CORDOGLIO DEL PRESIDENTE SERGIO MATTARELLA PER LA MORTE DI VINCENZO AGOSTINO
VINCENZO AGOSTINO “La verità sui delitti eccellenti è dentro lo Stato”
È GIUSTO INFORMARE
CORDOGLIO DEL PRESIDENTE SERGIO MATTARELLA PER LA MORTE DI VINCENZO AGOSTINO
Cordoglio del Presidente Mattarella per la morte di Vincenzo Agostino
C o m u n i c a t o
“Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella esprime il suo cordoglio per la morte di Vincenzo Agostino, protagonista di un costante e coraggioso impegno contro i crimini della mafia e per la ricerca della verità”
Morto Vincenzo Agostino, una vita in nome del figlio Nino
Da anni cercava verità e giustizia per il duplice delitto di mafia
PALERMO, 21 aprile 2024
Morto Vincenzo Agostino, si è battuto 35 anni per ottenere giustizia per il figlio Nino assassinato dalla mafia
È morto Vincenzo Agostino, 87 anni, che per tanti anni si è battuto per ottenere giustizia per la morte del figlio Nino, l’agente di polizia assassinato dalla mafia, assieme alla moglie incinta Ida Castelluccio, l’8 agosto del 1989.
Era conosciuto per il suo impegno e per la lunga barba bianca: l’avrebbe tagliata solo dopo che fosse stata fatta verità sui mandati del duplice omicidio e sul depistaggio delle indagini.
Sua moglie, Augusta Schiera, era morta nel 2019, ma Vincenzo Agostino ha continuato senza sosta la sua battaglia fino all’ultimo.
COSA NOSTRA
Morto Vincenzo Agostino: un simbolo della ricerca della verità per il duplice omicidio del figlio Nino e della nuora Ida
Quella lunga barba bianca è diventata un simbolo della ricerca della verità: la prova tangibile del dolore di un padre trasformato in una battaglia per la giustizia. Vincenzo Agostino è morto oggi (domenica 21 aprile) all’età di 87 anni: per quasi 35 anni si è battuto per ottenere la verità sulla morte del figlio Nino, l’agente di polizia assassinato dalla mafia, assieme alla moglie incinta Ida Castelluccio, il 5 agosto del 1989.
Da quel giorno Vicenzo non ha più tagliato la barba e i capelli: l’avrebbe fatto – come promesso davanti alla tomba del figlio – solo dopo che fosse stata fatta verità sui mandati del duplice omicidio e sul depistaggio delle indagini. Sua moglie, Augusta Schiera, era morta nel 2019, ma Vincenzo Agostino ha continuato senza sosta la sua battaglia fino all’ultimo giorno della sua vita. Da quell’agosto del 1989 era spesso presente al palazzo di giustizia di Palermo, dove si recava in procura a chiedere novità sulle indagini. Non solo, Vincenzo ha anche capito la cosa fondamentale era comunicare ai giovani una serie di valori per cercare di seminare qualcosa per un futuro diverso. La sua storia è diventata anche un docufilm, “Io lo so chi siete” di Alessandro Colizzi, scritto da Silvia Cossu.
È il 5 agosto del 1989 quando a Villagrazia di Carini due killer uccidono il poliziotto 28enne Nino Agostino e la moglie di 19 anni Ida Castelluccio, incinta di due mesi e sposata da uno, all’ingresso di casa dei genitori di Nino. “Io lo so chi siete” è la frase che urla Ida Castelluccio agli assassini poco prima di morire. Mentre il caso viene spacciato, inizialmente, per “omicidio passionale”, “ignoti uomini dello Stato” entrano a casa Agostino e fanno sparire documenti e appunti sulle indagini che il giovane poliziotto stava conducendo. Nonostante lavorasse ufficialmente al servizio Volanti del commissariato San Lorenzo di Palermo, infatti, Agostino dava la caccia ai latitanti di Cosa nostra. “Quest’omicidio è stato fatto contro di me“, dirà davanti alla bara di quell’agente di polizia il magistrato Giovanni Falcone: avevano ucciso un investigatore che lavorava con lui, seppur in via riservata. Per tanti anni di questa collaborazione non si è saputo nulla, dato che il principale testimone della storia, cioè lo stesso Falcone, è stato ucciso nella strage di Capaci.
