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POVERTÀ, LA BASILICATA MIGLIORA

Ridotta della metà anche la popolazione in grave deprivazione materiale e sociale. Nel 2023 guadagnato 1 punto percentuale: dal 28,3% del 2022 al 27,3% dell’anno scorso

Nel 2023, il 22,8% della popolazione italiana è a rischio di povertà o esclusione sociale: valore in calo rispetto al 2022 (24,4%) a fronte di una riduzione della quota di popolazione a rischio di povertà, che si attesta al 18,9% (da 20,1% dell’anno precedente), e di un lieve aumento della popolazione in condizione di grave deprivazione materiale e sociale (4,7% rispetto al 4,5%). In parte confortanti anche per la Basilicata, i dati diffusi dall’Istituto nazionale di statistica (Istat) nell’ambito dell’indagine “Condizioni di vita e reddito delle famiglie-anno 2023”. Nelle tabelle territoriali, segnalato il dato complessivo del macro indicatore rischio di povertà o di esclusione sociale ed anche i singoli indicatori che lo compongono. Il macro indicatore citato, indica la percentuale di persone che si trovano in almeno una delle seguenti tre condizioni: vivono in famiglie a rischio di povertà; vivono in famiglie in condizioni di grave deprivazione materiale e sociale; vivono in famiglie a bassa intensità di lavoro.

IL MACRO INDICATORE: LA BASILICATA ED IL CONFRONTO CON LE ALTRE

Se nel 2022, il 28,3% della popolazione lucana era a «rischio di povertà o di esclusione sociale», nel 2023, lo è stato il 27,3% (-1% rispetto all’anno precedente): valore comunque superiore alla media italiana (22,8%), ma positivamente di molto inferiore alla media del Mezzogiorno (39,0%). A livello di ripartizioni geografiche, nel 2023, la riduzione della popolazione a rischio di povertà o esclusione sociale è risultata particolarmente marcata al Nord, mentre il Nord-est si conferma la ripartizione con la minore incidenza di rischio di povertà (11%); la quota di popolazione in questa condizione è stabile al Centro (19,6%) e si riduce nel Mezzogiorno, l’area del paese con la percentuale più alta di individui a rischio (39% rispetto al 40,6% del 2022). A livello regionale, osservata una riduzione del rischio di povertà o esclusione sociale in particolare in Piemonte (13,8% rispetto al 16,5% del 2022), Liguria (17,7% rispetto al 24,3% del 2022), Emilia Romagna (7,4% rispetto al 9,6% del 2022), e Campania (44,4% rispetto al 46,3% del 2022), dovuto alla diminuzione di tutti e tre gli indicatori, rischio di povertà, grave deprivazione e bassa intensità di lavoro. In Calabria, invece, peggiorano i tre indicatori e aumenta soprattutto la grave deprivazione. La Calabria presenta il valore percentuale di popolazione a «rischio di povertà o di esclusione sociale» più elevato in Italia: 48,6%, peggiorato rispetto al 2022 (42,8%).

RISCHIO DI POVERTÀ

Nel 2023 la soglia di povertà, calcolata sui redditi 2022, è pari a 11 mila 891 euro annui (991 euro al mese) per una famiglia di un componente adulto. Per la Basilicata, stabile la percentuale di popolazione a rischio di povertà: 24,5% nel 2022 e 24,5% nel 2023. Nel confronto extra regionale, analogo risultato riscontrato per il macro indicatore: il dato lucano è più elevato rispetto alla media nazionale (18,9%), ma inferiore rispetto al Mezzogiorno (32,9%). Al Sud, nel 2023, la regione più a rischio povertà è la Calabria (40,6%), seguita dalla Sicilia (38,0%).

GRAVE DEPRIVAZIONE MATERIALE E SOCIALE

La grave deprivazione materiale indica l’impossibilità di una persona di permettersi alcuni beni ed o servizi considerati dalla maggior parte delle persone come desiderabili ed o necessari per avere una vita adeguata. In Italia, in lieve aumento la popolazione in condizione di grave deprivazione materiale e sociale (4,7% rispetto al 4,5% del 2022). In controtendenza il dato lucano: in Basilicata la percentuale di popolazione in condizioni di grave privazione materiale e sociale è scesa dal 4,9% del 2022 al 2,4% del 2023.

BASSA INTENSITÀ LAVORATIVA

L’aumento dell’occupazione nel 2022 ha portato a una decisa contrazione rispetto all’anno precedente della quota di individui (8,9% nel 2023 da 9,8% del 2022) che vivono in famiglie a bassa intensità di lavoro, ossia con componenti tra i 18 e i 64 anni che hanno lavorato meno di un quinto del tempo. Il miglioramento riguarda tutte le ripartizioni, in particolare il Nord-Ovest (4% degli individui rispetto al 5,2 dell’anno precedente) e il Centro (7,7% rispetto a 8,8%). Relativamente a questo specifico indicatore, l’intensità è calcolata considerando in ogni famiglia gli individui in età da lavoro e computando il numero di mesi (nell’anno precedente a quello della rilevazione) in cui hanno lavorato sul totale dei mesi dell’anno: l’intensità si considera molto bassa quando è inferiore al 20%. La valutazione nazionale, si adatta alla Basilicata, tanto che nel 2023, l’indicatore ha fatto registrare un calo rispetto al 2022 passando dal 12,4% al 9,0% dell’anno scorso, in linea con la media nazionale.

Ferdinando Moliterni

3807454583

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