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L’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI : COSA SAPPIAMO?

L’inchiesta sul dossieraggio si allarga. Melillo e Cantone chiedono di essere sentiti e intanto la politica insorge

È GIUSTO INFORMARE 


REPORT DOSSIERAGGIO DALLA STAMPA NAZIONALE E FONTI UFFICIALI DI PARTITI DELLA MAGGIORANZA 

– 96 giorni alle elezioni europee 

Inchiesta sul finanziere Pasquale Striano e l’accusa di dossieraggio: ecco i personaggi spiati

La lista dei profili che il luogotenente della Finanza Pasquale Striano avrebbe spiato illegalmente è molto lunga e spazia tra personaggi della politica, dello sport e dello spettacolo


Questo è quanto emerge dall’inchiesta che la  Procura di Perugia ha aperto nei confronti di colui che fino a qualche mese fa era in servizio alla Direzione Nazionale Antimafia

Inchiesta sul finanziere Pasquale Striano: la lista dei personaggi spiati

La lista dei nomi è ampia e non sono ancora del tutto chiare le motivazioni per cui Pasquale Striano avrebbe svolto un’attività di accesso illecito alle banche dati di numerosi personaggi.

Una delle ipotesi è che avrebbe potuto farlo per conto di qualche committente privato.

Ecco la lista dei personaggi spiati a cui potrebbero aggiungersi altri nomi nel corso delle indagini:

  • Matteo Renzi
  • Marta Fascina
  • Guido Crosetto
  • Alfredo Urso
  • Francesco Lollobrigida
  • Gilberto Pichetto Fratin
  • Marina Elvira Calderone
  • Giovanbattista Fazzolari
  • Claudio Durigon
  • Andrea Delmastro
  • Fabio Rampelli
  • Denis Verdini
  • Piero Amara
  • Olivia Paladino
  • irene Pivetti
  • Marco Carrai
  • Gabriele Gravina
  • Gaetano Caltagirone
  • Andrea Agnelli
  • Massimiliano Allegri
  • Cristiano Ronaldo
  • Fedez

La lunga serie di accessi abusivi agli archivi, in assenza di un qualsiasi input investigativo in qualità di funzionario della Direzione Nazionale Antimafia, ha portato la Procura di Perugia a voler approfondire le indagini, in modo particolare per risalire alle motivazioni di queste continue ricerche, che di fatto vanno dal 2018 fino a qualche mese fa

Il procuratore nazionale Antimafia, Giovanni Melillo, durante la cerimonia per il 25esimo anniversario del Gruppo operativo mobile della Polizia penitenziaria (Gom) nella scuola di formazione dell’amministrazione penitenziaria ”Giovanni Falcone”, Roma, 20 febbraio 2024

Secondo la Procura, guidata da Raffaele Cantone, Striano avrebbe abusato del proprio ruolo e molte richieste di accesso alle banche dati venivano avanzate da giornalisti, tanto che nell’inchiesta sono coinvolte in totale 16 persone, compreso il finanziere.

Tra gli indagati risulta anche Antonio Laudati, che all’epoca dei fatti ricopriva il ruolo di responsabile della sezione che gestiva le Segnalazioni di operazioni sospette proprio per quanto riguarda le banche dati.

Inchiesta sul finanziere Pasquale Striano, indagini nate su segnalazione di Guido Crosetto

L’indagine in questione ha avuto inizio da un esposto del ministro della Difesa Guido Crosetto circa un anno fa, quando su un quotidiano era stato pubblicato un documento relativo alla sua dichiarazione dei redditi e a compensi percepiti da Leonardo

Il fascicolo era finito sul tavolo della procura di Roma, che di fatto è riuscita, dopo una serie di indagini, a risalire a Pasquale Striano, scoprendo l’elevato numero di accessi alle banche dati senza autorizzazioni.

