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IL SILENZIO D’ORO DI PEPE    

TACCO&SPILLO

Ve la ricordate su Bardi la spacconata leghista secondo cui la Basilicata si meritava di più, nonostante avesse dato prova con Guarente di manifesta incapacità di governo? E avete ancora a mente il giochino penoso di Salvini d’infilare in ogni trattativa che riguardasse la riconferma della Tesei in Umbria o il terzo mandato di Zaia il ricatto di scippare la Basilicata ai forzisti bramosi di fare il colpaccio della cinquina presidenziale? Così si dà il caso che in questa formidabile Lega di patrioti d’accrocchi, retromarce e svarioni ci sia un tale di nome Pasquale che pur di mettere un po’ di Pepe in ogni minestra politica renda tutto miseramente immangiabile. Ora lasciamo stare la fuga dal gruppo consiliare, manco in giro ci fosse la peste nera come anche la figuraccia alle politiche d’aver preso una manciata di voti, nonostante il potere leghista sparso tra Comune di Potenza, Regione e sottogoverno, ma più di tutto e dopo tanta livorosa animazione antibardiana è quel suo silenzio che indigna di più proprio verso il suo stesso carnefice Salvini e di cui però guarda caso rimane consulente d’oro a 50mila euro annui. Canta Akes:“Il silenzio è d’oro ma le spreco due parole…”.

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