CHEF RAFFAELLA CECCHELLI TITOLARE “LA TANA DEI BRILLI” UN FIUME IN PIENA OLTRE I FORNELLI
NELL’OSTERIA PIÙ PICCOLA D’ITALIA C’È POSTO ANCHE PER INTERVISTA SCOMODA ED IN ESCLUSIVA PER CRONACHE LUCANE ALLA CHEF RAFFAELLA CECCHELLI
È GIUSTO INFORMARE
Nella Città di Massa Marittima
CHEF RAFFAELLA CECCHELLI TITOLARE “LA TANA DEI BRILLI” UN FIUME IN PIENA OLTRE I FORNELLI
NELL’OSTERIA PIÙ PICCOLA D’ITALIA C’È POSTO ANCHE PER INTERVISTA SCOMODA ED IN ESCLUSIVA PER CRONACHE LUCANE ALLA CHEF RAFFAELLA CECCHELLI
BUONA VISIONE E BUON ASCOLTO DIRETTA FACEBOOK
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Quasi una “Introspezione vicariante” ascolto la CHEF e cerco di ricordare esperienze personali analoghe, o d’immaginarle, se non le trovo nel repertorio dei ricordi, a partire dall’esperienza emotiva che ricrea attivamente in me stesso, elaborando ricordi di vita vissuta in terra di Toscana
Raffaella Cecchelli della Tana dei Brilli a Massa Marittima si descrive e ci racconta
MAREMMA CHE RICORDI !
~ Oltre i fornelli ~
A mamma Marisa e papà Alberto per aver acceso in me la passione per la cucina e avermi insegnato che i sacrifici sono la causa dei sorrisi più belli;
a mio nipote Christian con il quale continuerò ad “assaporare” il resto della vita e che amerò sempre anche quando non potrò più dirglielo;
a me stessa, autrice di questo libro e dei miei sogni.
Un po’ di me
Questo non è, e non vuole essere, un ricettario esteso della cucina meremmana, ma in questo libro ho voluto raccogliere solo alcune delle ricette della mia terra di Maremma che in qualche modo hanno contraddistinto la mia vita fin da bambina, ricette legate alla trattoria di famiglia, quelle dei ricordi, ma che poi sono alla portata di tutti, con la facile reperibilità degli ingredienti.
Per la prima volta mi racconto, non solo tra i fornelli, come siete abituati a vedermi sui social, ma anche con aneddoti di vita di oltre quarant’anni nel mondo della ristorazione e non solo.
Il mio mondo inizia a 14 anni, tra sala e cucina, anche se in realtà le ho vissute già da molto prima, fin da bambina. Chi come me proviene da una famiglia di ristoratori, mi capirà ancora di più leggendo queste righe. Perché in questo lavoro, quando si è figli di ristoratori, non esistono le feste comandate. Ricordo i miei genitori al lavoro in cucina, dalla mattina alla sera, ma quando tornavano a casa, stanchi (magari avevano lavorato 13 ore, oppure d’estate in agosto dove nelle cucine, credetemi, c’è caldo!)
avevano dentro di sé quell’energia dettata dall’amore e trovavano sempre la forza di giocare e farmi le coccole senza farmi pesare nulla!
Genitori meravigliosi che mi hanno tanta amata!
Così da grande ho capito che non ha importanza sedersi a Natale, a Pasqua o in altre ricorrenze, intorno a una tavola bella imbandita, se poi dentro di noi non esistono quei valori veri, della famiglia, ma lo si fa tanto perché è festa.
Non vi nego, comunque, che c’è stato un periodo, in cui ho
“odiato” questo lavoro, soprattutto quando da ragazza mi impediva le uscite con le amiche il sabato e la domenica perché, appunto, dovevo lavorare nella trattoria di famiglia, e alcune volte dovevo fare la chiusura del locale, quindi niente passeggiata in piazza; oppure quando arrivava l’estate, e la voglia di mare, vedevo le mie amiche abbronzate, ma il mare io lo vedevo in cartolina!
Come si dice dalle nostre parti.
A fianco dei mei genitori in cucina e in sala, ho imparato tanto, soprattutto che per fare questo lavoro gli ingredienti principali sono: l’impegno, la passione e l’amore che ogni giorno dobbiamo mettere
“in pentola”
Voglio raccontare alcune pagine della mia vita che non è stata facile, ma che ritengo comunque fortunata, fosse soltanto per aver avuto due genitori stupendi che mi hanno dato e continuano a darmi tanto da lassù.