3 mar 2024

Inchiesta presunto dossieraggio, verifiche su altri destinatari. Possibile audizione del procuratore antimafia e di quello di Perugia

I due magistrati hanno chiesto di essere sentiti da Csm, Commissione parlamentare antimafia e Copasir. Nell’indagine sono coinvolte una quindicina di persone

Perugia, 3 marzo 2024

Il procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo e quello di Perugia Raffaele Cantone hanno chiesto che venga valutata “con l’urgenza del caso” una loro audizione sulle vicende relative all’inchiesta sul presunto dossieraggio di esponenti politici e vip.


I due magistrati hanno scritto al Comitato di presidenza del Consiglio superiore della magistratura, al presidente della Commissione parlamentare antimafia e a quello del Copasir ponendo quella che ritengono una richiesta “doverosa” per rendere, nei limiti e secondo le forme consentite dalla legge, le informazioni relative al caso necessarie alle valutazioni riservate a ciascuna delle istituzioni.

A tal proposito, domani, l’ufficio di presidenza della commissione Antimafia si riunirà per valutare questa richiesta di audizione.

Intanto la Lega, che in una nota definisce questo presunto spionaggio “un attacco alla Repubblica e alla democrazia”, ha fatto sapere che chiederà al Copasir di approfondire “la questione in dettaglio fino alla completa chiarezza sui fatti, a partire dalle audizioni dei vertici presenti e passati della Guardia di Finanza e dell’Antimafia“.

Il finanziere e il magistrato

Nell’inchiesta sono coinvolti l’ufficiale della Guardia di finanza Pasquale Striano e il magistrato Antonio Laudati, entrambi destinatari di un avviso a comparire per l’interrogatorio da rendere in una fase che è ancora di indagini preliminari.

La Procura di Perugia punta a verificare se la gran parte delle informazioni ottenute dal finanziere, tramite gli accessi abusivi alle banche dati in uso alla procura nazionale antimafia, avevano dei destinatari non ancora individuati e se siano state utilizzate.


Tra le centinaia di accessi contestati all’appartenente alla guardia di finanza solo una piccola parte non avrebbe permesso di ricavare informazioni.

I magistrati guidati da Raffaele Cantone ipotizzano che quelle emerse siano state in gran parte utilizzate per attività giornalistica e pubblicate (tre i cronisti che figurano tra una quindicina d’indagati) e altre fornite a un investigatore privato o utilizzate da Striano per fini personali.

Dall’indagine è emerso che non esisterebbero veri e propri dossier su personalità istituzionali o politici e che Striano non ha ricevuto denaro per le informazioni.

Il quotidiano Domani difende i suoi giornalisti

A loro si aggiungono tre giornalisti componenti del team investigativo del quotidiano Domani: il responsabile Giovanni Tizian, l’inviato Nello Trocchia e il collaboratore Stefano Vergine.

Il quotidiano però si difende spiegando, oggi, che nelle carte dell’inchiesta “non c’è traccia di invii delle ricerche effettuate da Striano di informazioni finanziarie, relative alle dichiarazioni dei redditi o ai conti bancari di politici e imprenditori, o segnalazioni di operazioni sospette, come paventato ieri da alcuni giornali nazionali. Nelle informazioni che Striano avrebbe mandato ai giornalisti, quindi, non c’è nessun ‘dossier su politici e vip’ ma solamente documenti agli atti delle procure: ordinanze di custodia cautelare e informative delle forze dell’ordine già disponibili ai magistrati inquirenti e alle difese. Questo dicono le carte dell’inchiesta”.

“Per l’accusa – prosegue Domani – il finanziere avrebbe inviato ai tre giornalisti documenti estratti dalla banca dati Sidda-Sidna, il sistema informatico utilizzato dalla direzione nazionale e dalle direzioni distrettuali antimafia. Gli invii coprirebbero un arco temporale di tre anni e mezzo, dal maggio 2018 all’ottobre del 2022″. Il giornale scrive che “nell’intestazione dei documenti o nel messaggio”, “ci sono i nomi di atti giudiziari di alcuni politici (protagonisti di casi giudiziari o sospettati di vicinanza ad ambienti criminali), ma i più riguardano esponenti delle più pericolose organizzazioni criminali del paese, collegate al mondo della politica e dell’imprenditoria, o al traffico internazionale di stupefacenti. O informazioni relative ad alcuni degli appalti del periodo più duro della pandemia di Covid-19, finite anche nelle indagini di diverse procure nazionali”. Dunque rivendica il diritto di pubblicare notizie “vere, che hanno dato che hanno dato parecchio fastidio ai governi di tutti i colori politici, incluso quello in carica, l’esecutivo di Giorgia Meloni” 

