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È SCONTRO FRONTALE SUL CASO SCURATI OLTRE LA POLITICA ATTIVA

“L’assemblea dei Comitati di redazione della Rai mercoledì ha proclamato lo stato di agitazione e approvato cinque giorni di sciopero”

È GIUSTO INFORMARE 

Caso Scurati, il comunicato dei giornalisti Rai letto nei tg: “Controllo sull’informazione asfissiante”  

È il testo del comunicato dell’Usigrai letto in onda in tutti i tg e giornali radio della Rai e pubblicato sui siti di Rainews, Tgr e Televideo

“Il controllo dei vertici Rai sull’informazione del servizio pubblico si fa ogni giorno più asfissiante. Dopo aver svuotato della loro identità due canali, ora i dirigenti nominati dal governo intervengono bloccando anche ospiti non graditi, come Antonio Scurati a cui era stato affidato un monologo sul 25 aprile, in una rete, Rai3, ormai stravolta nel palinsesto e irriconoscibile per i telespettatori”

ANTONIO SCURATI

“L’assemblea dei Comitati di redazione della Rai mercoledì ha proclamato lo stato di agitazione e approvato cinque giorni di sciopero”

scrivono i giornalisti :
“Dopo aver svuotato della loro identità due canali, ora i dirigenti nominati dal Governo intervengono bloccando anche ospiti non graditi, come
Antonio Scurati a cui era stato affidato un monologo sul 25 aprile in una rete, Rai3, ormai stravolta nel palinsesto e irriconoscibile per i telespettatori. La stessa azienda che ha speso 6 milioni di euro per il programma Avanti Popolo, ora avanza motivazioni di carattere economico per l’esclusione di Scurati. Motivazioni già smentite dai fatti”

Di fatto, scrive Usigrai

“siamo di fronte a un sistema pervasivo di controllo che viola i principi del lavoro giornalistico

Per questo, ribadiscono i giornalisti, i Cdr mercoledì hanno proclamato “lo stato di agitazione” e approvato “5 giorni di sciopero”. “Noi – concludono parlando direttamente ai telespettatori – ci dissociamo dalle decisioni dell’azienda e lottiamo per un servizio pubblico indipendente, equilibrato e plurale”

Immediata la replica dell’azienda, il cui comunicato è stato letto di seguito a quello sindacale

Viale Mazzini sottolinea che “nessun controllo sull’informazione e nessuna censura sono state operate dall’azienda nei confronti di programmi e conduttori” e che la Rai “è patrimonio di tutti gli italiani ed esprime oggi più che mai i valori del pluralismo e libertà d’espressione”

scrive ancora nella nota :

“Sforzo dell’azienda è quello di aggiungere, innovare, sperimentare nuovi contenuti e nuove narrazioni, aggiungere opinioni idee e punti di vista vuol dire essere ancora più pluralisti di come la Rai è stata in passato”

Nel merito della vicenda Scurati, la Rai sottolinea ancora che

“nessuno ha mai messo in discussione la possibilità di partecipazione di Antonio Scurati alla trasmissione Chesarà condotta da Serena Bortone, la cui presenza era stata ampiamente annunciata”

e parla di “un tentativo di strumentalizzare con polemiche sterili un caso montato sul nulla” che “rischia di vanificare il grande impegno” dell’azienda in questi mesi. Tuttavia non si capisce come mai se non è mai stata messa in discussione la partecipazione dello Scrittore, il suo intervento sia stato annullato.

Sul caso del monologo di Antonio Scurati censurato dalla Rai interviene il sindacato Usigrai con un comunicato di cui è stata chiesta la lettura nei Tg e Gr di oggi.

Questa la nota:

“Il controllo dei vertici della Rai sull’informazione del servizio pubblico si fa ogni giorno più asfissiante. Dopo aver svuotato della loro identità due canali, ora i dirigenti nominati dal Governo intervengono bloccando anche ospiti non graditi, come Antonio Scurati a cui era stato affidato un monologo sul 25 aprile, in una rete, Rai3, ormai stravolta nel palinsesto e irriconoscibile per i telespettatori.

“La stessa azienda che ha speso 6 milioni di euro per il programma Avanti Popolo, ora avanza motivazioni di carattere economico per l’esclusione di Scurati. Motivazioni già smentite dai fatti. Siamo di fronte ad un sistema pervasivo di controllo che viola i principi del lavoro giornalistico. L’assemblea dei Comitati di redazione della Rai mercoledì ha proclamato lo stato di agitazione e approvato 5 giorni di sciopero. Gentili telespettatori, noi ci dissociamo dalle decisioni dell’azienda e lottiamo per un servizio pubblico indipendente, equilibrato e plurale”.

