DISSEQUESTRO PER I FIGLI DELL’AVVOCATO
Fallimento Padula: domiciliari confermati, ma con un capo di accusa in meno. Riconsegnate le case alla prole
Caso false perizie e interessi privati su aste immobili: il Riesame ha disposto il dissequestro degli immobili acquisiti da Gianluca e Pierluigi Molinari, difesi dal Prof. Donatello Cimadomo, annullando l’Ordinanza del Gip di Potenza relativamente alla connessa e specifica ipotesi di reato connessa. Circa 2 settimane fa, l’esecuzione dell’Ordinanza applicativa di quattro misure cautelari personali, più un’altra di sequestro preventivo, ai fini della confisca, di tre appartamenti. L’inchiesta della Procura del capoluogo ha riguardato la procedura fallimentare relativa alla società di lavori generali e costruzioni di edifici e di ingegneria civile “Padula Giuseppe Antonio”. A vario titolo, contestati, due diversi reati: quello di interesse privato del curatore negli atti del fallimento e quello di falsa perizia. Per entrambi i reati, l’avvocato Molinari Fernando Nicola, curatore fallimentare nella citata procedura e padre di Gianluca e Pierluigi, sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari. Per Molinari, misura cautelare confermata. Tra i destinatari del provvedimento di sequestro preventivo degli immobili, quali aggiudicatari definitivi e, di conseguenza, beneficiari del decreto di trasferimento dei tre appartamenti provenienti dal fallimento di “Padula Giuseppe Antonio”, non soltanto i figli di Molinari, ma anche la moglie del curatore fallimentare, legalmente separata, Valentinis Wally. Coinvolto nell’inchiesta anche il geometra Vito Rocco Molinari, consulente tecnico incaricato della stima degli immobili in questione. La Procura ha tratteggiato le modalità attraverso cui gli immobili ubicati in via Marconi a Potenza, erano stati aggiudicati ai componenti della famiglia del curatore ad un prezzo inferiore rispetto a quello di mercato. In particolare, mediante il coinvolgimento, nelle vane fasi della procedura, propedeutiche al decreto di trasferimento, di ulteriori soggetti, tutti però riconducibili allo studio professionale di Fernando Nicola Molinari: l’avvocato Carmen Pica, collaboratrice dello studio Molinari, quale professionista delegato alla vendita, che materialmente aveva proceduto alla vendita senza incanto e l’avvocato Rosa Miraglia, collaboratrice dello studio Molinari, che si aggiudicava per persone da nominare i predetti cespiti designando successivamente quali beneficiari del contratto di vendita Valentinis Wally e Pierluigi e Gianluca Molinari. Nella procedura fallimentare, secondo l’ipotesi accusatoria, c’è stato il coinvolgimento di più soggetti, legati da vincoli di parentela o di colleganza-dipendenza professionale all’avvocato Molinari che, da curatore fallimentare, avrebbe perseguito interessi privatistici, riconducibili alla sua sfera familiare.