L’inchiesta sul dossieraggio si allarga. Melillo e Cantone chiedono di essere sentiti e intanto la politica insorge

I pm umbri vogliono capire se la fuga di informazioni è stata utilizzata solo a fini giornalistici o anche per altro scopi. Tra gli ‘spiati’ Crosetto e altri quattro ministri, Marta Fascina, Fedez e Massimiliano Allegri

Si allarga l’inchiesta della procura di Perugia sul presunto dossieraggio ai danni di politici e vip.

Regista dell’operazione di spionaggio un luogotenente della Guardia di Finanza: Pasquale Striano

Il militare, in servizio alla Procura Nazionale Antimafia, è accusato di almeno 800 accessi abusivi alle banche dati tributarie, antiriciclaggio e dell’antimafia con il solo scopo di reperire informazioni.

Ma cosa faceva il militare delle informazioni acquisite?

Al momento non è stata trovata la pistola fumante: i dossier su personalità delle istituzioni o politici sono dunque solo un’ipotesi.

Certo è che sono 15 le persone attualmente indagate: il sostituto procuratore della Dna Antonio Laudati, tre giornalisti de “Il Domani” e altre persone che avrebbero sollecitato la richiesta di informazioni.

I tre giornalisti indagati, anche se non hanno ricevuto nessun avviso di garanzia, sono Giovanni Tizian, Stefano Vergine e Nello Trocchia, componenti del pool inchieste del quotidiano guidato da Emiliano Fittipaldi che oggi firma un editoriale dal titolo “Un pericoloso attacco alla libertà di stampa” dove sostiene

“secondo i pm guidati da Raffaele Cantone realizzare inchieste giornalistiche con l’ausilio di carte vere ottenute da fonti giudiziarie è reato: per le fughe di notizie i giornalisti di Domani rischiano ora fino a cinque anni di carcere”

A far partire le indagini è stato un esposto presentato dal ministro della Difesa, Guido Crosetto alla procura di Roma a seguito di un articolo pubblicato proprio su “Il Domani” sui compensi ricevuti per le consulenze svolte, in passato, per la società Leonardo

La fuga di informazioni non ha riguardato solo il ministro, ma anche altri politici e i pm umbri, competenti per materia, vogliono capire se queste notizie siano state usate solo per fini giornalistici o anche per altre utilità

E tra gli ‘spiati’, oltre al ministro Crosetto, ci sarebbero il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, Marina Elvira Calderone, Gilberto Pichetto Fratin e Adolfo Urso insieme a Marta Fascina, parlamentare e compagna di Silvio Berlusconi, gli ex presidenti del Consiglio Giuseppe Conte e Matteo Renzi, i sottosegretari Andrea Delmastro e Giovanbattista Fazzolari, ma anche Fedez, Cristiano Ronaldo e Massimiliano Allegri

Melillo e Cantone chiedono audizione a Csm, Antimafia e Copasir

“Consideriamo doveroso richiedere di valutare, con l’urgenza del caso, l’opportunità di disporre l’audizione degli scriventi al fine di rendere, nei limiti e secondo le forme consentite dalla legge, le informazioni sulle vicende relative al cd. dossieraggio di esponenti politici e del mondo economico necessarie alle valutazioni riservate a ciascuna di codeste Istituzioni”

È il testo della lettera con cui il Procuratore nazionale Antimafia, Giovanni Melillo, e il Procuratore della Repubblica di Perugia, Raffaele Cantone, chiedono al Consiglio Superiore della Magistratura, al Presidente della Commissione parlamentare Antimafia e al Presidente del Copasir, di essere auditi, nell’ambito dell’inchiesta sul dossieraggio di politici, ministri e vip.

