CRISI MAR ROSSO, BASILICATA TRA LE MENO ESPOSTE
Il commercio estero navale lucano influenzato direttamente o indirettamente dalle dinamiche dell’area “calda” vale 366 milioni di euro
In riferimento agli ultimi dati statistici disponibili consolidati, quelli del 2022, il commercio estero italiano, import più export, che viaggia su nave con i paesi influenzati direttamente o indirettamente dalla crisi del Mar Rosso ammonta a 161,7 miliardi di euro.
Questo importo incide sull’intero commercio estero dell’Italia per il 12,6 per cento. Di questi 161,7 miliardi di euro, 110, pari al 68 per cento, riguardano le importazioni e 51,7 miliardi di euro, pari al 32 per cento, le esportazioni. Come precisato dall’Ufficio studi dell’associazione Artigiani e piccole imprese Cgia di Mestre, «alla luce di queste cifre, se la situazione nell’area Mediorientale dovesse precipitare ulteriormente, l’impatto negativo si potrebbe far sentire maggiormente sulle importazioni di merci».
Rielaborati i dati su base regionale. La Basilicata è risultata tanto per valori assoluti che per valori percentuali relativi, tra le realtà territoriali italiane meno esposte.
Per quanto riguarda il commercio estero navale lucano influenzato direttamente o indirettamente dalla crisi del Mar Rosso, il valore dell’import lucano è risultato pari a 220 milioni di euro mentre quello dell’export è risultato pari a 146 milioni di euro. Il totale del connesso commercio estero lucano, import più estero, pari a 366 milioni di euro. In valori assoluti, Basilicata 18esima, avanti a Calabria (258 milioni di euro) e Valle d’Aosta (110 milioni di euro).
Proseguendo sui numeri lucani, il peso dell’import influenzato direttamente o indirettamente dalla crisi del Mar Rosso rispetto al totale del commercio estero pari al 12,5% mentre quello dell’export pari al 5,1%: incidenza complessiva sul commercio estero pari all’8%.
In riferimento al quadro italiano, a livello regionale e rispetto alla crisi del Mar Rosso, Lombardia e Veneto sono risultate le realtà che potrebbero essere le più a rischio: se la prima cuba nei paesi interessati 30,4 miliardi di importazioni, la seconda quasi 17. Di seguito l’Emilia Romagna con 9,3 miliardi e il Lazio con 7,4 miliardi. Sul fronte delle esportazioni, invece, la più in “pericolo” rimane ancora una volta la Lombardia che registra 12,5 miliardi di vendite in queste aree. Seguono l’Emilia Romagna con 8,7 e il Veneto con 5,7 miliardi di euro.