEN.

GLORIA AL PADRE…

SANTA RITA PREGA PER NOI

sacerdote:

BENEDIZIONE FINALE

INNO A SANTA RITA

A Dio pietoso e provvido, si volgano i credenti e Santa Rita implorino con suppliche ferventi

Rit.

Santa degli impossibili

Ti acclama questo popolo

Gloria di Cristo fulgida

Rita pietosa e provvida

Tu, sposa, madre e vedova, tu donna del perdono concedi aiuto e grazie a chi è nell’abbandono. Rit.

In malattie incurabili, nei drammi della vita, ottenga pace intrepida chi invoca Santa Rita. Rit.

Sia lode al Padre e al Figlio e al Divino Amore, gioia e speranza splendano nell’ora del dolore. Rit.

MONASTERO SANTA RITA DA CASCIA

Comunità agostiniana

© Monastero Santa Rita da Cascia

Viale Santa Rita, 13 – 06043 Cascia (PG)

Tel. 0743.76221 – Fax 0743.76786 monastero@santaritadacascia.org

www.santaritadacascia.org

Testi : Padre Luciano De Michieli OSA

Rettore della Basilica di Santa Rita da Cascia

Madre Maria Rosa Bernardinis

Priora delle Monache Agostiniane di Cascia

Editing : Maria Lucia Amoroso

Proprietà letteraria riservata. Nessuna parte di questo volume può essere riprodotta o trasmessa in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo elettronico, meccanico o altro senza l’autorizzazione scritta dei proprietari dei diritti e dell’editore. L’editore è a disposizione degli eventuali detentori di diritti che non sia stato possibile rintracciare.

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