Salvini: “Una vergogna di stampo sovietico”

“Una vergogna di stampo sovietico”

È come il vicepremier Matteo Salvini, ha definito l’inchiesta sul dossieraggio ai vip, parlando questa mattina a Genova all’avvio dei cantieri del Tunnel subportuale.

Il vicepremier ha definito

“vergognose le ricostruzioni che danno pezzi di Stato che lavorano contro altri pezzi di Stato, ascoltando, spiando, dossierando, anche qualcuno che è seduto qui in sala”

ha fatto notare Salvini, riferendosi al governatore ligure Giovanni Toti, che sarebbe tra i politici finiti tra le carte dei dossier

Renzi, spiare avversari è roba da dittatura sudamericana

“A proposito di rapporti tra mondo dell’informazione e giustizia, emergono particolari preoccupanti su un presunto dossieraggio ai danni di avversari politici. Quello che mi colpisce è che io denunciai subito quello che avvenne a me nel novembre 2019 ma la Procura di Firenze – stranamente – archiviò la mia denuncia. Oggi invece si scopre che c’era un sistema perverso: ho spiegato al Tg1 ieri che spiare i cittadini è illegale, spiare gli avversari politici è roba da dittatura sudamericana”. Lo scrive il leader di Iv, Matteo Renzi, nella Enews.

Donzelli, chiarire chi sono i mandanti

Dell’inchiesta “non posso parlare da esponente del Copasir, ma da parlamentare sono profondamente indignato da questi dossieraggi: è una roba indecente, che mina la democrazia”. Lo dice, intervistato da La Stampa, il deputato e responsabile Organizzazione di Fratelli d’Italia, Giovanni Donzelli.
“Non ci si può fermare ai funzionari infedeli nella Guardia di finanza o in procura, bisogna chiarire chi sono i mandanti, a partire da chi ha pubblicato quella spazzatura. Guarda caso, solo il materiale utile ad attaccare esponenti di centro destra”, sottolinea.

Foti, silenzio assordante da sinistra

La parte “politicamente rilevante della vicenda” degli accessi abusivi alla banca dati della Direzione nazionale antimafia “è quella dei mandanti”

A dirlo, intervistato dal Corriere della Sera, Tommaso Foti, uno dei politici “spiati”, capogruppo di FdI alla Camera.

“Gran parte delle persone scrutate appartengono al centrodestra – rileva – e l’attività è stata serrata prima delle elezioni e prima della costituzione del governo”

Il M5S ha fatto sapere che tra gli ‘scrutati’ c’era Giuseppe Conte…”Non lo so – la risposta di Foti – devo dire che su questa vicenda assai preoccupante cè stato un silenzio assordante da sinistra. Mi chiedo: cosa avrebbero detto se queste attività avessero visto coinvolte persone appartenenti in prevalenza alla sinistra?”

E se il procuratore antimafia e quello di Perugia hanno chiesto di essere sentiti dal Copasir, dal Csm e dalla commissione Antimafia

“significa probabilmente che c’è più di quel che sappiamo”

conclude Foti :
“Sono vicende che non avrebbe mai dovuto verificarsi. Mi pare comunque chiaro che l’obiettivo fosse quello di spiare la vita di personalità del mondo politico, e non solo. L’intento evidente è quello di utilizzare tali informazioni in modo opaco”

Quanto ai giornalisti : 

“in ogni attività, gli atti devono essere guidati dalla deontologia. Ma qui, i limiti della deontologia mi pare siano superati del tutto”

Dossieraggio, Foti: “Necessario capire i mandanti. Preoccupa il silenzio della sinistra”

L’ufficio di presidenza della Commissione Antimafia si riunirà domani per valutare la richiesta di audizione del procuratore Antimafia Giovanni Melillo e del procuratore di Perugia Raffaele Cantone nell’ambito inchiesta sul cosiddetto dossieraggio. All’incontro parteciperanno anche i rappresentanti dei gruppi. Melillo e Cantone hanno chiesto anche di essere sentiti da Csm e Copasir. Una volontà di confronto che, secondo il capogruppo alla Camera di FdI, Tommaso Foti, suggerisce che sul caso del dossieraggio “probabilmente che c’è più di quel che sappiamo”. Ciò che è certo, per Foti, a sua volta finito nella lista di 800 politici e vip spiati, è che la parte “politicamente rilevante della vicenda è quella dei mandanti”. Anche alla luce del fatto che la gran parte degli accessi abusi contestati al finanziere Pasquale Striano riguardano esponenti del centrodestra, per lo più in concomitanza di eventi significativi per la vita politica e sociale del Paese come la formazione del governo.

