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C’È FANELLI, GALELLA “UTILE IDIOTA”

L’assessore all’Agricoltura si fa usare da Italia Viva che lancia la sua candidatura e ottiene il ritiro di Guarente. Potenza, si cambia: comanda Polese. Il centro ripropone la coalizione Bardi

Lenin chiamava “utili idioti” le persone che, pur vivendo in occidente, lo- davano l’Unione Sovietica e criticavano lo stile di vita occidentale, inconsapevoli che stavano soltanto giocando una partita a favore del proprio nemico. Nella didascalica politica il lemma “utile idiota” può trovare sua totale e piena applicazione nella figura grottesca e insulsa di Alessandro Galella. La biografia del personaggio dice molto su di lui. Rientra a pieno titolo nei miracolati dalla politica. La generosità di Gianni Rosa gli ha consentito per anni di non andare a timbrare il cartellino essendo stato scelto nella sua segreteria personale. Indicato dallo stesso Rosa prima come assessore comunale e, poi, come assessore regionale ha mostrato tutta la sua pochezza politica riuscendo nella non semplice impresa di mettere il record di primo assessore regionale al- l’agricoltura della storia a non riuscire a farsi rieleggere in Consiglio Regionale. Come tutti i personaggi in cerca d’autore si è autoconvinto di essere l’unico capace di fare grandi cose a Potenza. In Campagna elettorale si è distinto per aver annunciato finanziamenti straordinari per San Gerardo e per un appello un po’ grottesco alla sua città per fargli fare il primo eletto. Appello che, evidentemente, la sua città non ha raccolto considerato che ha preso soltanto cinque preferenze in più della sua collega di partito Fazzari e ben trecento in meno di Francesco Fanelli. Malgrado ciò il miracolato ex assessore all’agricoltura si è convinto di essere il più amato dai potentini. Evidentemente il capo ultras confonde il suo cerchio di amici della settimana bianca con la città intera. E, così, illuso da tante pacche sulle spalle aveva dato la sua disponibilità a candidarsi come sindaco di una coalizione di centro rompendo con il suo partito e strappando la tessera di Fratelli d’Italia come baldanzoso aveva annunciato in una riunione di Consiglieri Comunali della Città.

POLESE COME METTERNICH

In questa vanagloriosa ricerca di notorietà e di trasformare in realtà il suo sogno da bambino di diventare sindaco di Potenza, il Galella furioso è diventato la perfetta pedina che Mario Polese ha sacrificato per fare scacco matto. Il leader di Italia Viva ha corteggiato Galella, gli ha detto che lo avrebbe candidato sindaco, ha avuto la sua disponibilità e, così facendo, è riuscito a compiere due azioni in una: in primis smascherare la finta compattezza di FdI e del centrodestra, secondariamente a far cambiare il candidato sindaco del centrodestra. La segreteria provinciale di FdI ha immediatamente dovuto fare un comunicato stampa (giustissimo) nel quale ha ribadito la sua totale disciplina nei confronti delle decisioni del Partito. Galella si è guardato bene dal- lo smentire la notizia della sua candidatura a sindaco fatta diffondere intelligentemente su alcuni blog e giornali on-line. Alle elezioni regionali Mario Polese, dichiarando il proprio sostegno a Bardi, ha aperto la strada alla nascita della grande coalizione che ha messo dentro anche Pittella ed è stato determinante per la vittoria del generale. Alle elezioni della città capoluogo, facendo leva sull’infantile vanagloria di Pirgopolinice Galella in versione utile idiota, è riuscito a scegliere il candidato sindaco obbligando il centrodestra a fare marcia indietro su Guarente.

GUARENTE CHE FECE PER VILTADE IL GRAN RIFIUTO

In condizioni ormai psicologicamente deva- state Mario Guarente è scappato dalla tenzone. Ci era piaciuto il sindaco quando ave- va messo il petto contro i congiurati, ammutinati del Bounty. Non ci piace più quando decide di fare il passo indietro per pura paura. In tanti si erano esposti per sostenere la sua candidatura. Facebook era un florilegio di foto di militanti della Lega che sostenevano la necessità di un Guarente bis e che criticavano i con- giurati che lo avevano pugnalato alle spalle. Guarente non è stato un buon capitano. Ha deciso di ritirarsi dalla battaglia per paura di perderla.

FANELLI CANDIDATO SINDACO

Sarà Francesco Fanelli, a meno di clamorosi ulteriori sviluppi, il candidato sindaco del centrodestra a Potenza. A differenza del vanaglorioso Galella, Francesco Fanelli è stato il più votato in città alle ultime elezioni regionali ma condivide con il suo collega di Giunta il non facile record di essere stato capace di non farsi eleggere dopo aver fatto per cinque anni il vicepresidente della Regione gestendo agricoltura e sanità. Non era facile riuscirci, Fanelli ci è riuscito. Ora sarà lui a guidare la coalizione di centrodestra nel tentativo di riconfermarla alla guida del capoluogo di Regione. Una partita complessa ma nella quale dovrebbe avere in coalizione anche i centristi di Azione e Italia Viva che hanno ottenuto il cambiamento del candidato sindaco.

IL CENTROSINISTRA DI TELESCA

Chi, invece, a dispetto di quanto accaduto alle elezioni regionali è riuscito a mettere insieme più anime della sua coalizione è Vincenzo Telesca. Il Consigliere Comunale che in questa consiliatura si è distinto per una attività sempre molto puntuale, sta lavorando con gli alleati alla composizione delle liste. Con lui il Pd e Basilicata Casa Comune oltre ad altre civiche cittadine. Restano fuori soltanto Smaldone e l’estrema sinistra di Tramutoli che dovrebbe candidare Giuzio alla carica di sindaco della città. BALLOTTAGGIO SICURO Quello che appare certo è che si andrà al ballottaggio. Nell’attesa di vedere la definitiva composizione del quadro la candidatura di Fanelli nulla cambia rispetto alle prospettive del centrodestra che non ci sembra in grado di vincere al primo turno. Il ballottaggio sarà tra Fanelli e Telesca con il primo che, però, avrà già fatto il pieno di voti al primo turno non potendo allargare più la coalizione a nessun’altra forza politica. Telesca potrà provare a convincere gli elettori di Smaldone, dei Cinque Stelle e di Giuzio a votarlo al secondo turno. Ora ultimi giorni per partiti e movimenti per chiudere le liste e prepararsi alla campagna elettorale.

Di Massimo Dellapenna

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