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BARDI BIS, MANCA SOLO L’UFFICIALITÀ

La coalizione conferma la candidatura del Gen: Piro si congratula. Italia Viva apre al cdx. Csx, i 5S pronti a dialogo col Pd ma non su Chiorazzo difeso a spada tra_ tta da Speranza

Ormai manca solo l’ufficialità. Nella riunione che si è tenuta ieri a Roma i partiti hanno deciso che Bardi sarà candidato per avere l’opportunità di difendere la Presidenza della Regione Basilicata. Che l’aria andasse in quella direzione era palese da tempo. Nel pomeriggio Giovanni Donzelli, responsabile dell’organizzazione di Fratelli d’Italia, aveva comunicato all’Ansa che non esisteva nessuna preclusione nei confronti del Generale. La Lega, come avevamo anticipato nelle scorse settimane, è ormai in ritirata e non ha la forza né di proporre né di difendere una sua candidatura. Forza Italia è rimasta compatta nella difesa di Bardi. Il risultato sardo ha convinto tutti che non vale la pena provare a fare cambiamenti con il rischio di perdere, proprio come è accaduto in Sardegna. A momenti dovrebbe arrivare il comunicato ufficiale che mette nell’angolo tutti coloro i quali hanno cercato in questi mesi di immaginare un nome alternativo. Il centrodestra è, dunque, unito. Vito Bardi sarà il candidato della coalizione. Co- me nel caso delle elezioni sarde siamo stati i primi a dare la notizia. Un piccolo merito che ci prendiamo e che connota sempre più la nostra presenza nei luoghi dell’informazione.

CON BARDI VINCEREMO

Il primo a commentare la notizia è stato Francesco Piro che ha inoltrato un messaggio sui social in cui dice chiaramente «con Bardi il centrodestra unito stravincerà la competizione elettorale. Io al suo fianco. Con lealtà, impegno, coerenza e determinazione nello stesso posto di 5 anni fa». Dagli altri partiti della coalizione ancora nessun commento. La sensazione, però, è che si tiri un sospiro di sollievo. Tutti temevano una ri- petizione della situazione del- la Sardegna con un tira e molla che ha portato ad una scelta dell’ultimo momento indebolendo non poco il centrodestra poi risultato sconfitto di mezzo punto percentuale.

ITALIA VIVA APRE A BARDI

Immediatamente dopo le prime indiscrezioni appare la prima dichiarazione di Italia Viva. I due segretari provinciali Rubino e Scocuzza in una nota scrivono «a poche settimane dal voto, il centrosinistra lucano appare ancora in una fase di stallo, non trovando ancora consenso unanime su alcuna candidatura nei pochi tavoli di confronto sin qui tenutisi. Italia Viva ritiene che sia necessario trovare in pochi giorni l’unità su un nome condiviso ed un progetto ampio che includa tutte le forze progressiste, civiche e riformiste. La coalizione deve essere ampia unita e coesa, guidata da un candidato autorevole ed un programma concreto e condiviso. Senza queste condizioni, con il perdurare di divisioni e personalismi, Italia Viva non parteciperà a coalizioni che si occupano di sconfitte organizzate». Frasi che, pronunciate nel giorno in cui il centrodestra pare aver chiuso la quadra mentre il centrosinistra annaspa, appaiono come una dichiarazione politicamente intelligente per dire che non c’è nessuna intenzione da parte del partito di Renzi di partecipare a tavoli dell’opposizione che si sta preoccupando di gestire la sconfitta.

LE MOSSE DEL MOVIMENTO CINQUE STELLE

Se il centrodestra sembra aver trovato la quadra definitiva ed è pronto a partire, la sinistra lucana annaspa nel buio più profondo. Subito dopo il risultato sardo all’Ansa è intervenuto il consigliere regionale Perrino secondo cui «la tracotanza, le imposizioni dall’alto, le fughe in avanti e i pupari sono aspetti che hanno fortemente diviso il cosiddetto “campo progressista” lucano». Il consigliere ha invitato la coalizione a «cambiare ricetta, senza ammicchiate e campi larghissimi per mettere in campo un progetto alternativo al centrodestra in Basilicata». Una dichiarazione che, facendo il paio con le proposte di Lomuti, indica una strada chiara e giustapposta a quella che ha legato il Partito Democratico a Chiorazzo. La posizione di Lomuti e Perrino non appaiono isolate nel Movimento ma suffragate e sostenute dallo stesso Giuseppe Conte. L’ex premier, infatti, proprio commentando il voto in Sardegna ha detto che è sempre ben disponibile ad allearsi con il Partito Democratico ma non ad ogni costo. Si tratta, secondo il leader pentastellato, di valutare caso per caso e territorio per territorio, senza cedere alla tentazione di costruire un cartello elettorale ma valutando, con il massimo rigore, caso per caso. In sintesi e traducendo dal politichese. Il Movimento Cinque Stelle respinge a tutti i livelli l’idea di un baratto tra il sostegno del Pd in Sardegna alla candidata pentastellata in cambio di un sostegno dei Cinque Stelle al candidato voluto dai dem Chiorazzo. Le scelte dovranno essere prese caso per caso. In Basilicata il diniego totale al- l’ipotesi Chiorazzo da parte dei vertici territoriali del Movimento dovrebbe costringe- re il Pd a scegliere tra la coalizione e la fedeltà agli ordini di Speranza.

SPERANZA ULTIMO SAMURAI

Come l’ultimo samurai, infatti, Roberto Speranza è rimasto in difesa della candidatura di Chiorazzo alla Presidenza della Regione Basilicata. Conversando con la stampa nel transatlantico l’ex ministro della salute ha dichiarato che «in Basilicata c’è un candidato molto forte, che è Angelo Chiorazzo. Alla luce di quanto accaduto in Sardegna, mi auguro che nel campo progressista cadano veti e pregiudizi, e si apra con lui un confronto di merito sul programma e sui contenuti. Perché partiti e civismo devono camminare insieme». In pratica, esattamente come fece per le passate elezioni comunali di Potenza nella proposta di Bianca Andretta che determinò la scomparsa del centrosinistra dal ballottaggio, Roberto Speranza prosegue in una sua personale crociata contro ogni ipotesi di aggregazione vincente a sinistra. Il suo scopo sembra essere quello di gestire la sconfitta.

CHIORAZZO RESTA COMUNQUE IN CAMPO

Mentre si prova ad ipotizzare nomi alternativi, Angelo Chiorazzo fa sapere a tutti che lui in qualsiasi caso resta in campo. Ci mettiamo nei suoi panni e ne comprendiamo le ragioni. Un grande imprenditore ha il diritto di essere trattato bene, non può essere ingannato e poi abbandonato come potrebbe accadere nel “campo largo” qualora si immaginasse un percorso alternativo. La differenza tra il centrosinistra vincente sardo e quello con la sindrome dello “sconfittismo” come quello lucano è proprio che in Sardegna davanti alla notizia che Soru sarebbe rimasto in pista, il centrosinistra non si è piegato, ha saldato la coalizione ed è andato a vincere. La politica necessita di prudenza ma anche di coraggio e di visione. Il precipitoso sostegno del Pd a Chiorazzo, la ritirata imposta senza una strategia di uscita, il tergiversare comunicando a mezzo social e la paura di aprire una discussione che precluda il re delle coop indica che il centrosinistra non ha né prudenza né coraggio. Difficile trovare una tale immensa mancanza di virtù nella stessa persona.

Di Massimo Dellapenna

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