Foti sul dossieraggio: “Bisogna capire i mandanti, è la parte politicamente più rilevante della vicenda”

“Gran parte delle persone scrutate appartengono al centrodestra. E l’attività è stata serrata prima delle elezioni e prima della costituzione del governo”, ha ricordato Foti in un’intervista al Corriere della Sera, sottolineando inoltre che “su questa vicenda assai preoccupante c’è stato un silenzio assordante da sinistra. Mi chiedo: cosa avrebbero detto se queste attività avessero visto coinvolte persone appartenenti in prevalenza alla sinistra?”

All’obiezione di Marco Cremonesi, che firma l’INTERVISTA sul fatto che alla Procura di Perugia non risulta “dossieraggio”, Foti ha ricordato che “sono vicende che non avrebbero mai dovuto verificarsi”

“Mi pare comunque chiaro che l’obiettivo fosse quello di spiare la vita di personalità del mondo politico, e non solo. L’intento evidente è quello di utilizzare tali informazioni in modo opaco”, ha sottolineato, dopo che nei giorni scorsi aveva già chiarito che l’altro aspetto da illuminare è quello su “quali interessi privati si celano dietro queste campagne”.

I giornalisti del Domani indagati e il “totale superamento dei limiti della deontologia”

Foti, quindi, si è soffermato anche sul ruolo che certa stampa ha avuto nella vicenda, riflettendo sul fatto che la pubblicazione delle notizie non necessariamente esclude un uso “opaco” delle informazioni ottenute. “Finché il quadro non è chiaro, non lo sappiamo. Lo dico senza voler ledere alcun principio di garanzia nei confronti di alcuno”, ha puntualizzato, ricordando che “in ogni attività, gli atti devono essere guidati dalla deontologia. Ma qui, i limiti della deontologia mi pare siano superati del tutto”. Nell’inchiesta risultano 15 indagati. Oltre a Striano e al sostituto procuratore della Dna Antonio Laudati, si sa che ci sono tre giornalisti de IL DOMANI {Giovanni Tizian, Stefano Vergine e Nello Trocchi} e altre persone che avrebbero sollecitato la richiesta di informazioni.
Il quadro che emerge allo stato attuale è che Striano avrebbe effettuato diversi accessi su richiesta, tanto che Il Giornale oggi dedica un articolo a «Il luogotenente al servizio del “metodo Domani”», riferendo di ben 337 documenti inviati dal finanziere a Tizian, tra quando era in forze all’
Espresso e poi è passato a De Benedetti.

La riflessione di Cerno sul silenzio della sinistra

In questo contesto, non sono solo Foti e il centrodestra a rilevare il “preoccupante” silenzio della sinistra. Anche il nuovo direttore del Tempo,Tommaso Cerno, uno che la sinistra la conosce bene per essere stato parlamentare del Pd, rileva nel suo editoriale su “Il complice silenzioso del piano anti Meloni” che “in uno Stato normale tutto il Parlamento si leverebbe a chiedere con forza chiarezza su quello che sembra un sistema a metà fra il ricatto personale e il golpe politico”, mentre “nella strana Italia di questi anni si arrabbiano solo quelli della destra”. “Domandiamoci cosa vedremmo fuori dalla finestra della nostra redazione de Il Tempo, qui a piazza Colonna, proprio di fronte a Palazzo Chigi, se per sbaglio fosse stata scoperta dai pm di Perugia una lista di politici con la tessera del Pd dossierati e poi dati in pasto all’opinione pubblica sulla base di informazioni riservate, che funzionari dello Stato cedevano a terzi in prossimità del voto”, scrive il direttore “pronto a scommettere su questa scena: la piazza straboccante di gente, cartelli e fischietti, bandiere e picchetti. Tutti a chiedere la testa del premier e a inaugurare un’inquisizione contro gli avversari politici, colpevoli senza ombra di dubbio, proprio nel nome di quella Costituzione che invece oggi non si sente difendere”. “Ma – conclude – come potrete vedere piazza Colonna è deserta. E lo resterà”

