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CHIORAZZO GIOCA AL GATTO COL TOPO

Mentre a Roma discutono, il re delle coop rilancia con una manifestazione elettorale sulle donne. FdI dorme, Quarto sta solo sulla sua campagna elettorale: quando il Commissario?

Sicuramente Schlein e Conte non lo sanno ma da queste parti domani si dice “crai”, la saggezza popolare sottolinea che “crai, crai” fanno le cornacchie. Schlein e Conte non lo sanno ma stano facendo proprio la figura delle cornacchie. È da sabato che sentiamo il refrain «entro oggi si decide», intanto il cero si consuma e la processione non cammina. Chiorazzo gioca come il gatto con il topo. Oggi fa una terna, domani aspetta una risposta, poi fa girare la voce che lui resta in campo comunque, nel frattempo lancia la proposta di “Umbria Casa Comune”. Da più di una settimana assistiamo all’inedito di una lista civica che tiene in scacco due persone che vorrebbero governare l’Italia. Berlusconi parlerebbe di comiche finali. Credo che siamo abbondantemente oltre. La Sardegna aveva riempito l’orgoglio del centrosinistra, quei mille voti di scarto che avevano consegnato la vittoria alla Todde aveva fatto gridare con troppa fretta alle matite che fermano i manganelli, al vento del cambiamento, alla fine del centrodestra. Peccato per la coppia degli indecisionisti più famosi del tempo della politica che poi si è votato in Abruzzo. Il “campo largo” era perfetto, tutti dentro da Azione e Italia Viva fino al Movimento Cinque Stelle. Il candidato era anche buono, un docente universitario con un passato da amministratore di partecipate pubbliche. Per provare a dare la spallata a Marsilio si era messo di gran lena anche il “Fatto Quotidiano” con editoriali al vetriolo anche nel periodo di silenzio elettorale. Peccato per loro che poi si è iniziato a votare ed il “campo largo” si è ristretto a poco più di un campetto. Dieci punti di scarto sono tantissimi in una competizione a due concorrenti. Considerato che Marco Marsilio è un uomo della prima cerchia intorno a Giorgia Meloni, proveniente dalla destra di Colle Oppio, uomo di fiducia e quasi padre spirituale del presidente del Consiglio la vittoria è doppia se non tripla.

DUM ROMA LOQUIMUR

Intanto mentre a Roma chiacchierano e aspettano di capire cosa fare, la prova muscolare la fa Angelo Chiorazzo in Basilicata. Il re delle Coop se ne frega delle trattative in corso e rilancia. Oggi convoca la stampa presso il suo comitato elettorale per parlare della forza delle donne. «La Basilicata è la seconda peggiore regione d’Italia per divario di genere nel lavoro. Lo conferma un’inchiesta pubblicata sul “Sole24ore”: la differenza nel tasso di occupazione di uomini è donne è di 26,3 punti percentuali. Se per chi governa questo è il frutto della crisi economica della Regione, per noi invece è una delle cause. Solo mettendo appieno a frutto il contributo di tutti, donne e uomini, è possibile risollevare le sorti di questa terra. Anche per questo il prossimo 12 marzo alle ore 17.00 al comitato Basilicata Casa Comune presenteremo un pacchetto di proposte concrete e investimenti per togliere gli ostacoli alla piena realizzazione lavorativa e professionale delle donne lucane. La nostra terra ne ha bisogno». Questo il testo della sua nota stampa con la quale dimostra chiaramente di voler andare avanti a prescindere. Ha un programma, lui è candidato, ha uomini di fiducia che lo seguono. Il PD e il M5S lo seguano se ne sono capaci. Se potessimo eleggere una statua al migliore stratega di questa pre-campagna elettorale, almeno limitatamente al “campo largo”, non potremmo che scegliere lui. Ormai fa le carte e attende che gli altri rispondano a colore, ammesso che ne abbiano di carte dello stesso colore.

BARDI UOMO FORTE

Se Chiorazzo si dimostra un uomo forte non da meno è Vito Bardi. Il Generale sta costruendo le liste, la coalizione e anche la prossima maggioranza. Dal cilindro del cappello ha cacciato una apertura seria ai civici, ha allargato ad Italia Viva, dialoga con Azione e si prepara ad eleggere uomini di sua stretta fiducia in Consiglio. Da abile stratega qual è sta muovendo le pedine sue e anche quelle degli altri. In pratica sta costruendo non soltanto il Governo Bardi ma anche una maggioranza qualificata e magari un po’ più esperta di quella passata. Neanche Zaia, Emiliano e De Luca erano mai riusciti a fare tanto.

FRATELLI D’ITALIA NEL TORPORE

Chi sta vivendo la stagione del sonno è, invece, Fratelli d’Italia. Sia chiaro non è che la Lega stia messa meglio ma FDI è il primo partito, dovrebbe avere la battuta politica e quella strategica. Non ha né l’una né l’altra. La Segreteria regionale si sta limitando a tenere in piedi una partita burocratica nella formazione delle liste, non si muove da questo compitino, resta immobile senza nessuna visione strategica. Il segretario regionale Quarto è impegnato soltanto nella sua campagna elettorale. Fratelli d’Italia deve immediatamente procedere a riorganizzare, come storicamente ha fatto, il partito evitando l’incompatibilità sostanziale tra candidato e segretario regionale nominando un commissario elettorale, individuando una figura diversa da Mattia, già di fatto nume tutelare – attraverso Coldiretti e non solo – di Quarto. Nel centrosinistra Chiorazzo tiene in pugno tutti. Nel centrodestra (verosimilmente vincente) sarà Bardi a tenere tutti sotto scacco e a gestire da solo l’intera legislatura. Non servirà più neanche la “pieni poteri”, basterà soltanto il risultato elettorale e l’inesistenza di un Partito in grado di dettare la linea. Fratelli d’Italia ha dimostrato più volte la forza di un partito organizzato e strutturato. La Meloni è forse il leader con più carisma leaderistico degli ultimi anni. Forse è il caso che metta mano alla strutturazione del partito in Basilicata. Con questo modo di procedere rischia di consegnarsi nelle mani di Bardi magari in cambio di qualche strapuntino assicurato per chi consegna il Partito al Generale.

Di Massimo Dellapenna

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