Due genitori semplici, ecco la parola giusta, semplicità!
Così come vuole essere questo mio racconto, semplice, genuino, sia nel tipo di scrittura, (in fondo non sono una scrittrice e non ho voluto l’aiuto di nessuno), sia nelle ricette, sia nella cucina quotidiana che sicuramente rispecchierà, ne sono certa, alcune delle vostre giornate e i vostri ricordi.
Ecco, nella memoria di ricordi ne ho tanti, alcuni legati anche alle persone che frequentavano la trattoria “da Alberto”, che prendeva il nome di papà. Ricordo gli amici dei miei fratelli, che si incontravano tutti li per poi andare insieme in giro, li chiamavano “i ragazzi della trattoria” : Piero, Sandro, Liliano, Romano, Mario, Irano,
Paolo, altogro, Gigi, Marco, Liviano, Craziano, Rudy, Elena, Robera, Monica.. e altri ancora; mi scuso se non li ricordo tutti, ma ero poco più che una bambina.
Ricordo che uno di loro, Piero, alcune volte mi aiutava a fare i compiti di scuola, seduti sulle poltroncine del bar, perché mamma lavorava.
Ricordo anche che per i miei genitori tutti loro erano come figli. In questo libro ho voluto inserire la ricetta della carbonara di papà, che gli faceva prima o dopo il cinema, come tempo indietro mi ha ricordato proprio Sandro, uno di loro, uno dei “ragazzi della trattoria”
Ho voluto che le ricette riflettessero un po anche la mia vita vera, i miei sentimenti, perché le gratificazioni sono arrivate veramente dopo tanti anni, tra alti e bassi, come per ogni attività, grazie alla determinazione che ho da sempre avuto e la voglia di non far morire quella che è stata la vita dei miei, tra le mura di una cucina.
È stato con questa stessa forza che, dopo aver perso nel 2002 in soli 5 mesi prima papà e poi mamma, mi sono rimessa in gioco e nel 2003 ho aperto la mia creatura: l’osteria
“La Tana dei Brilli”
Quella che oggi mi sta dando tante soddisfazioni!
L’osteria è menzionata nei libri di cucina con alcune delle mie ricette, nelle riviste dedicate, ma anche in prestigiose guide come
“Osterie d’Italia” di Slow Food Editore, nel quale sono recensita come l’osteria più piccola d’Italia e dal quale ricevo da anni l’ambito riconoscimento del simbolo della chiocciola, assegnato per la qualità della cucina, la location, la professionalirà, ma anche per l’amore per il mio lavoro e il mio territorio.
Nonostante una vita impegnativa, finalmente dopo anni di sacrifici, sono arrivati un po’ di leggerezza, tanto divertimento e consentitemi di dirlo, anche tanta soddisfazione e orgoglio personale, quando mi hanno contattata per le prime ospitate in tv nelle trasmissioni di cucina di tv locali e regionali: TV9, ITALIA 7, Teleregione Toscana, RIV38, Teletruria, Telegranducato.
ITALIA 7 è stata la trasmissione che mi ha fatto da palestra con Aspettando il Tg condotto elegantemente dalla bravissima giornalista e conduttrice Annamaria, con la quale abbiamo condiviso 8 anni di ospitate insieme.
A Teleregione Toscana ricordo quando sono andata a fare il colloquio: mi trovai di fronte una bellissima ragazza e la prima cosa che mi colpì di lei fu quella luce negli occhi scuri.
Mi sedetti in ufficio di fronte a lei e cominciammo a parlare…
Poi l’appuntamento per fare l’ospite nella sua trasmissione Ma che bontà, con la regia di Marco, una persona molto abile nel proprio lavoro, preparato, corretto ma anche simpaticissimo.
Ancora oggi mi diverto un mondo a cucinare nella loro trasmissione!
Dopo Aspettando il Tg, è stata poi la volta di un’altra trasmissione: Pillole di sapori, dove la regina di casa era Vassiliki, una donna straordinaria, molto preparata, ma soprattutto tra di noi c’è stata subito grande complicità e intesa, come se ci conoscessimo da sempre, oltre che a una sincera stima reciproca, e in ogni puntata si caricava di allegria. Ringrazio molto anche lei per avermi ospitato spesso nella sua trasmissione dandomi l’opportunità di farmi conoscere e far conoscere Massa Marittima e i suoi produttori…
La soddisfazione è stata tanta, credetemi.