Inchiesta di Perugia, tutti i nomi intercettati: spunta anche il presidente di Confindustria Bonomi

Rischia di allargarsi la lista dei nomi di personalità sbirciate attraverso il database delle segnalazioni di operazioni sospette

Inchiesta di Perugia, tutti i nomi intercettati: spunta anche Bonomi

Tra le persone oggetto di sorveglianza da parte di Pasquale Striano, un ex comandante del gruppo Sos attualmente coinvolto in indagini per accessi impropri ai database della procura nazionale antimafia, si trovano figure di spicco come Carlo Bonomi, presidente di Confindustria, insieme a Vittorio Colao e Letizia Moratti.

L’elenco delle personalità scrutinate attraverso il database delle segnalazioni di operazioni sospette potrebbe ancora ampliarsi. Attualmente, circa una quindicina di individui, tra cui il tenente della guardia di finanza Pasquale Striano e Antonio Laudati, ex sostituto alla procura nazionale antimafia, sono sotto indagine per questo caso.
Le indagini condotte dalla procura di Perugia sono ancora nelle fasi iniziali.
Questa vicenda è ora sotto l’attenzione delle commissioni parlamentari d’inchiesta e del Consiglio superiore della magistratura, evidenziando la serietà e la portata del caso.

L’indagine

La vicenda è partita ad agosto 2023, quando venne aperta un’indagine su quella che si ipotizzava sia un’attività di dossieraggio con al centro il finanziere Pasquale Striano, facente parte del gruppo di lavoro che si occupava dello sviluppo delle Sos, le Segnalazioni di operazioni bancarie sospette. Accertamenti partiti da una denuncia del Ministro della Difesa, GUIDO CROSETTO che si sono poi estesi, con “numerose” persone sentite ed una “rilevante quantità” di documenti esaminati.

L’evento che ha fatto partire la denuncia di Crosetto è stato un’articolo pubblicato sul quotidiano Domani a ottobre 2022, dove si affermava che il ministro aveva ricevuto 1,8 milioni di euro da Leonardo, società pubblica italiana attiva nei settori della difesa, dell’aerospazio e della sicurezza

Secondo i magistrati di Perugia, guidati da Raffaele Cantone, gli accessi al sistema informatico delle Sos sono stati considerati abusivi. Le Sos rappresentano transazioni finanziarie sospette che gli operatori sono tenuti a segnalare e sulla cui legalità la magistratura deve fare luce. Pasquale Striano sembra aver compiuto ripetute ricerche su queste transazioni, senza trovare informazioni rilevanti. Le motivazioni dietro questi accessi ripetuti devono ancora essere chiarite.

Oltre a Striano, è coinvolto un magistrato e 15 giornalisti, tra cui tre del quotidiano Domani: Giovanni Tizian, Nello Trocchia e Stefano Vergine, gli autori del primo articolo sui legami con Crosetto e Leonardo. Questi non sono accusati di diffamazione o falsità, ma di aver condotto indagini giornalistiche basate su documenti autentici ottenuti da fonti giudiziarie, rischiando fino a 5 anni di carcere. Inoltre, emerge che Striano non ha ricevuto denaro da chi potrebbe avergli fornito le informazioni.

