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ISOLA ECOLOGICA NON RICEVE GLI INGOMBRANTI, ARIA SILVANA: «DICHIARATECI DISCARICA DIFFUSA»

All’annuncio di Acta, l’associazione ironizza, preoccupata che la zona periferica sia ancora di più presa di mira dall’abbandono selvaggio dei rifiuti

Nei giorni scorsi l’Acta ha, attraverso un cartello affisso all’ingresso dell’isola ecologica, informato tutti i cittadini che «fino a nuove disposizioni» il centro di raccolta di Via del Gallitello, per motivi tecnici, «non riceve i seguenti rifiuti: ingombranti, legno, plastica, metalli». Un problema non da poco se si considera che l’abbandono dei rifiuti è la maggiore criticità di Potenza. Non erogare il servizio, seppur per una giusta motivazione, rischia di incentivare l’abbandono selvaggio dei rifiuti. E sappiamo bene che a farne le spese saranno come sempre le zone periferiche della città che già “normalmente” si ritrovano ad essere considerate da qualche incivile discariche a cielo aperto. All’annuncio di Acta si sono scatenate le polemiche tra i potentini che da tempo immemore lamentano una gestione frl servizio da parte della società municipalizzata poco efficiente. «I cittadini, le piccole imprese artigianali e quanti altri, non si perderanno di animo trovandosi nella necessità di dover sgombrare un immobile, o un deposito, o di dover conferire materiali di risulta derivanti da lavori effettuati: c’è, c’è sempre stato, in questi anni, un sorta di servizio fai da te alternativo che ha, da un lato, di gran lunga alleggerito il lavoro di Acta nella raccolta differenziata dei rifiuti ingombranti, di legno, di plastica, di metallo e così via, e dall’altro ha anticipato da tempo l’apertura della sbandierata seconda isola ecologica della città, che non è, come abbiamo appreso nei mesi scorsi, in Via Appia, ma in “Via dove capita”, purchè in area rurale» tuona l’Associazione “Aria Silvana” che di abbandono selvaggio di rifiuti soprattutto ingombranti purtroppo ne sa qualcosa.. «Quello che sappiamo, qui ad Aria Silvana, e in altre contrade, sono le conseguenze che derivano da questa informazione: il rafforzamento della funzione di collettore diffuso delle esigenze di conferimento dei rifiuti, che non possono essere portati nei cassonetti, svolta dalle campagne cittadine. – continua ironicamente l’associazione – Chiediamo ad Acta e alla Giunta della città di Potenza – di attribuire, ufficialmente, il ruolo di discarica diffusa, termine che oggi va molto di moda per sottolineare come tutti siano protagonisti di un fenomeno e tutti ne siano partecipi, alle aree rurali della città, definendo così, una volta per tutte, e finalmente, un ruolo produttivo a questo territorio, del quale nessuno sa che farsene: non è un’area verde (per quella funzione sono sufficienti i parchi cittadini, qualificati, riqualificati, ristrutturati, riformati: ad ogni tornata consiliare vi è l’esigenza di mettervi mano, perché la città non può stare senza i suoi polmoni verdi), non è un’area edificabile, ma vi dimora un terzo dei residenti, non è un’area produttiva né una riserva di biodiversità, non c’è più chi zappa la terra, né chi alleva animali e seppure c’è qualcuno pazienza». «Naturalmente, – conclude l’Associazione – questo titolo di discarica diffusa vorremmo che portasse anche a qualche vantaggio: come per lo svuotamento, necessario e periodico, dei magazzini degli ingombranti di Via del Gallitello, l’Acta dovrebbe programmare la pulizia nelle aree rurali, si era detto che la “nuova Acta, con il nuovo amministratore, avrebbe messo l’accento sull’Igiene, quindi sulla pulizia delle strade, invece che solo sulla raccolta dei rifiuti: qualcuno ha traccia di queste buone intenzioni? non potendo continuare a contare sul lavoro volontario, costante e non remunerato, da parte dei residenti, almeno di quelli di Via Aria Silvana». Non solo Aria Silvana ma tante altre contrade della città capoluogo di regione fanno i conti quotidianamente con l’inciviltà che deturpa le aree rurali con qualsiasi tipo di rifiuto: ingombranti, plastica, metalli, legno, pneumatici e tanto altro. I cittadini, inutile dirlo, sono stanchi di dover segnalare, sono ormai rassegnati ad una situazione che Istituzione e società pare non vogliano porre fine.

Rosamaria Mollica

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