REDDITO LIBERTÀ, LA LEGGE LUCANA PUBBLICATA SUL BOLLETTINO REGIONALE
L’obiettivo è di aiutare le donne vittime di violenza, con o senza figli: ‘24-‘25, finanziamenti per 40 mila euro
La Regione Basilicata istituisce il reddito di libertà per le donne vittime di violenza: la legge che lo prevede, la 16 del 2024, è stata pubblicata sullo speciale del Bollettino ufficiale regionale. L’obiettivo è quello di aiutare le donne vittime di violenza e in condizioni di non autosufficienza, con o senza figli, a superare “la condizione di dipendenza economica, di soprusi e di ricatti”, mettendole “in condizione di accedere ai beni essenziali e di partecipare dignitosamente alla vita sociale”. Il reddito di libertà è una misura specifica di sostegno. È corrisposta per un periodo che va dai dodici ai trentasei mesi. Presupposto per la concessione è l’impegno della donna che vive la condizione di violenza e subalternità a partecipare a un «“progetto personalizzato”» che l’aiuti a emanciparsi e a raggiungere l’indipendenza. A tal fine «la Regione può attivare intese e protocolli con i ministeri competenti e con le associazioni datoriali per regolare i rapporti di lavoro e l’assunzione delle donne vittime di violenza», prevedendo anche «specifici incentivi per le imprese e specifici interventi nell’ambito delle politiche educative e dell’edilizia residenziale». È previsto dalla legge anche il sostegno per il patrocinio legale a favore delle donne vittime di vio- lenza fisica, sessuale, di maltrattamenti e di atti persecutori. Il contributo alle spese di assistenza legale è corrisposto sia per i procedimenti giudiziari già avviati sia per quelli da avviare in sede civile e penale. La difesa sarà affidata ad avvocati con esperienza nel settore della violenza di genere, inseriti in un elenco di professionisti predisposto d’intesa con gli Ordini degli avvocati dei fori della Basilicata. Oltre a progetti di educazione all’affettività e alla parità di genere, la legge riconosce il valore dell’accoglienza delle donne vittime di violenze e dei loro figli. Alle famiglie affidatarie è attribuito un contributo economico da destinare alla cura e al mantenimento. Per il 2024 e 2025 la legge è finanziata con 40 mila euro. Per gli anni successivi si provvederà con uno stanziamento nel bilancio regionale.