A chi non sarebbe piaciuto poter partecipare ad esperienze del genere?
Ma la svolta vera, l’emozione più grande, è stata quando in una caldissima giornata di agosto del 2018, mentre lavoravo, mi è arrivato un messaggio dove mi si comunicava che ero stata scelta per una rubrica a La prova del cuoco su Rai 1, quell’anno condotta da Elisa Isoardi!
Sento ancora le farfalle nella testa, no nello stomaco, anzi, dappertutto!
Ero approdata alla tv nazionale, l’ammiraglia, Rai 1, insomma per una sempliciona come me, fu la carica che mi fece lavoraie ancora meglio, non vedendo l’ora di arivare al giorno in cui sarei entrata negli studi della Rai!
Infatti arrivato quel giorno, non stavo più nella pelle, ero ospite in un hotel e un ristorante meravigliosi, avevo la macchina personale che mi veniva a prendere e mi riportava indietro, ina persona le sembrava di vivere una favola.
Entrata in quei corridoi grandissimi con i vari studi televisivi, mi venne incontro una delle auttici, Micol, una ragazza bellissima, eterea che mi accompagnò, poi mi affiancarono uno degli autori
Lorenzo, соn il guale scegliere le ricette, inviarle, insomma mantenere i contatti per tutto il lavoro che c’era da fare a casa, eh si, perché il lavoro non comincia e finisce solo nello studio televisivo.
Avevo il cuore in gola dalla gioia.
Ricordo che, entrata in camerino, la prima cosa che feci fu quella di sedermi e di guardarmi allo specchio, un po’ impaurita per la diretta che mi aspettava, un po’ confusa perché mi sembrava un sogno essere stata scelta, e in quello specchio vidi “Raffaellina”, quella bambina che girava tra i tavoli della trattoria di famiglia, che baciava la mamma dagli occhi stanchi e abbracciava il papà; vidi anche la ragazzina che a 14 anni, uscita da scuola, si toglieva la cartella e cominciava a servire ai tavoli, a sorridere, sì, perché mi hanno sempre insegnato che in sala bisogna sorridere e di questo insegnamento ne ho fatto tesoro.
L’ospite che entra nel locale ha voglia di leggerezza, di stare bene, questa formula magica mi è servita anche nella vita. Continuavo a guardarmi e a vedere che quello specchio, in realtà, rifletteva una donna adesso, una donna arrivata alla Rai.
Una donna che ha realizzato il sogno di ogni bambina, anche se nella vita aspirano ad altro, di vedersi in tv, non con i concorsi di belleza, ma con le proprie mani, intese come lavoro, con quell’eredità bellisima che mi hanno lasciato, troppo presto, i miei genitori.
Quello specchio mi diceva:
“Ora sei qui guardati, quanta strada hai fatto, da un piccolo paese di provincia alla Rai…”
A un tratto tutto si interruppe, ritornai alla realtà quando mi chiamarono per il trucco e parrucco.
Anche in questo caso mi sentii un po’ una vip, lasciatemelo dire. Poi la sarta mi vestì con la mia giacca personale, l’autore mi venne prendere e… eccola, incontrai lei, Elisa Isoardi altissima, bella, giunonica, di una semplicità unica, un sorriso che mi rincuorò (si fa per dire).
Tirai un sospiro di sollievo e via in onda, in diretta!
Avevo 8 minuti per preparare un piatto, con la tensione della diretta. Mi guardava tutta Italia e non solo, dovevo spiegare, dovevo parlare di me, dovevo sorridere, dovevo guardare le lavagnette degli autori che mi scrivevano cose tipo:
“Hai 3 minuti”, “Hai 1 minuto!”, “Impiatta!”
Insomma, conclusi la ricetta
tra sorrisi, applausi del pubblico, e occhiolini di incoraggiamento da parte dello staff.
In quell’attimo pensai: “Ce l’ho fatta!”. Tornai in camerino con un adrenalina a duemila, avevo superata la prima, sarei stata pronta subito per un’altra, mi sentivo viva e me stessa.