Saranno anni di buio e silenzio. Solo la battaglia di Vincenzo e della moglie Augusta porteranno a tracciare i contorni di una vicenda sempre più avvolta nel mistero: dentro c’è il fallito attentato all’Addaura contro il giudice Falcone, la storia di “faccia di mostro” e tanti altri intrecci. Nell’ottobre del 2023 la corte d’Assise d’Appello di Palermo ha confermato la condanna all’ergastolo per il boss Nino Madonia. La ragione dell’omicidio di Antonino Agostino sta anche nei “rapporti che Cosa nostra, e nel caso specifico la cosca dei Madonia, intratteneva con esponenti importanti delle forze dell’ordine collegati ai servizi di sicurezza dello Stato”, aveva scritto il gup Alfredo Montalto nella sentenza di primo grado. “Si sta avvicinando il giorno in cui potrei tagliare la barba perché si avvia a conclusione anche il procedimento ordinario (in cui è imputato un altro boss mafioso, Gaetano Scotto, ndr). In caso di condanna, posso dire che quel giorno potrò mantenere la promessa che ho fatto sulla tomba di mio figlio”, aveva commentato Nino Agostino dopo la conferma dell’ergastolo per Madonia.
Morto Vincenzo Agostino, il padre coraggio simbolo della lotta alla mafia. Accusò:
“La verità sui delitti eccellenti è dentro lo Stato”
Il figlio Nino, agente di polizia, venne ucciso con la moglie dai killer di Cosa nostra nel 1989. All’aula bunker riconobbe “faccia da mostro” durante un drammatico confronto all’americana. La camera ardente sarà allestita alla caserma della polizia di Palermo, il funerale probabilmente martedì
Dal giorno dell’omicidio di suo figlio Nino e di sua nuora Ida Castelluccio, incinta di pochi mesi, aveva promesso: “Non mi taglierò la barba fino a quando non saprò la verità sugli assassini e sui mandanti”. Una verità che non è ancora arrivata del tutto. Vincenzo Agostino è morto prima che la corte d’assise di Palermo si pronunci sulla responsabilità del boss Gaetano Scotto. Aveva 87 anni. E’ morto con la sua barba lunga, ormai bianca, diventata il simbolo dei delitti impuniti di Palermo
Morto a Palermo Vincenzo Agostino, papà-coraggio e simbolo di lotta per la verità
È morto Vincenzo Agostino, il papà dell’agente della polizia di stato Nino, ucciso da Cosa Nostra assieme alla moglie Ida Castelluccio, l’8 agosto 1989. Vincenzo Agostino, nato il 22 marzo 1937, era il papà coraggio, che non si era mai rassegnato alla morte del figlio e della nuora – incinta di qualche mese – e aveva da subito denunciato i tentativi di depistaggio legati al duplice omicidio
Aveva una lunga barba bianca che – aveva detto – «non avrebbe più tagliato» fino a quando non sarebbe emersa la verità sui mandanti del duplice omicidio, sui silenzi e soprattutto sui depistaggi alle indagini. Vincenzo ha continuato a combattere per il figlio anche dopo la morte di sua moglie, Augusta Schiera, avvenuta a febbraio 2019
I COMMENTI A CALDO
PROF. GUIDO SARACENI :
(Palermo) – L’uomo con la barba si chiama Vincenzo Agostino, suo malgrado, è divenuto un’icona nella lotta alla mafia.
Il figlio di Vincenzo, di nome Nino, era un agente di polizia. Fu ucciso 32 anni fa in un agguato, assieme alla moglie Ida, incinta del loro primo figlio.
Nino collaborava con i Servizi Segreti italiani nella ricerca dei grandi latitanti di mafia. A seguito del suo omicidio, sul luogo del delitto, giunse anche Giovanni Falcone, per rendere omaggio a quell’uomo coraggioso, che, seppur giovane, aveva già fatto molto per lo Stato.
“Quella stessa notte”, racconta Vincenzo, alcuni colleghi di Nino “si presentarono in casa, svuotarono un armadio e sparirono con delle carte che non furono mai più ritrovate”.
Da allora, Vincenzo decise che non si sarebbe più tagliato la barba fino a quando lo Stato non avesse punito gli assassini di suo figlio, della nuora e del nipotino di cui la donna era incinta.
Nel 2023, per quell’orribile delitto, fu condannato definitivamente all’ergastolo il boss Nino Madonia.
Vincenzo tirò un sospiro di sollievo, ma non tagliò la sua barba, perché restava da celebrare il processo a carico di Gaetano Scotto e perché tanti aspetti di quella vicenda erano ancora tutti da chiarire.
Ieri, a 87 anni, ci ha lasciati “papà coraggio”- come lo chiamavano in tanti -; l’uomo con la barba lunga e significativa, come il suo antico dolore, come la sua sete di Giustizia.
Ciao Agostino, che la terra ti sia lieve.
Ci auguriamo che lo Stato non demorda, nel ricordo di Agostino, di Nino, di Ida e del bambino che, per colpa di quei maledetti assassini, non potè mai vedere la luce.
Roma 22.4.2024
Fiat Iustitia Ne Pereat Mundus
[Sia Fatta Giustizia Per Salvare Il Mondo]
#sapevatelo2024