Caso Scurati, parla l’ad Rai Sergio:

“Non finisce qui, chi sbaglia paga. Non lo avrei censurato, avrei chiesto a Bortone un riequilibrio”

ROBERTO SERGIO

Roberto Sergio rompe il silenzio

Dopo un sabato senza proferire parola sul caso Scurati che ha scosso viale Mazzini, con il monologo dello scrittore sul 25 aprile fatto saltare all’ultimo dal programma di Serena Bortone su Rai3, l’amministratore delegato Rai ha deciso di dire la sua. Parlando con La Stampa dal treno, Sergio, sembra infuriato. Proprio lui, solo pochi mesi fa, era finito al centro delle polemiche per aver fatto leggere un comunicato a Mara Venier, al termine di Domenica In, in contrapposizione alle parole di Ghali su Israele e Palestina.

Sottolineando di non essere stato messo al corrente “di quanto accaduto o stava accadendo”, Sergio promette: “Questa questione, quello che è accaduto, non può finire qui…”. L’amministratore delegato ha chiesto per lunedì “una relazione” e, dice, “saranno presi provvedimenti drastici”. È “surreale, surreale come sia potuto accadere”, continua parlando con il quotidiano torinese,

“è necessario approfondire e dare risposte. Chi ha sbagliato paga“

Dello stop al monologo scritto dallo scrittore in occasione del 25 aprile,

“nessuno mi ha informato“

Anche Sergio, come i telespettatori e i giornalisti, ha appreso del “caso Scurati dal post che la giornalista Serena Bortone e ha pubblicato sui profili social”

Quel che è certo è che per l’ad “si doveva agire diversamente“

Serena Bortone

L’amministratore delegato sembra sposare la ricostruzione dell’azienda, ribadita anche da Giorgia Meloni nel post con cui ha deciso di rispondere personalmente del caso nato in Rai, ma sconfessata dallo scrittore.

Ma sottolinea:

“Possiamo anche discutere sulla richiesta di 1800 euro per un minuto in trasmissione, se fosse esagerata o meno o non compatibile con gli standard Rai, e quindi anche eticamente inaccettabile, ma certamente non lo avrei censurato“

Cosa avrebbe fatto lui?

“Io lo avrei mandato in onda e avrei chiesto a Serena Bortone, nel caso fosse stato necessario – prosegue – un riequilibrio ai sensi della normativa che disciplina la par condicio”

Secondo l’amministratore delegato, però, la Rai più che “carnefice” è vittima. Di cosa? “Di una guerra politica, quotidiana, con l’obiettivo di distruggerla”. Non si capisce bene, però, chi voglia distruggerla e, a domanda de La Stampa, Sergio non fa nomi. Quello che fa, invece, è allontanare ogni “sospetto” dal governo Meloni: “Io – assicura – non ho mai ricevuto interventi o telefonate dalla maggioranza di governo per condizionare scelte su programmi, conduttori o argomenti di qualunque genere”. Sarà vero?

Proseguono le proteste dopo il caso che ha coinvolto lo scrittore Antonio Scurati

ANTONIO SCURATI

Questa volta è il sindacato dei giornalisti Rai a prendere parola con un comunicato letto durante il telegiornale:

«Il controllo dei vertici della Rai sull’informazione del servizio pubblico si fa ogni giorno più asfissiante – recita la lettera – Dopo aver svuotato della loro identità due canali, ora i dirigenti nominati dal governo intervengono bloccando anche ospiti non graditi. Come Antonio Scurati, a cui era stato affidato un monologo sul 25 aprile in una rete, Rai3, stravolta nel palinsesto e irriconoscibile per i telespettatori». Nel comunicato, il sindacato ha inoltre messo in evidenza la scelta dell’azienda di stanziare 6 milioni di euro per la trasmissione «Avanti popolo» e avanzare ragioni di carattere economico per l’esclusione di Scurati. L’assemblea dei Comitati di redazione ha annunciato lo stato di agitazione per mercoledì 24 aprile e cinque giorni di sciopero.

La conduttrice è quindi passata alla lettura della replica di viale Mazzini, ha proseguito la giornalista :

«Nessun controllo e nessuna censura sono state operate dall’azienda nei confronti di programmi e conduttori. La Rai esprime i valori del pluralismo e della libertà d’espressione. Scopo dell’azienda è innovare e sperimentare nuovi contenuti e nuove narrazioni. Aggiungere opinioni, idee e punti di vista vuol dire essere ancora più pluralista di come la Rai è stata in passato. Nessuno ha mai messo in discussione la partecipazione dello scrittore Antonio Scurati alla trasmissione condotta da Serena Bortone»  

#sapevatelo2024 

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