Mi riguardai allo specchio e mi feci l’occhiolino con il nodo in gola: “Ci rivediamo tra 15 giorni” dissi al mio riflesso. Chiamai subito a casa per sapere come fossi andata, anche se sapevo che la risposta sarebbe stata un incoraggiante “bene!”, invece, dall’altra parte del telefono sentì un pianto.
Di quella chiamata la cosa che più mi è rimasta impressa fu il pianto di gioia del mio compagno, un pianto che mi ricorderò per sempre, accompagnato da parole di complimenti, un pianto di orgoglio forse, un pianto di felicità, non so come spiegarlo, non lo avevo mai sentito.
Montai in macchina e corsi in hotel dove il mio compagno mi aspettava insieme a Stella, la mia cagnolina salvata da un canile in Ucraina, che porto sempre con me, è la mia mascotte, il mio portafortuna.
Seguirono altre puntate con la mia rubrica Osteria n°1, poi sono stata chiamata per essere ospitata a Uno mattina sempre su Rai 1, nell’angolo di cucina con il nutrizionista, condotto da Valentina Bisti e Roberto Poletti, due splendidi è simpaticissimi professionisti che non smetterò mai di ringraziare.
Un altro grazie di cuore va a Sabrina, autrice e persona carinissima.
Anche questa esperienza mi ha dato belle emozioni e mi ha fatto conoscere persone stupende con cui sono tutt’ora in contato, alcune delle quali sono venute anche a mangiare alla mia osteria.
Successivamente mi ha contattata anche Rai 2, per partecipare a Tg Eat Parade, una rubrica ideata e condotta dal giornalista e regista Bruno Gambacorta, con il quale registro ogni anno diverse puntate trasmesse il venerdi dopo il Tg.
Anche in una rubrica di cosi grande successo, il nome di Massa Marittima rimbomba ogni volta che mi presento.
Ho portato la mia cittadina dalle tv locali al nazionale!
Così si crea un circuito, vuoi anche per i social, vuoi per le conoscenze fatte, e via via vengo contattata, non solo per le ospitate, ma anche direttamente nella mia osteria, portando così il nome di Massa Marittima, non solo in Rai.
La trasmissione Gusto su Canale 5, condotta da Joacchino Bonsignore, ha dedicato uno speciale alla mia osteria, alla cucina maremmana, e anche alla storia del mio paese.
Anche con Tv del calibro di Alice Tv e Marcopolo Tv ho fatto un bellissimo servizio, durato qualche giorno di riprese, portandoli da alcuni produttori del territorio, dando visibilità, non solo a me stessa, ma anche a loro e al mio territorio.
E come questi molti altri progetti che verranno in seguito! altri, ci mancherebbe!
Per queste opportunità non mi sono mai ritenuta più brava di Forse solo più fortunara di altri, o forse sarà per l’energia positiva che ho dentro, sarà perché sorrido sempre, il sorriso ormai è una specie di amuleto per me. Forse sarà per la mia genuinità, sono una cuoca autodidatta, le ricette le ho assorbite, più che imparate, nella quotidianità della trattoria. Le ricette che creo per me significano famiglia, significano anche dimensione paesana. È una fortuna vivere in un piccolo paese, una fortuna a volte sottovalutata, qui le relazioni hanno un calore più umano che nelle grandi città, un posto dove anche le cose semplici, come la spesa, hanno un sapore diverso, diventano scambio di chiacchierate, di umanità e non solo di scambio tra prodotti e denaro.
Non mi sono mai sposata, chissà perché.
Ho conosciuto l’amore a 25 anni con Giacomo, lui più giovane di me di 7 anni.
Ricordo che lo accompagnai al treno, pochi mesi dopo che ci eravamo messi insieme, per la partenza per il servizio militare.
È stata la storia più importante della mia vita, ci siamo amati per molti anni e forse ci “amiamo” ancora dentro di noi, di un amore fatto di ricordi belli, di risate, delle prime vacanze insieme, un “amore” di rispetto per le nostre vite che non vedranno mai insieme la fine di quel “film” del nostro amore. Purtroppo con ogni addio si impara sempre che alcune volte non diamo abbastanza importanza a un momento. Quel momento in cui avresti avuto voglia di fare uno squillo, di combinare un incontro, di dire qualcosa, ma per paura di un rifiuto o semplicemente per rispettare la vita degli altri, eviti di farlo. Finché quella volontà diventa un ricordo e un rimpianto. Hai smesso di esserci, ma non di essere con me, mancherai sempre, anche se riuscirò a nasconderlo a tutti quelli che, vedendo brillare le mie stelle, non si accorgono di quel posto buio nel cuore dove si è spenta la stella più bella, a cui tenevo di più.
