MARRESE, IL CSX L’AZZECCA
Alla fine il campo largo trova il candidato migliore, come preannunciato da Cronache. Chiorazzo resta in campo. Azione col cdx: i pittelliani chiedono assessorato, gestione fondi Ue e revoca “Pieni poteri”
Adire che Piero Marrese potesse essere il miglior candidato per il centrosinistra siamo stati i primi. Ancora adesso non riusciamo a comprendere quale cecità strategica abbia condizionato il campo largo per tutti questi mesi per ridursi a trovare la migliore soluzione solo all’ultimo minuto. Marrese era là, militante e dirigente del Partito Democratico, Presidente della Provincia e sindaco di Montalbano Jonico eletto con votazione plebiscitaria, gradito al Movimento Cinque Stelle, con i requisiti giusti per allargare la coalizione, un forte radicamento nella provincia di Matera e una grande capacità di dialogo con le forze sociali e il mondo delle imprese, solo i verti- ci del Partito Democratico non lo avevano preso in considerazione fino ad ora. Ai tempi del “partito Regione” una distrazione del genere non sarebbe mai stata neanche immaginabile. È evidente che le sconfitte sono causa ed effetto di una decadenza qualitativa della classe dirigente. Marrese è avversario ostico per Bardi e per il centrodestra, forse l’unico capace di sfidare il generale fino a rendere competitiva la partita elettorale.
CHIORAZZO IN PISTA
Fino a ieri sera non era chiaro cosa avrebbe fatto Chiorazzo. Il re delle Coop è apparso per la prima volta in uno stato strategico confusionale. Davanti alla candidatura di Lacerenza aveva immediatamente dato la disponibilità al sostegno. Richiamato in campo dal “grido di dolore” che proveniva dalla sua squadra, dopo il ritiro di Lacerenza ha accarezzato il sogno di diventare il candidato unico del campo largo. Una speranza che si è infranta davanti al veto del Movimento Cinque Stelle e che è definitivamente caduta quando è stata ufficializzata la candidatura di Marrese. In tarda serata è arrivata la notizia, diffusa dallo stesso re delle Coop, che non esiste nessuna trattativa in corso tra lui e il PD e che la sua candidatura resta in piedi. Francamente abbiamo difficoltà a comprendere quale logica politica ci sia dietro questo differente atteggiamento del Beato Angelico, pronto a ritirarsi per sostenere Lacerenza ma non parimenti pronto per il sostegno a Marrese eppure appare evidente a tutti che la candidatura del Presidente della Provincia di Matera è più forte di quella dell’oculista barlettano trapiantato a Potenza.
FEDERICA D’ANDREA PER CHIORAZZO
L’unico strumento ermeneutico che abbiamo per interpretare la logica del Beato Angelico sono le gigantografie di Federica d’Andrea per Chiorazzo Presidente. Non sarebbe nulla di politicamente interessante se non fosse che D’Andrea è la compagna di Macchia, main sponsor di Chiorazzo. Da quanto si apprende è proprio Federica D’Andrea a spingere Chiorazzo a tenere la posizione. L’ex assessore del Comune di Avigliano, infatti, avrebbe la certezza di essere eletta come prima qualora Chiorazzo fosse candidato Presidente mentre non avrebbe più questa speranza nel caso in cui a guidare la lista proporzionale di Basilicata Casa Comune fosse il re delle Coop.
LE CONDIZIONI DI PITTELLA
Si attendeva in mattinata il comunicato stampa di Azione per chiarire la posizione politica del partito di Calenda. Fino a ieri sera non era arrivata nessuna comunicazione anche se il post di Calenda con il quale dice che stava cercando di contattare il PD senza riuscirci dava l’idea di un molto probabile sostegno a Bardi. La Direzione Regionale di Azione in tarda serata ha deciso che il partito di Calenda starà con Bardi. Azione presenterà una sua lista guidata da Pittella ma che vedrà competere anche Pessolano, Aurelio Pace e Paolo Laguardia. Di Aurelio Pace già si erano visti i manifesti senza indicazione né del partito né della coalizione. Evidentemente pronto a qualsiasi cosa come anche sostenere Bardi che ha violentemente attaccato per cinque anni. Secondo le notizie in nostro possesso il guerriero di Lauria ha chiesto e ottenuto la revoca della pieni poteri, un assessorato e la gestione dei fondi Ue oltre ad altre richieste minori. In pratica Pittella ha ottenuto quello che FdI ha chiesto e non aveva ottenuto. Una lezione di tattica politica e di capacità negoziale che dimostra come in politica l’intelligenza vale più della forza.
TRE POSTI PER TRE PARTITI
Allo stato attuale (ma i colpi di scena sono sempre dietro l’angolo) il centrosinistra appare diviso in due tronconi con un centrodestra che allarga i propri confini fino a creare un campo larghissimo. La vittoria del centrodestra appare quasi scontata, certo è che chi ne esce con le ossa rotte sono i partiti della coalizione e in particolare FdI che verosimilmente non solo dovrà rinunciare ad avere la metà degli eletti della maggioranza ma che dovrà dividere con Forza Italia e Lega i tre posti in Giunta lasciati liberi da Italia Viva e Azione. Alcune vittorie possono fare più male delle sconfitte. La potenza, del resto, è nulla senza intelligenza.
Di Massimo Dellapenna