SALDO IMPRESE, LA SORPRESA BASILICATA
Nel 1° trimestre è l’unica regione italiana insieme al Lazio a non far registrare una variazione negativa. Iscrizioni e cessazioni, il settore dell’agricoltura per ora quello maggiormente reattivo
Imprese, natalità e mortalità: la sorpresa Basilicata. In Italia, tra gennaio e marzo, cioè nel primo trimestre dell’anno in corso, il bilancio tra aperture e chiusure di attività economiche si è attestato a meno 10 mila 951 unità. Il valore citato è più elevato rispetto allo stesso trimestre degli ultimi tre anni, ma ancora ben al di sotto della media dell’ultimo decennio (-14mila imprese). Il saldo del trimestre riflette, da un lato, l’accelerazione delle cancellazioni (117 mila e 832 pari al 7,9% in più rispetto allo stesso periodo del 2023) e, dall’altro, una moderata crescita delle iscrizioni (106 mila e 881, il 5% in più dell’anno precedente). In base ai dati del Registro imprese delle Camere di commercio, in termini territoriali, tutte e quattro le principali macro-ripartizioni hanno registrato saldi negativi, con il Centro che si segnala per l’arretramento più contenuto del trimestre (-0,11% contro la media di -0,18%) e il Sud e le Isole per la migliore tenuta rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente: -0,16% quest’anno contro -0,15% dell’anno scorso. Tra le regioni, solo Lazio e Basilicata hanno registrato un saldo positivo, rispettivamente di 993 e 32 imprese. Al contrario, Piemonte (- 1.934 unità) e Veneto (- 1.518) hanno sperimentato le riduzioni più sensibili in termini assoluti. Per l’analisi dei dati, a livello generale, «continua, dopo la frattura pandemica, il percorso di recupero della normalità all’anagrafe delle imprese italiane», ma nel complesso, entrambi i flussi di aperture e chiusure di imprese «restano comunque ancora al di sotto della media del periodo pre-pandemia».
IL SALDO DELLA BASILICATA
Nello specifico, in base ai dati del Registro imprese delle Camere di commercio, nel corso del I trimestre 2024 sono nate in Basilicata mille e 141 aziende (le iscrizioni), 390 unità in più rispetto a quanto rilevato nel I trimestre 2023, per una variazione positiva su base annua del più 1,94%. Nello stesso periodo, le imprese che hanno cessato la propria attività hanno mostrato una dinamica meno sostenuta e sono state mille e 109, al netto delle cancellazioni d’ufficio. Nell’analogo periodo di riferimento del 2023, erano state mille e 98. Conseguente tasso di cessazione nel periodo, calco- lato come rapporto percentuale tra il numero di cessazione nel periodo (trimestre-anno) e lo stock delle imprese registrate ad inizio periodo, pari a più 1,82. La sintesi tra i due flussi , pertanto, conduce a un saldo positivo di 32 unità. Ciò nonostante, storicamente, questo periodo «registra di frequente saldi negativi, principalmente a causa del concentrarsi alla fine dell’anno di un elevato numero di cessazioni di attività». Nel 1° trimestre del 2023, il saldo era, invece, negativo: meno 347 imprese. Complessivamente, in Basilicata al 31 marzo scorso, lo stock delle imprese registrate pari a 58 mila e 744 (di cui 52 mila e 205 attive), con tasso di crescita dello 0,05.
IMPRESE, FORME GIURIDICHE E SETTORI: AGRICOLTURA REATTIVA
Per quanto riguarda la suddivisione dello stock lucano sulla base delle differenti forme giuridiche delle imprese 58 mile e 744 imprese registrate, il 62,4% (36 mila e 642 unità) è riferibile ad imprese individuali, il 24,5% (13 mila e 820 unità) è riferibile a società di capitale, l’8,9% (5 mila e 228 unità) è riferibile a società di persone, ed infine, il 5,2% (3 mila e 54 unità) ad altre forme giuridiche, ovvero in una delle 40 tipologie diverse da quelle già citate come, per esempio, una società consortile o una società costituita in base a leggi di altro Stato. In relazione ai principali settori di attività, in Basilicata a far registrare una crescita dallo scorso gennaio a marzo, l’agricoltura ed i servizi. Al 1° trimestre 2024, 17 mila e 759 (più 0,98%) le imprese del settore agricoltura (a fine 2023 erano 17 mila e 587), 4 mila e 457 (-0,42%) quelle del settore industria (a fine 2023 erano 4mila e 478), 6 mila e 602 (-0,08%) quelle del settore costruzioni (a fine 2023 erano 6 mila e 611), 12 mila e 157 (- 0,98%) quelle del settore commercio (a fine 2023 erano 12 mila e 281), ed in- fine, 14 mila e 733 (più 0,27%) quelle del settore servizi (a fine 2023 erano 14 mila e 695).