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DOPO L’ESPLOSIONE DEL BANCOMAT È ANCORA CHIUSO L’UFFICIO A RIONERO, PARTITA ANCHE UNA PETIZIONE

«Ci siamo fatti portatori del disagio di tanti cittadini e di attività economiche, recentemente oggetto anche di una condivisibile iniziativa di raccolta firme»

Torniamo a Rionero in Vulture, per occuparci nuovamente della questione Po- ste e dei disagi che stanno vivendo i cittadini dell’area, da quando la notte del 21 febbraio scorso, alcuni malviventi fecero saltare uno sportello bancomat dell’Ufficio Poste. «Dopo averlo già fatto ininterrottamente da ormai quasi due mesi, abbiamo ancora una volta sollecitato la Direzione di Poste Italiane, nelle persone dei Responsabili delle relazioni istituzionali per il Sud, perché provveda il prima possibile alla riapertura dell’ufficio centrale di Via Taverna Penta- asserisce il Sindaco Mario Di Nitto con tono fermo- Ci siamo fatti portatori del comprensibile disagio di tanti cittadini e di attività economiche, recentemente oggetto anche di una condivisibile iniziativa di raccolta firme. Ci è stato assicurato, infine, che ci saranno offerte indicazioni precise nei prossimi giorni». Difatti, come accennava il Primo cittadino, ci si è si è mobilitati con una raccolta firme al fine di solle- citare gli interventi necessari. Di Nitto aggiunge a tal proposito: «Come a voi noto l’Ufficio centrale di questa città è ormai chiuso al pubblico da diverse settimane a seguito di un tentativo di rapina che ha Causato l’esplosione dell’Atm Postamat. Siamo a conoscenza della necessità di eseguire dei lavori di ristrutturazione all’interno dei locali ma da quanto osservato e segnalatoci, ad oggi non vi è stato alcun sostanziale intervento». Già nel mese di marzo il Sindaco scrisse a Poste Italiane «per conoscere i tempi di riapertura, inviando una richiesta formale. Informalmente, tuttavia, ci è già sta- to riferito che le verifiche tecniche sono state ultimate e che a breve cominceranno i lavori. Ci è stato inoltre anticipato che, data la necessità di intervenire, si sta cogliendo l’occasione per ammodernare l’intero Ufficio e dargli nuova veste, con la previsione che entro un mesetto dovrebbe essere riaperto al pubblico – comunicava Di Nitto ormai 2 mesi fa- Continueremo a vigilare sull’andamento delle tempistiche, riservandoci di reclamare ulteriori spiegazioni qualora fosse necessario». Cosa che dunque oggi accade. La nota che partiva dalla scrivania del Sindaco e indirizzata a Poste, riportava già le difficoltà dei cittadini, privati temporaneamente del servizio: «Da quanto osservato e segnalatoci, ad oggi non vi è stato alcun sostanziale intervento. Veniamo costantemente interessati da segnalazioni di cittadini che lamentano l’urgenza della riapertura al pubblico per gli enormi disagi che stanno vivendo da settimane, sicché nel sollecitare il vostro massimo impegno nell’accelerare le procedure finalizzate alla realizzazione dei necessari lavori, chiediamo di volerci fornire ogni informazione sullo stato di attuazione e avanzamento degli stessi». L’evento criminoso si verificò intorno all’1.30 della notte del 21 febbraio. Una pattuglia dei Carabinieri impegnata in un’attività di controllo del territorio, avvertì il boato e si recò immediatamente sul luogo dell’esplosione. Purtroppo i ladri si erano già dati alla fuga, riuscendo a portar via, secondo le prime verifiche condotte con il responsabile dell’Ufficio, solo alcune migliaia di euro rispetto agli oltre 50mila disponibili nell’Atm. Il colpo, dunque, fu limitato proprio grazie all’intervento dei militari dell’Arma. Ciò che resta, a distanza di mesi, è però il disagio arrecato ai cittadini per l’espletamento dei servizi presso le Poste, pensando, in particolar modo, ad anziani con difficoltà negli spostamenti, lavoratori che non riescono a conciliare gli orari, e quanti sono costretti a spostarsi altrove.

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