IL PANARO DI ALIANDRO
TACCO&SPILLO
Non che sentendolo parlare si potesse pensare di trovarsi dinnanzi ad uno statista, con quel suo modo sincopato e pieno zeppo d’accrocchi linguistici di trattare le questioni della politica nemmeno fossero pasta filata, quasi un falsetto inconsapevole della sua attività di casaro, ma tale Gianuario Aliandro detto Nario da Paterno stavolta s’è davvero superato e con un colpo comico ha lanciato, dal suo profilo social, la sfida d’onore per la qualità dei candidati alle regionali, visto che dopo le piogge abbondanti ne “spunteranno come funghi” al punto d’aver bisogno “d’un panaro”. Ora lasciamo stare l’intensità della metafora micologica che mostra tutto il suo spessore politico, peraltro già certificato dal nullismo avuto in questa legislatura frastagliata come lasciamo stare il suo disdicevole trasformismo che l’ha portato dalla Lega a FI ed invece a beneficio delle sue battute arrotolate gli andrebbe ricordato che non è stato mai eletto in Consiglio regionale e che fin qui ha fatto di mestiere politico lo scaldapoltronista, grazie ai soliti Santarsiero e Lacorazza che questa legge strampalata l’hanno desiderata e voluta. Canta Massimo Ranieri:“Nu panaro chino chino, tutt’ fravule ‘e ciardino…”.