CHIORAZZO NON SI FERMA: CORSA A 4 CANDIDATI
Azione, il vice segretario regionale Mollica si dimette ma Pessolano lo blocca. Lettieri ci prova ancora, ma non va: il re delle coop ai nastri di partenza con Bardi, Marrese e Follia
Dopo il “divorzio politico” dal fratello Gianni, la scelta di Marcello Pittella e dei vertici di Azione di sostenere Bardi alle prossime elezioni regionali ha causato un altro piccolo terremoto politico nel partito di Calenda. A rassegnare le dimissioni è stato Franco Mollica, vice segretario regionale del Partito che ha scritto «dopo che il Partito ha scelto democraticamente» e giustamente, aggiungo , «per i veti al partito e personali non fidandomi delle promesse di Bardi anche se inserite in accordi programmatici , rassegno le mie dimissioni da vice segretario regionale, evitando, in questo modo, possibili situazioni di “imbarazzo politico” per il Partito e qualsiasi equivoco che possa essere di impedimento allo svolgimento lineare e sereno delle prossime operazioni elettorali». Dimissioni prontamente respinte dal segretario regionale Pessolano che ha evidenziato come «Azione non può fare a meno della tua esperienza, della tua saggezza e della tua persona, adesso e quando le elezioni regionali saranno passate. Pertanto ti invito a riconsiderare la scelta e di ritirare le tue dimissioni da vice segretario regionale del partito. Sei per tutti noi una risorsa fondamentale». Problema rientrato nel partito che rinserra i ranghi ma che rafforzano l’importanza e il coraggio della scelta di Pittella e Pessolano. Avrebbero potuto cercare soluzioni più comode e meno laceranti, hanno preferito provare a dare il proprio contributo in una situazione totalmente diversa anche a costo di dover spiegare le ragioni delle scelte e di avere i logici e naturali strappi con le comunità politiche.
SPERANZA SPIEGA LE RAGIONI DEL “NO”
Con un lungo post su Facebook l’ex ministro della Salute Roberto Speranza ha confermato che Schlein e Conte gli avevano suggerito di candidarsi alla presidenza della Regione e che lui ha declinato. Nei giorni scorsi si era molto romanzato sulle ragioni del gran rifiuto anche attribuendo all’esponente Dem toni e concetti molto lontani dal suo modo di pensare. A soluzione unitaria trovata nel “campo largo” Speranza ha spiegato perché ha declinato l’invito con un mix legittimo di esigenze personali. «Chi in queste ore ha accostato il mio nome alla candidatura a presidente della Regione Basilicata rimuove il carico di responsabilità che ho avuto sulle mie spalle negli oltre tre anni di mandato a cui ha fatto seguito anche una clamorosa inchiesta giudiziaria. A giugno del 2023 ho guidato la comunità di Articolo Uno ad aderire al nuovo Pd di Elly Schlein che avevo sostenuto al congresso di febbraio. Da allora sono un semplice deputato». «A chi parla di “generosità” – ha proseguito l’ex ministro – vorrei ricordare che il prezzo che io e i miei affetti più cari abbiamo pagato per l’impegno degli anni del Covid è stato altissimo e purtroppo non si è ancora esaurito. Continuano incessanti le minacce di morte e gli insulti quotidiani da schegge della galassia no vax. Sono continue le istigazioni all’odio personale sui social e anche da parte di un pezzo limitato ma molto rumoroso del mondo editoriale. Questo clima, ulteriormente peggiorato da quando è stata annunciata la commissione parlamentare d’inchiesta sul Covid, mi costringe ancora a vivere sotto scorta con tutto ciò che questo comporta per me e per i miei cari». Aggiungendo, inoltre, che è sua intenzione ri- spettare fino in fondo il mandato elettorale ricevuto nel collegio di Napoli. Una dichiarazione serena e a cuore aperto quella di Speranza. Può essere condivisibile o meno ma riporta i politici alla loro natura umana, al loro affaticamento emotivo e mentale e all’esigenza di poter riprendere una vita normale dopo un periodo di forte tensione e stress.
CHIORAZZO NON SI FERMA
Chi credeva che in queste ore Angelo Chiorazzo avrebbe ritirato la sua candidatura per sostenere Marrese non aveva fatto i conti con la forza e la determinazione del re delle Coop. Un uomo che parte da Senise per diventare un imprenditore di livello nazionale non può essere sottovalutato nella sua forza caratteriale. Non sarà il richiamo alla necessità di “battere la destra” a stimolare il re delle Coop a tornare ad umiliarsi davanti a chi lo ha prima lanciato e poi abbandonato. Ad oggi, e salvo sorprese imponderabili, la competizione elettorale sarà tra Chiorazzo, Marrese, Follia e Bardi con l’ultimo che è stato capace di allargare la coalizione oltre i limiti dell’immaginabile.
Di Massimo Dellapenna