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PITTELLA RIMETTE IN PISTA CHIORAZZO

Riunione del cdx che veleggia verso la vittoria. Così la Lega mette il veto ad Azione. Il gladiatore prova a salvare l’onore dei traditi con un polo oltre Lacerenza

Penelope, nell’attesa di Ulisse, per evitare di dover scegliere tra i Proci il suo sposo, disse che lo avrebbe fatto subito dopo aver tessuto il telo funebre per il suocero Laerte. Per prolungare il tempo, ci dice Omero «finché il giorno splendea, tessea la tela superba; e poi la distessea la notte al complice chiaror di mute faci». Lo scopo di Penelope era quello di attendere il ritorno di Ulisse dal multiforme ingegno. Il “campo largo” di Basilicata, invece, va a brandelli senza particolare multiforme ingegno. Una soap opera sudamericana avrebbe avuto un filo logico più coerente nella trama e più breve nelle conclusioni.

IL RUGGITO DEL GUERRIERO DI LAURIA

I grandi strateghi si muovono con azioni brillanti e deduzioni illuminate. I grandi generali hanno la capacità di cambiare la propria strategia in corso di battaglia. Marcello Pittella era stato uno dei grandi ostacoli sul cammino di Chiorazzo. Aveva posto un veto autentico e determinato nei suoi confronti. In tutta onestà aveva parlato più di metodo che di merito. La stessa coerenza l’aveva dimostrata nei confronti di Lacerenza, giudicato un ottimo medico e una brava persona non condividendo il metodo di scelta riservato a un convivio di poche persone. Ieri al tavolo del “campo largo” è stata invitata anche Azione. Il Partito di Calenda ha partecipato nella persona del segretario regionale Pessolano. Le dichiarazioni di Pittella per commentare la situazione del “campo largo” e le strategie da adottare sono coerenti con il suo percorso argomentativo e la sua visione politica. «Lacerenza è un ottimo medico ma il “campo largo” ha bisogno di un politico. Chiorazzo è un politico e soltanto i veti del M5S lo hanno fatto fuori. Siamo pronti a ragionare con lui». Una scelta di totale ed assoluta coerenza logica e soprattutto di grande coraggio. Pittella ha dimostrato più volte di avere un consenso sufficiente per garantirsi l’elezione anche da solo. Non è la ricerca del seggio che lo spinge a sostenere Chiorazzo ma la fredda e lucida volontà di essere coerente fino in fondo sia nelle idee che nel personaggio. Una scelta di coraggio che noi che amiamo i coraggiosi non possiamo che apprezzare. La stessa coerenza di metodo e di merito la stanno mostrando i socialisti. Valvano e Maraio, dopo aver evidenziato l’esigenza di discutere con tutti concludono dicendo che «Partito Democratico e la new entry, Basilicata Casa Comune leggono uno spartito che suona musica urticante per i Lucani, come dimostrano le diffuse reazioni delle ultime ore».

ANCHE IL PD PIANGE

Molto telenovela sudamericana è, invece, la vicenda politica del Pd. Al tavolo del centrosinsitra-campolargo e amici vari il Partito Democratico, alla presenza on-line di Baruffi e Taruffi, avrebbe ribadito il suo sostegno a Lacerenza. A quel tavolo si sarebbero adirati molto i chiorazziani accusando sostanzialmente il Partito di tradimento. Non che non abbiano ragione. Per capire servirebbe un riepilogo delle puntate precedenti. La Direzione regionale del Pd aveva mesi fa dato il suo sostegno a Chiorazzo. Dopo un po’, su pressione del M5S aveva ritirato quel sostegno. Nell’ultima Direzione regionale i Dem, sconfessando i missi dominici Baruffi e Taruffi, avevano confermato il sostegno al Beato Angelico. Nel frattempo si erano riuniti a Roma anche con Chiorazzo e dopo una lunga serie di tira e molla, rinvii e annunci smentiti erano tutti convenuti su Lacerenza. Ora non è molto chiaro con chi stia il Pd. In realtà non è chiaro neanche se esiste ancora il Pd. Non sappiamo, cioè, se esiste una posizione unitaria dei Dem.

IL M5S NON C’HA CAPITO NIENTE

In tutto ciò il Movimento Cinque Stelle sembra il pistolero schiaffeggiato da Terence Hill in versione Trinità. Tutti noi ricordiamo la scena cult del film con Trinità che tira fuori la pistola, non spara, tira un ceffone, mette nella fondina la pistola, poi ripete questa azione più volte e domanda: «Hai capito?». «Non hai capito niente, la faccio più piano» e ricomincia. Il Movimento Cinque Stelle è più o meno nella stessa situazione. Non voleva Chiorazzo e glielo hanno tolto anche se i suoi uomini sono già andati con Chiorazzo. Non voleva Pittella e glielo hanno tolto. All’ultimo tavolo del campo distrutto hanno confermato la fiducia a Lacerenza. Forse non hanno ancora capito bene cosa sta succedendo. Rischiano seriamente di trovarsi da soli a difendere un candidato che non c’è più.

CHIORAZZO PRONTO A TORNARE IN CAMPO

Sospinto dalle voci dei suoi fedelissimi che per lui hanno dimostrato di essere capaci di lanciarsi anche nel fuoco, il Beato Angelico sarebbe pronto a tornare in campo. Dopo le parole di sostegno di Pittella e la strenua difesa che gli hanno offerto i suoi uomini più fidati, il re delle Coop si sarebbe aspettato un ripensamento da parte del Pd. Chiorazzo non ritiene (secondo noi a ragione) determinante il M5S per le elezioni in Basilicata e sa che, qualora il Pd rompesse con gli ordini romani e convergesse su di lui insieme a Pittella potrebbe addirittura vincere. È pienamente consapevole che una parte del Pd lo seguirebbe comunque anche in caso di rottura con i vertici nazionali e sa che la sua coalizione supererebbe senza alcuna difficoltà una coalizione tra il Pd ufficiale e il M5S guidata da Lacerenza. La notte porta consiglio e noi non ci sentiamo di escludere che l’orgoglio ferito possa essere la molla per un’azione decisa da parte di Chiorazzo

LA LEGA CHIUDE LE PORTE A PITTELLA

Il centrodestra si è riunito. All’ordine del giorno anche l’allargamento della maggioranza alle forze centriste. Mentre non c’è stata nessuna pregiudiziale nei confronti di Italia Viva, la pregiudiziale resta in piedi nei confronti di Marcello Pittella e di Azione. La Lega, un po’ per calcoli elettorali, un po’ per scelte ideali avrebbe comunicato a Bardi e alla coalizione il suo veto su Marcello Pittella. Veto che, allo stato attuale sarebbe stato accettato da tutta la coalizione.

Di Massimo Dellaapenna

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