Ognuno di noi nel corso della vita subisce vari cambiamenti a seconda degli eventi che vive e spesso questi ci rendono incompatibili.
Incompatibilità che non abbiamo saputo affrontare e superare forse anche per la giovane età. Talvolta ci si lascia per immaturità, perché i progetti sono diversi, o perché si è troppo giovani per capirsi, ma incontrandosi di nuovo si capisce che la storia poteva, con più maturità, avere basi più solide, ma questo credo che accada spesso con gli amori speciali e unici come è stato il nostro. Insieme abbiamo cresciuto mio nipote, già, perché io non ho avuto figli, ma nel 1987 è nato Christian, mio nipote, che mi ha cambiato la vita ancora di più, perché è stato da sempre insieme a me. da quando era un bambino dolce a oggi che è un ragazzo sensibile e serio.
Con Christian ho trascorso i giorni più belli della mia vita da ragazza, perché era veramente piccolo quando venne ad abitare con noi, per lui sono stata la sorella maggiore, l’amica, la zia severa, ma anche la mamma e il papà, insieme ai suoi nonni, cioè i miei genitori. Lui è il figlio che avrei voluto. Insieme a lui custodiamo ricordi di ricette che ancora oggi ci emozionano, come quando sentiamo nell’aria il profumo del ragù e ci torna in mente quando tornava da scuola e mio padre, glielo faceva trovare sulle fette di pane bello fumante.
Scrivere questo libro mi ha permesso di rivivere ricordi ed emozioni, ma mi ha dato anche una bella carica in più, rispetto a quella che provo ogni mattina quando entro in cucina e rivolgo un pensiero lassù in cielo.
Ho ripreso in mano i ricordi e li ho messi su queste pagine..
ed è stato come se per un momento si fosse ricomposto tutto..
come se fossero tornati quei giorni.
Certo il 1970 era un’altra epoca, ma ancora oggi questo amore, questa passione creativa, questa energia di sperimentare nuove idee, restano il vero motivo che per me, come per i miei genitori in quegli anni mi hanno sempre detto, accomuna tutti i cuochi del mondo!
Esistono molte varietà tra antipasti, primi piatti, secondi piatti e dolci;
in questo ricettario ho voluto raccogliere solamente i piatti che hanno caratterizzato la mia infanzia e che mi trasmettono idee di cucinare con sentimento. Ricette semplici per ogni occasione.
Voglio ricordare a tutti i lettori di vivere ogni esperienza con consapevolezza, che qualunque essa sia, serva ad ampliare gli orizzonti e a non restringerli, perché semplice non vuol dire facile, in cucina, ma anche nella vita.
Buona lettura!
Raffaella
MAREMMA MAIALA
OGGI DEGUSTAZIONE A RITMO LENTO NEL 1º GIORNO DEGLI EVENTI DEL CAPODANNO DELL’ANNUNCIAZIONE
slow food ~ locuzione
- Nome commerciale ® di un’associazione senza scopo di lucro che promuove la degustazione a ritmo lento di cibi genuini e cucinati con cura, in contrapposizione al consumo rapido di cibi pronti.
L’OSTERIA “LA TANA DEI BRILLI”
È situata in Toscana, a Massa Marittima, in uno dei vicoli più belli vicino a piazza del Duomo, un pò nascosta, merita la location tranquilla e caratteristica.
L’ambiente, intimo, è molto piccolo, e conta solo 12 coperti interni e altri 8 esterni sul vicolo, questa è infatti l’osteria più piccola d’Italia nella guida Slow food da anni, ma e’anche inserita in altre guide di prestigio.
Pochi tavoli, in un ambiente da fiaba, a lume di candela. La cucina è tipica toscana con qualche tocco di fantasia. La titolare, Raffaella, ti consiglia sempre e ti coccola dall’inizio alla fine del pranzo.
