AttualitàBasilicataBlog

IL PUNTO DI SVISTA DI NINO GRASSO

L’editorialista de “La Nuova”, senza neanche il coraggio di fare i nomi, attacca chi racconta la verità. Non cerchiamo nemici da colpire, ma fatti da raccontare. Il manicheismo resti a chi non coltiva il dubbio

Abbiamo letto il punto di vista di Nino Grasso con profonda attenzione e con il devoto ed ossequioso rispetto che poveri cronisti di periferia devono ad un grande maestro dalla penna raffinata e dall’intelligenza forbita. Abbiamo letto che “il maestro”, dall’alto del suo importante e prestigioso curriculum di “giornalista che per alcuni anni della sua professione ha lavorato in un ente pubblico potendo vantare una professionalità nei 35 anni precedenti in aziende editoriali private” con una “professionalità riconosciuta da due ex Presidenti di Regione” ha mosso delle critiche al nostro più umile modo di scrivere e di svolgere informazioni. Non ci permetteremmo mai di dare lezioni di giornalismo a Nino Grasso. Noi che non abbiamo mai avuto la fortuna di godere della stima professionale di due Presidenti di Regione non ce ne riteniamo all’altezza. Proprio a causa di questa modestia che ci contraddistingue non possiamo neanche immaginare che, nel giudicare il nostro operato e le nostre scelte editoriali, il grande giornalista voglia attribuire alle nostre scelte le motivazioni che di solito sottendono alle sue azioni.

IL FATTO E NON LA PERSONA

Nel suo punto di vista Nino Grasso senza neanche il coraggio di fare esplicitamente nomi e cognomi parla di “cronache” mutevoli che in passato si sono divertite a mettere alla berlina Guarente e che oggi lo ospiterebbero nel loro “giardino” con interviste senza nessuna domanda. Senza voler insegnare niente a nessuno vorremmo spiegare la differenza tra il giornalista che riporta il fatto e quello che, invece, punta la persona. Noi, nel nostro scrivere cerchiamo di raccontare i fatti e non di accanirci contro le persone come, invece, usano fare altri giornali ed altre penne più anziane e meno elastiche. Nel nostro quotidiano raccontare i fatti, riportiamo e commentiamo quello che non ci piace e quello che ci piace. Sicuramente sarà sfuggito a Nino Grasso nella sua quotidiana ed accanita ricerca di un nemico da colpire che nei nostri articoli abbiamo criticato Bardi quando non ci è piaciuto e lo abbiamo lodato quando ci è piaciuto, abbiamo criticato Guarente per le cose che non ci sono piaciute e lo abbiamo difeso per ciò che ci piace. Quello che non abbiamo mai fatto è stato mentire. Noi abbiamo detto che l’unico candidato che avrebbe potuto unire il centrosinistra era Marrese mentre il suo punto di vista continuava a raccontare di un’improbabile coalizione intorno a Chiorazzo. Noi abbiamo detto che Bardi avrebbe stravinto le elezioni mentre il suo editoriale continuava a confondere le proprie illusioni con la realtà raccontando di una inesistente rimonta del centrosinistra e diffondendo sondaggi rivelatisi fallaci alla prova della realtà del voto. Noi crediamo che i giornali abbiano l’obbligo di sottostare soltanto alla verità. Noi l’abbiamo servita sempre. Giudichi il lettore se chi ha raccontato di un testa a testa tra Bardi e Marrese ha fatto lo stesso alla luce dei risultati elettorali. Per onorare e servire la verità e senza nessuna enfasi siamo costretti a ricordare a Nino Grasso che ad “Oltre il Giardino” sono venuti i politici di ogni estrazione in qualsiasi momento, anche quelli le cui azioni abbiamo criticato e attaccato. Il pluralismo delle opinioni è per noi un valore imprescindibile e non derogabile. Il giorno dopo aver ospitato Pittella nella nostra trasmissione di punta e aver lodato la sua capacità elettorale non abbiamo esitato a criticarlo per la sua scelta di stare con il centrodestra a Via Verrastro e contro Guarente alle elezioni comunali. Noi siamo fatti così. Non crediamo esistano uomini perfetti così come non crediamo che esistano i mostri. Il manicheismo della politica la lasciamo ai mediocri, ai cercatori di certezze. Noi preferiamo coltivare il seme del dubbio.

IL CAFONESCO RICHIAMO AL CURRICULUM

Nel suo articolo Nino Grasso ricorda a Guarente di non avere una laurea. Potremmo ricordare a Nino Grasso che neanche Benedetto Croce e Giuseppe Di Vittorio avevano la laurea, non lo facciamo perché (non ce ne voglia il sindaco di Potenza) non paragoniamo il peso politico e culturale di Croce e Di Vittorio con quello di Guarente. Ci limitiamo a paragonare Nino Grasso a Carlo Cottarelli che in un suo post, nell’esibire la sua laurea in contrasto con l’assenza del titolo di studio della Meloni, riusciva a provocare l’ilarità di Crosetto scrivendo “io una Laurea cè l’ho”. Noi non godiamo della stima professionale di due presidenti di regione ma sappiamo che scrivere (come fa Nino Grasso nel suo editoriale) “il sindaco di Potenza ha mostrati di aver poche idee. Ma confuse” è contrario alle regole della grammatica italiana. A noi lo hanno insegnato le nostre maestre molti anni fa. Come diceva Oscar Wilde “certe volte è meglio tacere e correre il rischio di apparire stupidi che parlare e togliere ogni dubbio”.

Di Massimo Dellapenna

Social Media Auto Publish Powered By : XYZScripts.com
error: Contentuti protetti