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SANITÀ, “ANGELICHE” FROTTOLE

Monitoraggio Lea, per la politica che ha fretta di attaccare strumentalmente il parziale è già definitivo. Il Ministro Schillaci: «I dati sono parziali, i punteggi su dati non completi»

Le elezioni si avvicinano, la data è fissata, i motori iniziano a muoversi e con essi la propaganda. È normale, è prassi politica. Senza nessuno scandalo moralistico tutti noi sappiamo che la propaganda è uno dei pilastri della politica. Certo c’è modo e modo per farlo. Per esempio, lo si dovrebbe fare senza superare il senso del ridicolo. Senza fingere che la gente abbia me- moria corta o scarsa capacità di orientarsi tra il passato, il presente e il futuro. Quando noi leggiamo l’auto proclamatosi candidato Angelo Chiorazzo dire che «questo modo di gestire la sanità rende i cittadini più poveri e senza il diritto primario alla salute», ci viene da chiedersi se il re delle coop conosca effettivamente i suoi compagni di avventura. A leggere i commenti di Chiorazzo, sembrerebbe che sia esistito un periodo in cui la Sanità lucana è stata un fiore all’occhiello nel sistema sanitario nazionale per essere poi distrutto da Bardi. Potrebbe anche essere creduto se non fosse che ciascuno di noi ha almeno un parente che anche negli anni in cui governava il centrosinistra è stato costretto a prendere la via dell’emigrazione sanitaria. Sarebbe onesto da parte di chi si candida a guidare la coalizione, nella quale ci sarà il supporto di quello che resta il partito regione, partire con l’ammettere che la sanità ai tempi del Pd non era sicuramente messa meglio di adesso. Sarebbe onesto e darebbe la credibilità a chi vuole avanzare critiche in modo da non poter essere accusato di utilizzare i dati soltanto al fine della propaganda. Tutto ciò, invece, non accade mai. La Basilicata con una sanità eccellente noi non l’abbiamo mai conosciuta eppure non siamo giovanissimi. Forse il centrodestra poteva fare di più. Si può sempre fare di più ma sarebbe onesto ammettere che ha trovato una situazione disastrosa e disastrata.

I DATI NON COMPLETI

La valutazione critica dell’opposizione si fonda sui dati forniti dal Ministero della Salute per ciò che concerne i LEA (Livelli Essenziali di Assistenza). I dati, però, bisogna saperli leggere e sforzarsi di comprenderli. La tabella fornita dal Ministero specifica testualmente che i dati sono provvisori. Il Ministro Schillaci in persona ci ha tenuto a chiarire la situazione dichiarando che «è un dato provvisorio ma credo che debba essere da stimolo alle Regioni per migliorarsi. Quindi è una prima valutazione ma ancora siamo nel primo quadrimestre e c’è tempo poi per avere i dati definitivi e per migliorare le performance. Credo che il Ministero debba servire da coordinamento e da stimolo alle Regioni per fare meglio» chiarendo esplicitamente che «i punteggi presenti nella tabella diffusa risentono di alcune carenze sui sistemi informativi, successivamente corrette dalle Regioni coinvolte; inoltre, alcuni indicatori sono stati oggetto di aggiornamento o ricalcolo in seguito a discussione nell’ambito del gruppo lavoro. I risultati definitivi, previa condivisione col Comitato LEA, saranno raccolti nella specifica relazione, che verrà trasmessa al Parlamento». Il Ministero lo ha scritto chiaramente nella tabella, il Ministro in persona lo ha dichiarato. Le macchine della propaganda che vuole farci credere che “quando c’erano loro la sanità funzionava che neanche in Svizzera”, fingono di non saper leggere, ignorano, omettono e commentano dei dati incompleti come se fossero definitivi. Ci sarebbe da ridere se non fosse che si gioca sulla credibilità della Basilicata intesa come territorio e Regione e non come Governo regionale e se non fosse che si gioca sulle legittime paure e preoccupazioni sulla salute che i cittadini hanno. Quando si parla di salute si dovrebbe essere attenti e non giocare sull’emotività. I politici e gli aspiranti governatori dovrebbero cercare di acquisire i dati e di informarsi su di essi. Mancano, per esempio oltre 50.000 SDO da analizzare nelle tabelle ministeriali. Gli SDO sono ricavati dalle cartelle di dimissioni, la Regione Basilicata le ha inviate al Ministero ma quest’ultimo ancora non le ha caricate. Il Ministero, del resto, lo ha detto che i dati erano provvisori ma qualcuno ha voluto prenderli per definitivi. Un modo come un altro per fare propaganda. Lo capiamo ma non ci piace.

PRIMI IN PREVENZIONE

Che esista una malafede nel commentario politico dei dati emerge anche dal fatto che nessuno evidenzia che, per esempio, nella Macroarea della Prevenzione la Basilicata ha un punteggio altissimo. Se si prende in considerazione la porzione d’Italia cha va dalle Marche a scendere ha il secondo punteggio più alto. Con il suo 70.11 il Sistema Sanitario Regionale lucano in tema di Prevenzione supera non soltanto le meridionali Abruzzo, Molise, Campania, Calabria e Sicilia ma anche il Lazio, le Marche e alcune regioni del Nord come la Liguria, la provincia autonoma di Bolzano e la Val d’Aosta. Un dato che chi ama questa terra più di quanto ami la propria parte politica dovrebbe valorizzare ma che, invece, viene nascosto ai soli fini della propaganda. Noi ci sforziamo di non fare propaganda per nessuno ma di limitarci a raccontare i fatti. I fatti ci dicono che sulla sanità c’è ancora molto da migliorare ma che non tutto è da buttare, che passi avanti sono stati fatti e, soprattutto, che prima di commentare dei dati sarebbe necessario che quei dati fossero completi. Pur comprendendo le esigenze della propaganda elettorale, preferiremmo che non si svolgesse sulla pelle dei malati e sulle paure dei cittadini. Sarebbe meglio per tutti.

Di Massimo Dellapenna

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