ANCHE PER GUARENTE È BIS
Il csx in Marrese trova il miglior candidato possibile. Bardi ha ampliato la coalizione: è sfida vera. Nel capoluogo il cdx ricandida l’uscente. Scelta nazionale mal digerita dal territorio
Alla fine sarà competizione vera per le elezioni regionali. Dopo tanto peregrinare e tanti errori, il centrosinistra ha trovato il candidato migliore che potesse trovare, quello più forte e con la maggiore capacità di organizzazione e di penetrazione sociale e territoriale. Ci sia consentito un minimo di vanagloria nel dire che noi lo avevamo suggerito all’inizio della questione. Basterà cercare in qualche editoriale di qualche mese fa per trovare un nostro “non pagato e non ascoltato” suggerimento al centrosinistra di provare ad immaginare la via di Marrese candidato alla presidenza. Sono poche le soddisfazioni di un commentatore politico e ci venga perdonato il “noi lo avevamo detto” che, se non è esteticamente bello, dà la misura del riconoscimento di una capacità di analisi politica. Da ieri “Basilicata Casa Comune” si è diluita nel centrosinistra. Non esiste più Chiorazzo presidente e qualcuno che con quella indicazione aveva già tappezzato i muri della regione, dovrà rifare i manifesti. Fuori da ogni ironia e soffermandoci sulla partita elettorale. Sarà una elezione dall’esito non scontato.
L’INCOGNITA DEL MOVIMENTO CINQUE STELLE
Quello che pesa come un macigno sulla tornata elettorale è la risposta del Movimento Cinque Stelle o, meglio, del suo elettorato. Gli elettorati anti-sistema, infatti, tendono a depotenziarsi quando sono inseriti in coalizioni di governo. Già dal M5S di Montalbano Jonico, città governata da Marrese, gli attivisti grillini hanno comunicato il loro mancato entusiasmo per la scelta del loro partito. Ciò che il centrosinistra deve evitare è lasciare il voto di protesta nell’area indifferenziata dall’astensionismo e del non-voto. È una partita in salita perché le grandi capacità del candidato presidente non possono nascondere il suo aver ricoperto per anni cariche istituzionali di primo piano cosa che, in un certo mondo antisistema, rappresenta già una “colpa”.
IL CAMPO ALLARGATO DEL CENTRODESTRA
Vito Bardi, al contrario, proverà a difendere la presidenza con una squadra raf- forzata. Le strategie caoti- che del centrosinistra hanno consentito al Generale di costruire intorno a sé un vero e proprio “campo largo”. Un “campo largo” che ha spostato al suo fianco Italia Viva ed Azione oltre a tanti esponenti della società civile organizzata. La coalizione a sostegno di Bardi gode dei favori del pronostico. Potrebbe perdere solo se si dovesse cullare sugli allori di una vittoria certa. Il periodo in cui sembrava che Chiorazzo e Marrese si sarebbero presentati divisi ha fatto calare la tensione agonistica della squadra di governo uscente, quasi che il risultato fosse già acquisito. Ora è necessario che questa tensione torni per poter provare a difendere la vittoria e il governo del cambiamento. Se tra i sostenitori di Marrese c’è l’incognita del voto dei Movimento Cinque Stelle, da quest’altra parte della barricata una delle incognite è quella relativa all’elettorato di Azione. L’elettorato di Marcello Pittella è consolidato e confermato in tante elezioni ma è anche abituato ad una sua collocazione nel centrosinistra. La presa di distanza del fratello Gianni, le dimissioni poi rientrate di Mollica ma anche alcune dichiarazioni che si stanno sviluppando in questi giorni, danno l’idea della difficoltà che il “gladiatore” di Lauria avrà per compattare tutti i suoi.
SARÀ GUARENTE BIS
Nella giornata di ieri è arrivata la voce della certa ricandidatura di Mario Guarente. Il sindaco Leghista, malgrado i suoi non soddisfacenti risultati come amministratore avrà la possibilità di tentare la riconferma. Nelle settimane scorse era arrivata la rinuncia di Galella a questa ipotesi. Ieri è arrivata la certa ricandidatura di Guarente. Il centrodestra pare aver deciso di perdere la città capoluogo di Regione. Se da Roma percorressero le strade della nostra città, se si recassero in un bar, da un barbiere, in una piazza, saprebbero perfettamente che l’indice reale di gradimento del sindaco uscente è bassissimo. Non solo non c’è stato nessun cambiamento in meglio ma molti problemi amministrativi sono stati moltiplicati negli anni del suo Governo. Evidentemente la logica degli equilibri nazionali ha obnubilato la mente di chi doveva decidere e ha favorito la scelta su un nominativo senza nessuna capacità di aggregazione nella città.
Di Massimo Dellapenna