IL COMUNE DI MATERA CONTINUA A PESTARE L’ACQUA NEL MORTAIO
Abiusi (Ambiente e legalità) sull’inerzia di Bennardi e maggioranza riguardo al futuro della discarica “La Martella”
Era il 29 gennaio quando il Consiglio Comunale ebbe a dichiarare che il sito della piattaforma con annessa discarica di Martella non poteva essere abbandonato, diventando luogo spento e improduttivo. I gruppi consiliari impegnarono il sindaco e la Giunta comunale «a escludere la realizzazione di qualsivoglia impianto di trattamento della frazione organica del rifiuto urbano per produrre biometano sia nell’area dell’attuale piattaforma che dell’intera zona industriale di La Martella ed a valorizzare in modo sostenibile e produttivo l’impianto di “La Martella”». Da allora non è successo più niente ed il 21 maggio prossimo il Commissario Straordinario che ha gestito la bonifica della discarica esce di scena e restituisce l’impianto all’Amministrazione comunale che nel frattempo non ha deciso nulla. Il sindaco sin dall’ottobre del 2022 era stato avvisato che spettava al Comune la gestione della piattaforma una volta che la discarica sarebbe uscita da infrazione; la determina regionale che dichiarava completate le operazioni di bonifica risale al 27 giugno 2023 dopo che l’ispezione finale, richiesta dal Commissario “ad acta” si era svolta in data 13 giugno 2023. Sono continuati a carico del Commissario altri lavori extra previsti nella gara di appalto di Invitalia ma il tempo per il Comune di Matera è trascorso inutilmente. Adesso la piattaforma si avvierà al lento degrado e quasi sicuramente sorgeranno altri problemi venerdì 10 maggio 2024 Matera 19 www.lecronache.info ambientali perchè la piattaforma è viva e va gestita e può produrre utili; produrrà, invece, solo preoccupazioni così come è accaduto per oltre 20 anni quando era affidata alle cure dell’Amministrazione comunale. Fatta questa premessa esaminiamo la vicenda relativa alla richiesta della New Euroart Srl che è subentrata alla Tercnomec Srl di realizzare un impianto per la costruzione di un impianto per la produzione di biometano mediante trattamento e recupero anaerobico di Forsu da raccolta differenziata per un quantitativo annuo pari a 19.600 t. a queste vanno aggiunte anche le biomasse vegetali per un quantitativo pari a 3.400 t/a. In buona sostanza un impianto del tutto simile a quello che è stato boccia- to in Consiglio comunale da costruire nell’area della Piattaforma Integrata di Gestione dei Rifiuti Urbani Non Pericolosi” di “La Martella” e di proprietà comunale ed era prevista nell’aggiornamento della pianificazione regionale per la gestione dei rifiuti. Inquadrata la situazione scendiamo nel dettaglio. La pianificazione regionale vale in via prioritaria per quello che riguarda gli impianti pubblici mentre quelli privati debbono sottostare, come quelli pubblici, solo ad una serie di autorizzazioni rilasciate da vari enti. Le competenze comunali riguardano gli aspetti urbanistici di cui al Dpr 380/2001 ed agli impatti sulla salute pubblica. È proprio questo ultimo aspetto che l’Amministrazione comunale deve rimarcare, ma è una Amministrazione composta da politici e tecnici che sembrano buoni solo a fare vetrina. La stura è stata offerta dagli enti che hanno partecipato alle conferenze di servizio tenute in epoche precedenti ma per farlo il Comune deve mettere in campo tecnici competenti e preparati e la squadra della quale si avvale l’Amministrazione comunale non lo è, si aggiunga poi che la “classe politica” che eufemisticamente amministra la città è nata dalla cultura dei va a fa… ed il quadro è completo. L’Asm ha espresso parere sfavorevole in mancanza di un Piano di Emergenza ed Evacuazione ed ha ribadito che il silenzio assenso per il procedimento in questione non è applicabile al parere sanitario. Lo stesso Ufficio Economia Circolare, Rifiuti e Bonifiche del Dipartimento Ambiente della Regione Basilicata ha sollecitato il Comune ad esprimersi ai sensi degli artt. 216 e 217 del R.D. n. 1265/1934, coordinandosi con l’Asm competente. Richiamiamo l’art, 217 del Regio Decreto perchè già all’epoca al Podestà erano date specifiche competenze che oggi i “grillini” ignorano “quando vapori, gas o altre esalazioni, scoli di acque, rifiuti solidi o liquidi provenienti da manifatture o fabbri che, possono riuscire di pericolo o di danno per la salute pubblica, il podestà prescrive le norme da applicare per pre- venire o impedire il danno o il pericolo e si assi- cura della loro esecuzione ed efficienza. Nel caso di inadempimento il podestà può provvedere di ufficio nei modi e termini stabiliti nel testo unico della legge comunale e provinciale”. Il podestà – oggi il sindaco – può provvedere ma nei casi che andremo ad illustrare è proprio l’Amministrazione comunale o l’Acquedotto lucano ad essere inadempienti. Esiste una ordinanza con- tingibile ed urgente emessa dalla Amm.ne comunale, la 354/2016, emessa in maniera roccambolesca che è ancora in essere ed è ignorata. L’ordinanza prescrive il Divieto di emungimento delle acque sotterranee dei pozzi ubicati nei pressi della piattaforma di trattamento dei rifiuti in c.da La Martella, era stata richiesta a viva voce dall’Asm dopo che Arpab aveva evidenziato nei suoi monitoraggi il superamento, nella matrice acqua sotterranea, delle concentrazioni soglia di contaminazione per alcuni analiti. L’impianto di cui si parla è contiguo alla discarica. Il Consorzio industriale non è più competente sugli scarichi e lo ha dichiarato, la competenza è dell’Egrib e di Acquedotto lucano che non sono stati interpellati e sono, altresì, latitanti in maniera macroscopica. L’Italia è in una delle tan- te condanne della Cgue – Corte di Giustizia Europea – perchè inadempiente alla raccolta e trattamento delle acque reflue causa C-668/19 sentenza del 6 Ottobre 2021. Anche la Basilicata è stata condannata per 18 agglomerati ed in questi ci sono i 5 depuratori di Matera, oggi solo Pantano è fuori da infrazione. Tra i depuratori in infrazione c’è anche quello che tratta la rete urbana di La Martella ed è previsto, ormai da lunghissimo tempo, un intervento che dovrebbe interessare anche il depuratore della rete industriale. Sono tutte pratiche che dormono da lungo tempo sui tavoli di Acquedotto Lucano ma di questo l’Amministrazione Comunale non ne è a conoscenza. Arpab si è soffermata sulle emissioni odorigene in rapporto alla presenza abitativa oltre alle interlocuzioni previste con i cittadini in caso di anomalie e per tutto questo ha chiamato in causa il comune semmai nella figura del “ podestà” ma anche per questo il Comune di Matera è assente. E’ capace solo di fare vetrina e passerella! Morale della favola, visto che il Comune non è capace di argomentare ci sostituiamo adducendo motivazioni valide e diciamo che il progetto così come è strutturato non è da ubicare a La Martella, è irricevibile. La società proponente si cercasse un altro sito così come stanno facendo altri operatori semmai anche nel territorio di Matera che è molto esteso.
Di Pio Abiusi
Componente associazione “Ambiente e legalità”