OMICIDIO RAPOLLA, AL GIP PETRINO ROMPE IL SILENZIO E RACCONTA DI MINACCE DAL NIPOTE
Lo zio confessa l’uccisione del familiare a colpi di fucile e descrive uno stato di esasperazione dovuto anche a pressioni economiche
Vincenzo Petrino, il 73enne di Rapolla accusato di aver ucciso, sabato scorso, a fucilate il nipote 40enne Michele Petrino, davanti al Gip non si è avvalso della facoltà di non rispondere: in circa un’ora oltre a confessare l’omicidio ha fornito alcuni dettagli circa il contesto in cui, secondo la sua versione, è maturato l’assassinio. L’orientamento iniziale del Pm Antonella Mariniello è quello di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dai futili motivi. Zio e nipote vivevano in due abitazioni attigue in contrada Cerro Cigliano a Rapolla. La mattina di sabato, il nipote Michele dopo essere sceso dalla sua auto, avrebbe avuto l’ennesimo alterco con lo zio che imbracciato il fucile legalmente detenuto ha poi esploso dei colpi mortali. Vincenzo Petrino ha raccontato al Gip, quasi riprendendo alcune allusioni fatte agli investigatori intervenuti dopo l’allarme lanciato dagli altri familiari, lo stato di esasperazione dovuto alle pressioni-minacce del nipote. Petrino ha fatto riferimento anche a denunce pregresse presentate ai Carabinieri. Dal nipote, gli accenni di Petrino, reiterate richieste di denaro anche fino a 40mila euro. Ad ogni modo, in attesa della decisione del Gip, Petrino sabato è stato trasferito nella casa circondariale di Potenza, proseguiranno le indagini dei Carabinieri. Sul cadavere di Michele Petrino, già eseguita l’autopsia i cui esiti potrebbero far emergere ulteriori dettagli utili.