Le prossime mosse della procura di Perugia

I procuratori di Perugia, Raffaele Cantone e Giovanni Melillo dell’Antimafia, hanno espresso il loro desiderio di testimoniare dinanzi al Comitato di presidenza del Consiglio superiore della magistratura, al presidente della Commissione antimafia e al presidente del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica. Queste richieste non sono casuali: Cantone guida l’inchiesta in corso, mentre Melillo attualmente presiede la Direzione nazionale antimafia, dove i due indagati chiave, Pasquale Striano e Antonio Laudati, hanno precedentemente operato. Striano, accusato di centinaia di accessi impropri al database delle Segnalazioni di operazioni sospette, e Laudati, ex sostituto procuratore antimafia, sono stati entrambi coinvolti nella ricezione delle segnalazioni operative.

Durante il periodo preso in considerazione, il procuratore capo della Direzione nazionale antimafia era Federico Cafiero de Raho, attualmente membro del Movimento Cinque Stelle. In passato, Cafiero de Raho ha respinto fermamente l’idea di un’unità di dossieraggio interna alla direzione nazionale antimafia. Tuttavia, Melillo e Cantone ritengono ora “necessario” e “urgente” richiedere la loro audizione, ritenendola fondamentale per le valutazioni riservate del Consiglio superiore della magistratura, del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica e della Commissione antimafia. Quest’ultima sta già procedendo con l’esame della richiesta, e nelle prossime ore l’ufficio di presidenza, guidato da Chiara Colosimo, si riunirà per valutare la richiesta dei due magistrati.

I nomi spiati: dalla politica fino al mondo dello spettacolo

Decine di personalità note, provenienti sia dal mondo della politica che dall’economia, sono coinvolte nelle indagini riguardanti le ricerche effettuate nelle banche dati da Pasquale Striano, un ufficiale di polizia giudiziaria sotto inchiesta dalla Procura di Perugia per accesso improprio a un sistema informatico.


A quanto riportano oggi i principali quotidiani tra le personalità oggetto della ricerca ci sono attuali esponenti del governo come i ministri Francesco Lollobrigida, Marina Elvira Calderone, Gilberto Pichetto Fratin e Adolfo Urso e i sottosegretari Andrea Delmastro e Giovanbattista Fazzolari.
Ma anche Marta Fascina, parlamentare di FI e ultima compagna di Silvio Berlusconi, e Olivia Paladino, compagna di Giuseppe Conte.

Anche MATTEO RENZI compare tra gli oggetti delle ricerche, così come Marco Carrai

Digitati pure i nomi di persone estranee al mondo della politica, come Fedez o, nel 2021, l’allora presidente della Juventus Andrea Agnelli, l’allenatore Massimiliano Allegri e il calciatore Cristiano Ronaldo, oltre al presidente della Figc Giuseppe Gravina. L’inchiesta è partita da una denuncia del ministro della Difesa Guido Crosetto. Altri nomi che compaiono negli accessi sono quelli dell’ex parlamentare (oggi in carcere) Denis Verdini, dell’ex presidente della Camera Irene Pivetti, dell’avvocato Piero Amara, dell’imprenditore-editore Francesco Gaetano Caltagirone, oltre al già citato CARLO BONOMI

Le reazioni

La Lega sostiene che i dati, soprattutto di cittadini di centrodestra e politici vicini al Carroccio, siano stati oggetto di setacciamento e chiede al Copasir di indagare in modo approfondito “fino alla completa chiarezza sui fatti”, con particolare attenzione alle audizioni dei vertici attuali e passati della Guardia di Finanza e dell’Antimafia. La Lega definisce gli eventi come un attacco alla Repubblica e alla democrazia. Il capogruppo di Forza Italia al Senato, Maurizio Gasparri, va oltre e chiede una pronuncia del Consiglio superiore della magistratura sui fatti, oltre a richiedere un’ispezione immediata alla Procura nazionale antimafia, definendo lo scandalo degno di un’indagine parlamentare bicamerale.

Il presidente della Liguria, Giovanni Toti, che risulta tra i nominativi spiati, commenta dicendo che non è piacevole scoprire che qualcuno sta esaminando la propria vita, anche se non si ha nulla da nascondere. Toti aggiunge che lo spiare le figure istituzionali, politici e personalità di spicco è il risultato di una mentalità malata che si è diffusa nel Paese, basata sull’idea che ci sia sempre qualcosa di oscuro o torbido. Questo, secondo Toti, è il frutto di un odio sociale diffuso e rappresenta una visione distorta della realtà.

