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VOTO IL 21 APRILE? DECRETO AD HORAS

Si rincorrono voci su possibili soluzioni che non ci sono: ancora malessere sull’ipotesi Chiorazzo. Sinistra scoperta in cerca di piano b, ma Speranza non vuole essere sconfessato

La politica non è mai ferma. Quando non si sente niente di ufficiale è evidente che qualcosa si muove nell’ombra. Roberto Speranza era sicuro di aver architettato il piano perfetto. La discesa in campo di Angelo Chiorazzo sembrava, non solo, indiscutibile nella coalizione ma, addirittura, con ampie possibilità di allargarne il perimetro. Cattolico, proveniente dalla società civile, espressione del mondo del volontariato, nessuno più di lui avrebbe potuto incarnare la volontà di una coalizione di aggregarsi intorno ad un progetto e a un’idea. Dopo la dichiarazione di resa formulata da Lettieri a nome del Partito Democratico con il quale, quello che fu il partito regione, rinunciava ad esprimere una candidatura per accettare il “Papa straniero” tutto sembrava andare nella direzione voluta dell’ex Ministro della Sanità. Mancava soltanto il placet del M5S e tutto sarebbe andato liscio. I piccoli si sarebbero adeguati e tutto sarebbe andato nella direzione prevista. Quel placet Speranza sperava di ottenerlo da Conte, suo ex presidente del Consiglio. Siamo anche portati ad immaginare che magari una qualche forma di assicurazione il leader del Movimento gliel’avesse data.

IL DIAVOLO TRA PENTOLE E COPERCHI

Il diavolo, però, fa le pentole e non i coperchi. Anche i piani più perfetti possono arenarsi nella palude. È capitato anche alle persone più geniali di non stare attenti al tassello che non fa completare il mosaico. Questa volta è toccato a Speranza fallire il quadro d’insieme. Niente di grave, può capitare. In realtà i tasselli mancanti erano più di qualcuno. Intanto Conte non sembra sentirsi molto legato al rapporto con il suo ex Ministro. La situazione si è palesata quando Speranza ha presentato il suo libro a Roma con il leader del M5S che, malgrado fosse stato sollecitato in tal senso, ha glissato sull’argomento Chiorazzo parlando di altro. In secundis la resistenza di una parte del Pd non si è limitata sol- tanto a Margiotta che ha manifestato tutti i suoi dubbi in Segreteria regionale ma si è estesa an- che ai dirigenti territoriali, ai quadri intermedi e a tanti rappresentanti di primo piano che si sentivano pronti a guidare la coalizione. Ultimo e non ultimo anche la società civile, malgrado la forte mediaticità del messaggio lanciato da Chiorazzo, non si è entusiasmata. Non si registrano grandi adesioni delle categorie produttive e gli appelli al sostegno al re delle coop sembrano sempre meno influenti.

INTANTO GIRANO VOCI

A noi non piace raccoglier le voci, anche perché sono infinite e senza controllo. Nessuno sa da dove sono nate e chi le governa e molto spesso servono per fare abboccare all’amo e alimentare le discussioni. Noi non ci prestiamo orecchio né attenzione però non possiamo fingere che non esistano. Il loro contenuto, pur essendo spesso infondato nel merito, indica un problema e la mancanza di un metodo e di un luogo di discussione autentico. Le voci ci dicono che in molti si stanno preparando al “piano B”. Si cercano uomini della società civile, esponenti dei partiti, equilibri da trovare un passo avanti, si cerca tra i giovani amministratori e su ognuno di questi si pro- va a sondare tramite notizie lanciate da blog, siti di informazione e tante altre forme anche non ufficiali di comunicazione. Non ripetiamo tutto l’elenco dei nomi che girano, ma anche noi siamo stati tra quelli che sostenevano che il giovane segretario regionale Lettieri si era fatto prendere da un eccessivo entusiasmo quando aveva troppo precocemente battezzato la candidatura di Chiorazzo limitando, così, il suo raggio d’azione per le trattative e, soprattutto, favorendo le discussioni extra formali, i cenacoli senza regole e i gossip degli scontenti.

LA SOLUZIONE CHE NON ESISTE

Sia chiaro nulla di tutto ciò ci scandalizza. La cosa fantastica della politica è anche il suo senso permanente di precariato. Nulla è deciso fino a quando non si arriva all’ultimo momento, tutto può essere messo e rimesso in discussione. Siamo convinti che in molti, anche tra quelli che stanno formalmente sostenendo o hanno sostenuto Chiorazzo, si rendono conto che non deve essere aprioristicamente chiusa ogni ipotesi di dialogo per ulteriori sintesi e al- tri nomi. Questa volontà si ferma, però, davanti alla doppia forte personalità di Speranza e Chiorazzo. Nessuno dei due accetterà mai di essere fermato o smentito da qualcuno che ritengono (anche con qualche ragione) meno importanti di loro. L’ipotesi Lamorgese sarebbe stata accettabile perché a sostituire la strategia di un ex Ministro e le ambizioni di un grande e importante imprenditore del sociale sarebbe stata un esponente di altissimo livello politico ed amministrativo. Ogni ipotesi che non preveda un altro grande “pontefice” sarebbe vissuta come un’umiliazione non accettabile dai protagonisti. Su questo problema si schianta ogni ipotesi di un nuovo nome e di una nuova sintesi perché Chiorazzo resterebbe comunque in campo con il serio rischio di un centrosinistra spaccato. Un’autentica paralisi politica che non consente nessun movimento.

Di Masmo Dellapenna

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