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LA CURIA E L’AFFAIRE GARAGE: BENNARDI IN UN VICOLO CIECO

Castello Tramontano e la variante urbanistica concessa dai 5S, Abiusi (Ambiente e legalità) sulla procedura errata ed altri problemi

Castello Tramontano: la Curia vescovile ha chiesto la variante urbanistica ed i pentastellati hanno detto sì senza nulla eccepire, ma sull’affaire dei garage interrati, il sindaco di Matera Domenico Bennardi è in un vicolo cieco che, allo stato attuale, sbarra la strada alla prosecuzione del progetto. Degli oltre 5 mila metri quadri dell’area sita in via Lanera, a Sud del Castello Tramontano e contigua alle aree esistenti del Parco del Castello, area classificata come giardini privati di uso pubblico, stabilito che fino al massimo del 40% la Curia può realizzare il parcheggio interrato, mentre al Comune minimo il 60% dei terreni. La variante urbanistica già approvata in Consiglio comunale come un pezzo di carta privo di valore. Non essendo stato reso noto il progetto e quindi l’oggetto della convenzione che si andrebbe a stipulare, tra le altre cose, diventa impossibile poter effettuare la stima dello scambio che si viene a proporre. Ad approfondire la vicenda, il componente dell’associazione Ambiente e legalità, Pio Abiusi, pronto ad interessare Regione, Soprintendenza ed anche la locale Procura della Repubblica presso il Tribunale di Matera.

LA MANCANTE RICHIESTA ALLA REGIONE

«Per i comuni nei quali si applica la normativa per le zone sismiche, Matera è tra questi – ha spiegato Abiusi -, è prescritto che, ai sensi dell’articolo 89 del Dpr 280 del 2001, debbono richiedere il parere del competente ufficio tecnico regionale sugli strumenti urbanistici generali e particolareggiati prima della delibera di adozione nonché sulle lottizzazioni convenzionate prima della delibera di approvazione, e loro varianti ai fini della verifica della compatibilità delle rispettive previsioni con le condizioni geomorfologiche del territorio». La precisazione normativa è di primaria importanza in quanto, in applicazione della stessa ed in mancanza del citato parere, ogni atto amministrativo di variante urbanistica è nullo. La richiamata prescrizione è così stringente che, oltre a prevedere che il competente Ufficio tecnico regionale debba pronunciarsi entro 60 giorni dal ricevimento della richiesta dell’Amministrazione comunale, specifica anche che in caso di mancato riscontro entro il termine, «il parere deve intendersi reso in senso negativo». Già questo basterebbe a riportare tutto a zero. Ad ogni modo, avendo Cronache accennato alla rischiosità del taglio del versante, con Abiusi affrontato anche questo aspetto.

IL TAGLIO DEL VERSANTE

«Importanti strutture che insistono sulla collina del Castello Tramontano, quella interessata dalla variante urbanistica in og- getto – ha ricordato Abiusi -, sono state interessate da rilevanti interventi di consolidamento realizzati all’inizio degli anni ‘90 del secolo scorso in occasione dei lavori che interessarono il fossato del Castello Tramontano quando la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio della Basilicata effettuò opere di consolidamento al terreno ed alla struttura del Castello proprio perchè i tagli sul versante della collina avevano provocato una deviazione delle acque di falda che aveva prosciugato le argille sottostanti con relativo cedimento della struttura. Quella documentazione va recuperata , dovrebbe essere presente anche nell’archivio comunale ma è noto come esso non sia tenuto in ordine. Noi contiamo di recuperarla presso gli uffici statali o già appartenuti allo Stato e cioè presso l’archivio del ex- Genio Civile in essere presso il Dipartimento Infrastrutture e Mobilità della Regione Basilicata o presso gli uffici della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio della Basilicata semmai di Matera che curò gli interventi. È un atto propedeutico che permette di avviare una ricerca geologica utilizzando, semmai, tecniche più moderne sullo stato dell’arte della collina sulla quale si intende intervenire. Opere di palificazione ed o consolidamento furono fatte su edifici pubblici o di utilizzazione pubblica che insistono ai piedi della collina o sono calati nella collina stessa».

INTERESSI PRIVATI E PUBBLICI: QUALE EQUILIBRIO

Per Abiusi, «la fretta di adottare il nulla in forma semplificata, non trova giustificazione perchè non esistono i presupposti». «Si può dedurre – ha concluso il componente dell’associazione Ambiente e legalità, Pio Abiusi – che l’integrazione normativa non può prendere le mosse a seguito della presentazione di una istanza per il rilascio di Permesso di costruire da parte di privati che è intesa palesemente in chiave speculativa ma deve rilevarsi da precisi studi che facciano emergere la reale esigenza per l’interesse pubblico. Per ciò che riguarda la disponibilità di parcheggi pubblici si può utilizzare l’area pubblica già disponibile in via Gramsci dove era previsto un parcheggio finanziato dalla ex Casmez nel 1990, nella programmazione comunale è ancora in previsione mentre il vecchio finanziamento è decaduto ma può essere rifinanziato con la programmazione europea 2021-2027. È una inconfutabile opportunità pubblica senza dover favorire in maniera così palese la speculazione privata».

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