DOSSIERAGGIO: SILENZIO ASSORDANTE DALLA SINISTRA

“Gran parte delle persone scrutate appartengono al centrodestra. E l’attività è stata serrata prima delle elezioni e prima della costituzione del governo. Su questa vicenda assai preoccupante c’è stato un silenzio assordante da sinistra. Mi chiedo: cosa avrebbero detto se queste attività avessero visto coinvolte persone appartenenti in prevalenza alla sinistra? Mi pare che l’obiettivo fosse quello di spiare la vita di personalità del mondo politico e non solo. L’intento evidente è quello di utilizzare tali informazioni in modo opaco”.

Così Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera in una intervista al Corriere della Sera.

Il biondo è stato spiato

Dai vip ai politici spiati, rischia di allargarsi la lista dei nomi di personalità coinvolte nell’inchiesta di Perugia per il dossieraggio abusivo.

Dentro l’elenco degli spiati c’è anche il biondo pavese

E adesso il caso finisce sul banco delle commissioni parlamentari di inchiesta e del Consiglio superiore della magistratura.

Gli stessi procuratori di Perugia Raffaele Cantone e dell’Antimafia Giovanni Melillo hanno chiesto di essere sentiti dal Comitato di presidenza del Csm, dal presidente della Commissione antimafia e da quello del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica. Richieste non casuali.

Il primo è il capo dell’ufficio titolare dell’inchiesta mentre il secondo è l’attuale numero uno della Direzione nazionale antimafia, per la quale avevano prestato servizio i due indagati chiave: Pasquale Striano, il finanziere al quale vengono contestati centinai di accessi abusivi alla banca dati delle Segnalazioni di operazioni sospette, e Antonio Laudati, ex sostituto procuratore dell’antimafia, il quale guidava la struttura che riceveva le cosiddette ‘Sos’ (segnalazioni operazioni sospette).

All’epoca dei fatti il procuratore capo della Dna era Federico Cafiero de Raho, oggi deputato del Movimento Cinque Stelle, il quale nei mesi scorsi aveva già negato categoricamente l’esistenza di una centrale di dossieraggio interna alla direzione nazionale antimafia.

In queste ore Melillo e Cantone considerano però “doveroso” chiedere di valutare “con l’urgenza del caso” la loro audizione, che considerano appunto “necessaria alle valutazioni riservate” di Csm, Copasir e Commissione antimafia

Quest’ultima si sta già attivando in merito e nelle prossime ore si terrà l’ufficio di presidenza, presieduto da Chiara Colosimo, per valutare la richiesta dei due magistrati.

La Lega, secondo cui sarebbero stati setacciati i dati soprattutto di cittadini di centrodestra e in particolare politici e persone vicine al Carroccio, chiede invece al Copasir di approfondire la questione

“in dettaglio fino alla completa chiarezza sui fatti, a partire dalle audizioni dei vertici presenti e passati della Guardia di Finanza e dell’Antimafia. Siamo di fronte a un attacco alla Repubblica e alla democrazia”


Per il capogruppo di Forza Italia al Senato, Maurizio Gasparri, il quale invoca anche una pronuncia del Consiglio superiore della magistratura sui fatti e chiede un’immediata ispezione alla Procura nazionale antimafia, si tratta di uno scandalo degno di una bicamerale.

E il presidente della Liguria Giovanni Toti, che figurerebbe tra i nomi spiati, commenta:

“non è certo piacevole sapere che qualcuno sbircia nella tua vita, anche se non hai nulla da nascondere”

Il governatore aggiunge che

“l’attività di dossieraggio, lo spiare dal buco della serratura cariche istituzionali, politici, o comunque personalità in vista credo sia il frutto malato di una mentalità che si è ormai diffusa in questo Paese, cioè che ci sia sempre qualcosa di marcio, qualcosa di nascosto, qualcosa di torbido. È la conseguenza malata di un odio sociale diffuso”

#sapevatelo2024 

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