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IL BRACCIALETTO ELETTRONICO IN PISCINA CREA MOLTI DISAGI: «È UN DISASTRO»

Il nuovo metodo di accesso ai servizi è acquistabile solo con bancomat. La protesta di una mamma: «Nessuna comunicazione e in più gli operatori rispondono male»

La piscina comunale “Michele Riviello” nel parco di Montereale si è dotata di un nuovo sistema per gli ingressi, asciugacapelli nuovi in tutti gli spogliatoi e soprattutto un nuovo “metodo di pagamento”, il braccialetto elettronico, che preventivamente ricarciato dà la possibilità di pagare tutti i servizi presenti nell’impianto sportivo. Una novità che ha creato non pochi disagi all’utenza e anche qualche episodio sgradevole. L’unica possibilità per poter ricaricare il braccialetto elettronico, infatti, è il bancomat. Il referente della piscina non accetta più contanti ma solo “pagamenti tracciabili” e qualora qualcuno malauguratamente si dovesse presentare allo sportello con le monetine per pagare l’ingresso o qualsiasi altro servizio, potrebbe essere addirittura mandato a casa in malo modo. A segnalare l’incresciosa situazione è una mamma che a Cronache racconta: «Quello che accade nella piscina da un mese a questa parte è assurdo. Praticamente non si può più nuotare se non si possiede un bancomat». «Improvvisamente, il Comune ha deciso di non permettere più l’uso del contante in piscina. Questa scelta, comprensibile ma non comunicata adeguatamente nei tempi e nei modi, ha creato situazioni sgradevoli. Si creano lunghe file nell’atrio, gli operatori dello sportello rispondono in modo sgarbato e addirittura alcune mamme sprovviste del bancomat sono arrivate a farselo prestare pur di pagare gli ingressi in piscina ai propri figli. Si assiste a scene a dir poco imbarazzanti» continua. «Per utilizzare le docce e l’asciugacapelli devi possedere il braccialetto elettronico acquistabile solo con il bancomat e se smarrisci il braccialetto non sei nemmeno rimborsato del credito che avevi preventivamente ricaricato. Perdi tutto. Questi servizi costano solo 40 centesimi e per cifre così esigue si è creato un tale caos che molte famiglie preferiscono portare i figli nelle strutture dei paesi limitrofi. A questo poi aggiungiamoci la maleducazione di alcuni operatori e fuggire dalla piscina di Montereale è un attimo» prosegue la mamma nel racconto. Modificare il metodo di pagamento e la modalità di accesso ai servizi durante l’anno e senza aver preventivamente comunicato i cambiamenti e soprattutto senza un minimo di flessibilità da parte degli operatori pare non sia stata proprio la scelta migliore dell’Amministrazione Guarente. «Di fronte a tutto questo ho deciso di rivolgermi agli uffici comunali per spiegare la situazione e provare a trovare una soluzione. – continua la mamma – Dopo diverse interlocuzioni, si prospettava l’installazione di una gettoniera per poter ricaricare il braccialetto anche con i soldi in contanti ma ad oggi il dispositivo non è arrivato. Si poteva pensare anche ad un accordo con le società sportive. In questo modo i genitori avrebbero potuto pagare direttamente l’importo alla società e poi questa avrebbe girato i soldi al Comune. Insomma andava trovata una soluzione diversa per evitare tutti questi disastri». La signora però non dispera e giura di continuare nella sua battaglia: «Chiaramente le mie richieste sono state totalmente ignorate dagli uffici comunali. Nessuno mi ascolta. Ma io non mi arrendo, porto avanti la mia battaglia contro questo sistema. È ua questione di principio e lo faccio per tutte quelle mamme che sono state mortificate davanti a tutti solo perchè in quel momento non avevano il bancomat a portata di mano. Frequentare la piscina di Montereale è diventato stressante, non è più un piacere».

Rosamaria Mollica

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