Il menù cambia spesso, secondo la stagione, la reperibilità dei prodotti e la stagionalità, ma non mancano mai gli antipasti particolari, la pasta fresca, la cacciagione e i dolci fatti da Ciro, il cuoco dell’osteria e cuoco dell’alleanza dei cuochi di slow food.
Pane, coperto e servizio non si pagano; il vino si può scegliere tra tante bottiglie di marca, ma è ottimo quello della casa sfuso del Monteregio.
Essendo il locale così piccolo si consiglia di prenotare…
OSTERIA LA TANA DEI BRILLI
Le Salsicce in forma di Raffaella Cecchelli della Tana dei Brilli a Massa Marittima
Dall’osteria più piccola d’Italia, una ricetta deliziosa, perfetta per grandi e piccini
Raffaella Cecchelli, figlia d’arte da generazioni, è depositaria di una tradizione gastronomica che sposa cucina casalinga e materie prime locali grazie alla rete stretta da anni con i produttori della zona.
La Tana dei Brilli è la sua osteria a Massa Marittima, la più piccola d’Italia (10/12 posti interni e un piccolo spazio fuori, in estate) e premiata da molte guide
CILIEGIOLO MAREMMA TOSCANA
Colore rosso rubino intenso con riflessi violacei. Note di frutti rossi e di sottobosco, mediamente tannico e di buona persistenza.
Gastronomia: ideale con carni rosse, selvaggina, formaggi.
Cosa abbinare al Ciliegiolo?
Ciliegiolo è un vino fresco, schietto e dalle note marine. Perfetto da abbinare a un tagliere di pecorino toscano e prosciutto crudo pepato. Ottimo anche in abbinamento a delle grigliate di carne.
MENÙ : VEGETARIANO
e PRESIDIO SLOW FOOD
PER COMINCIARE…
👉🏾 IL PROSCIUTTO di MUCCA AFFUMICATO con “LATTE” in PIEDI
👉🏾 LA TERRINA DI VERDURE AL FORNO CON BRICIOLE DI PANE ALLA CURCUMA
👉🏾 LE SFOGLIE DI PANE TOSCANO CON LARDO DI CONCA e CANNELLA
👉🏾 IL PECORINO TOSCANO CALDO IN CROSTA DI PANE CROCCANTE
👉🏾 I CROSTINI TOSCANI con PATÈ di FEGATINI e FICO SFUMATI al VIN SANTO
LA NOSTRA PASTA FRESCA…
👉🏾 I TORTELLONI MAREMMANI con RAGÙ di SCAMERITA
👉🏾 LE PAPPARDELLE AL *CINGHIALE
👉🏾 GLI GNUDI 24 KARATI DI RICOTTA E SPINACI CON FONDUTA DI PECORINO TOSCANO
👉🏾 LA ZUPPA CON CAVOLO NERO
👉🏾 LE PAPPARDELLE CON PORRO E SALSICCIA
👉🏾 LA NOSTRA CACIO E PEPE CON I PICI
*PUÒ ESSERE SURGELATO SECONDO PERIODO DELLA STAGIONE, MA SEMPRE DI QUALITÀ
…I NOSTRI SECONDI PIATTI…
👉🏾 LO STINCO DI MAIALE ALLA BIRRA CON PATATE ARROSTO AL ROSMARINO
👉🏾 LA ROSTICCIANA AL VERMENTINO ARROSTO MORTO CON OLIVE NERE
👉🏾 LE SALSICCE E FAGIOLI ALL’UCCELLETTO
👉🏾 IL GALLETTO AL LIMONE ARROSTO CON PATATE
…I CONTORNI..
I FAGIOLI CANNELLINI all’OLIO E.V.O.
FAGIOLI CANNELLINI CON LA RUCOLA!
LE PATATE ARROSTO al VIN BIANCO!
L’INSALATA MISTA in FOGLIE
I FORMAGGI…
IL PECORINO TOSCANO D.O.P.
con MIELE di CASTAGNO
IL BLU MAREMMANO con LONZINO di FICO e PASSITO
I DOLCI dell’OSTERIA (chiedere)
DA BERE …
Acqua Lauretana naturale o gassata e Ferrarelle
Vino sfuso Azienda MorisFarms
in fischietto impagliato
Il caffè viene servito alla moka
Pane, coperto e servizio
Birra La mi’ Maremma cl 33
Bibite bio (limonata, aranciata)
#sapevatelo2024