LUBRIFICANTI, LA CRICCA SCIVOLA SULL’IVA
Commercio olii dall’Est Europa, la base nel Materano: 14 misure cautelari e sequestro da quasi 16 milioni di €
Maxi inchiesta su una frode fiscale nel commercio di olii lubrificanti da Paesi dell’Unione Europea: i militari dei Comandi Provinciali della Guardia di Finanza di Matera e Torino hanno dato esecuzione a un’ordinanza di applicazione di misure cautelari personali e reali emessa dal Giudice per le indagini preliminari di Torino, su richiesta del locale ufficio della Procura Europea (Eppo), nei confronti di 14 soggetti (8 destinatari della custodia in carcere e 6 destinatari di arresti domiciliari), e di sequestro preventivo del profitto, per oltre 15 milioni di euro, per associazione per delinquere finalizzata alla commissione di frodi Iva, alla sottrazione fraudolenta al pagamento dell’imposta sui consumi ed all’autoriciclaggio. Dei lucani coinvolti, da quanto si è potuto apprendere, 2 di Bernalda (difesi dall’avvocato Giuseppe Labriola), in carcere e 1 di Scanzano Jonico ai domiciliari. In carcere, Francesco e Giovanni Caroli, padre e figlio, residenti a Bernalda. Giovanni Caroli è assessore comunale anche se l’inchiesta non riguarda la gestione amministrativa del Comune di Bernalda. I due bernaldesi sono titolari di due distinte aziende di ricambi automobilistici. Agli arresti domiciliari è finito invece un trasportatore di Scanzano, Vito Miraglia.
IL SISTEMA
Le indagini, svolte dai Nuclei di Polizia Economico – Finanziaria di Matera e Torino, hanno riguardato soggetti operanti sul territorio nazionale e in Estonia, Repubblica Ceca, Polonia, Ungheria, Slovenia, Slovacchia, Belgio che, attraverso una ramificata rete criminale, introducevano e commercializzavano ingenti quantitativi di olii lubrificanti per automezzi (autovetture e autocarri), destinati alla vendita al consumo, con pagamenti “in nero”, ponendo in essere molteplici strategie volte all’evasione dell’Iva e dell’imposta nazionale prevista, sia attraverso l’interposizione di società “cartiere” (prive di una reale struttura operativa) su cui far gravare i tributi dovuti, sistematicamente non versati, sia predisponendo ingegnosi sistemi per evitare controlli e sanzioni, quali la creazione e utilizzo: di documenti fiscali con indicazione di soggetti inesistenti, sia come mittenti che come destinatari, da utilizzare nell’eventualità di controlli durante il trasporto della merce; di documenti di trasporto indicanti destinatari compiacenti; di copie di bolle di accompagnamento realizzati tramite fotocopiatura a colori dagli originali, per la prima immissione in consumo con successiva distruzione delle copie (artificiosamente utilizzate nel percorso), una volta ultimato il trasporto, all’arrivo del carico a destinazione ed in assenza di controlli lungo l’itinerario; l’utilizzo di società costituite ad hoc per consentire acquisti in nero di olio lubrificante, diversamente indicato sui documenti di trasporto quale liquido lavavetri, shampoo e via discorrendo.
LA BASE MATERANA
Le perquisizioni e le analisi informatiche hanno consentito di svelare che un’azienda operante nel territorio di Matera, uno dei principali “hub” della vendita di olii lubrificanti nel centro e sud Italia, che si riforniva anche tramite l’associazione criminale, ha sistematicamente commercializzato “in nero” l’olio lubrificante acquistato, rivendendolo ad altri compiacenti operatori del settore, occultando al fisco prodotto per un valore di oltre 52 milioni di euro, come accertato attraverso l’analisi del server contenente la contabilità occulta dell’azienda. Da precisare che il procedimento si trova nella fase delle indagini preliminari e che, indipendentemente dagli elementi indiziari raccolti che hanno portato all’emissione dei provvedimenti cautelari, gli indagati non possono essere considerati colpevoli fino ad eventuale pronuncia di una sentenza di condanna definitiva. Nel corso delle indagini, grazie alle indagini tecniche, sono stati operati diciotto sequestri sul territorio nazionale di partite di merce importata e commercializzata in nero, per oltre 470 tonnellate di olio lubrificante oltre ad altri prodotti analoghi. Dalle indagini, sono emerse, infine, ipotesi di riciclaggio dei proventi illeciti e di contraffazione di marchi di olii lubrificanti, atteso che il prodotto sfuso veniva commercializzato (rimuovendo le etichette originali e apponendovene altre appositamente stampate da una tipografia compiacente), riportando marchi, caratteristiche fisiche ed indicazioni d’uso relativi a tipologie di prodotto di maggiore valore commerciale.
LA MAXI EVASIONE
L’evasione complessiva accertata, per gli anni 2017-2023, è pari ad oltre 14 milioni di euro di Iva ed oltre 1 milione di euro di imposta nazionale di consumo. È stato altresì disposto il sequestro preventivo, anche per equivalente, di disponibilità finanziarie e di altri beni fino alla concorrenza di 15 milioni e 448 mila euro, importo corrispondente al profitto della frode Iva e dell’evasione dell’imposta di consumo. Per l’esecuzione del provvedimento cautelare, che ha coinvolto le province di Matera, Torino, Foggia, Bari, Campobasso, Roma e Trieste, ed è stato altresì coordinato in altri 3 stati dell’Ue aderenti ad Epo, sono state impiegate anche unità cinofile specializzate nella ricerca di denaro contante (cash dog).