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LIBERAZIONE, IL MESSAGGIO DEL GRAN MAESTRO DELLA GRAN LOGGIA D’ITALIA

Da Romoli un appello alla difesa della libertà e alla riscoperta della fratellanza: «Promuovere i valori autentici alla base della civile convivenza»

Luciano Romoli, Gran Maestro della Gran Loggia d’Italia degli A.L.A.M. – la più grande Obbedienza mista italiana l’unica ad ammettere le donne nel proprio consesso – ha inteso lanciare un messaggio preciso nella giornata in cui l’Italia celebra la Liberazione dal Nazifascismo. «Una festa di tutti – ha detto Romoli – che deve partire da una lettura attenta della storia, dall’esercizio di un pensiero critico, non ideologico. Non è il momento delle falsificazioni ideologiche, né di esercitare vuota retorica, dobbiamo farci portatori di una riflessione pacata, focalizzata sulla promozione dei valori autentici che sono alla base della civile convivenza». Secondo il Gran Maestro della Gran Loggia d’Italia: «Si sente una strana voglia di conflitto che spaventa, sconvolgendo la nostra coscienza, il ritorno del conflitto nel Vecchio Continente, alle porte di casa nostra, ha aperto il sipario sulla drammatica contrapposizione tra democrazie e autocrazie». «Non c’è nulla di scontato – ha rimarcato Romoli – , la cronaca ce lo ricorda, perché la democrazia che si nutre di libertà è sempre conquista continua, lo stiamo vedendo in questi anni in cui la concatenazione di eventi planetari, hanno svelato l’intricata trama delle interdipendenze che legano Nord e Sud del mondo più di quanto si è portati a pensare. Il livello di rischio ha compiuto un “salto di qualità”, siamo tutti esposti. Se non si porrà rimedio, modificando il vecchio paradigma mettendo al centro la cultura della fraternità, perno basilare del nostro stare insieme, non si potrà superare l’avidità e la miopia che hanno alimentato modelli di sviluppo che hanno mortificato l’essere individuale, nella sua autonomia mentale e spirituale». Il Gran Maestro della Gran Loggia d’Italia, Luciano Romoli, osserva con preoccupazione il tempo difficile che stiamo vivendo, caratterizzato dal riaffacciarsi della strategia del terrore che destabilizza gli equilibri geopolitici già precari. Sottolinea l’importanza di una rivoluzione antropologica che non si limiti alla superficie dei problemi, ma penetri nel profondo del cuore e dello spirito umano. Romoli ricorda che la dichiarazione dei diritti umani e molte Costituzioni del Novecento sono il risultato di accordi basati sulla fraternità, un principio fondamentale che oggi rischia di essere dimenticato in una società secolarizzata e distratta. Egli sottolinea l’importanza di far sentire e pesare questi valori, in un momento in cui l’umanità sembra perdere la sua dimensione spirituale e la sua tensione verso l’alto. Per il Gran Maestro, è ora di dare vita alla “costruzione corale del tempio”, un impegno che richiede la promozione della libertà come parte essenziale di una società giusta e inclusiva. Romoli ammette che il compito non è facile, ma non spaventa, poiché sa che attraverso la valorizzazione e il rispetto delle differenze, insieme alla pratica della tolleranza verso gli altri, c’è la possibilità di rinascere a una nuova vita, più consapevole e armoniosa. «La Liberazione sia questo rinascere a nuova vita – ha concluso il Gran Maestro Romoli -. Questo augurio che mi sento di fare alla grande comunità dei fratelli massoni che in ogni angolo del pianeta sono in lotta per la verità. Se l’antica “arte” della guerra ha assunto le sembianze di un “cancro” che si sta innestando, nella libertà volontà degli attori che la esercitano, dobbiamo operare senza sosta per arrestare questa deriva pericolosa, perché dobbiamo sentire il dovere universale di restare umani»

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