«EVITARE LA FINE DEL SUD, L’AUTONOMIA DIFFERENZIATA UN DISEGNO SCELLERATO»
Elezioni, molinari (pd): «è la prima battaglia che faremo»
Campagna elettorale 2024 verso le regionali alle ultime battute. Tra i protagonisti, il candidato consigliere regionale con il Partito Democratico, Antonello Molinari
Avvocato Molinari lei è tra i profili di primo piano in corsa per la carica di consigliere nel Partito Democratico, il percorso del centro sinistra è stato molto travagliato, perché ha scelto di candidarsi a sostegno di Piero Marrese?
«Intanto perché questa regione negli ultimi anni ha smarrito sé stessa. Se provate a chiedere ai ragazzi e alle ragazze qual è il sentimento prevalente loro vi risponderanno che è quello di andare via, non perché hanno smesso di cercare o di lottare ma perché, se lo fanno, lo fanno fuori di qui, cercano altrove un riscatto, rivolgono altrove le loro mire, i loro obiettivi. Noi ci candidiamo per ridare un senso alle storie di tanti, per riaffermare, controvento e controcorrente, che in Basilicata si può costruire il proprio benessere e la propria felicità»
Quali saranno le priorità sulle quali si concentrerà in Consiglio?
«La prima cosa che farò sarà oppormi a questo scellerato disegno di autonomia differenziata che, se attuato, sarà la fine del Sud ed in particolare della Basilicata, perché saremo soli ed abbandonati al nostro destino, senza una scuola, una sanità di qualità, senza infrastrutture. E poi porterò in Consiglio Regionale idee concrete. Intanto la sanità, la salute dei lucani. i lucani stanno rinunciando a curarsi, sono rassegnati a liste d’attesa interminabili. Nel 2024 molti lucani o mangiano o si curano. Allora proponiamo innanzitutto un grande piano di rafforzamento dell’organico sanitario e lavoreremo per una risposta immediata ai cittadini ribaltando il costo delle prestazioni in intramoenia sulle aziende sanitarie attuando pienamente il D.Lgs 124-1998, investendo sulla digitalizzazione, promuovendo l’utilizzo del fascicolo sanitario elettronico e sulla telemedicina, essenziale in un territorio come il nostro che è fondamentalmente una grande area interna. Spopolamento e lavoro. I giovani lucani hanno il diritto di vivere la propria vita dove ritengono. Hanno il diritto di tornare. Si può attivare un grande piano di reskilling e upskilling attraverso il sistema integrato dell’apprendimento permanente e si può immettere una ondata di giovani altamente qualificata nella Pubblica Amministrazione. La macchina amministrativa è ferma e totalmente sottodimensionata. C’è bisogno di un piano di sviluppo industriale guardando ai due grandi motori della Basilicata, l’indotto dell’automotive e quello del petrolio, attraverso una piattaforma di investimenti con grandi player nazionali e internazionali. L’istituzione di un fondo sovrano alimentato dalle royalties del petrolio per gestire la fase di transizione energetica e le trasformazioni che l’utilizzo più spinto dell’automazione e dell’intelligenza artificiale immettono nel sistema produttivo. E poi dobbiamo costruire una regione più inclusiva, a partire dalle nostre aree interne ma guardando anche alla gestione del fenomeno migratorio. Dobbiamo dare attuazione alla legge regionale numero 13 del 2016 sull’immigrazione costruendo un Piano Triennale sulle migrazioni. Occorre qualificare i servizi inserendo e investendo sulla figura dei mediatori culturali»
E poi Potenza, la città capoluogo, serve un netto cambio di passo…
«Potenza, tra pochi giorni toccherà anche al capoluogo scegliere. Cosa serve alla città e quanto la partita regionale si gioca in città. Dico subito che l’amministrazione Guarente è la peggiore della storia di questa città. Potenza è totalmente abbandonata, il numero di candidati del centro destra sulla città è enorme ma non riesco ad immaginare cosa possano raccontare ai cittadini, il disastro è sotto gli occhi di tutti. Io penso che Potenza debba tornare ad avere il ruolo che le spetta, di città capoluogo e di guida per l’intera comunità regionale, rafforzando la sua vocazione storica, ovvero di città di servizi che offre ospitalità e transito non solo ai suoi circa 65mila abitanti, ma ai tanti di più che ogni giorno attraversano e vivono la città, per lavoro e per studio, per curarsi. Un voto per un cambio di Governo regionale può essere la spinta per un nuovo inizio anche per Potenza e i potentini. Il mio impegno in consiglio regionale sarà rivolto a Potenza affinché si riappropri della propria funzione, del proprio presente e del proprio futuro. Affinché possa essere per le nuove generazioni una meta e non solo un punto di partenza».