TRINITÀ, LARGO ELISA CLAPS
Cerimonia d’intitolazione, il grazie della madre ai cittadini: «Le mie braccia sono piccole, ma vi abbraccio tutti»
«Elisa è finalmente libera da quel sottotetto. Questa è per me una giornata di luce, finalmente Elisa è fuori, le è stata ridata la dignità» con queste parole Filomena Iemma, madre di Elisa Claps, la 17enne uccisa nel 1993 il cui corpo è rimasto nascosto nel sottotetto della Chiesa della Santissima Trinità nel centro storico di Potenza per 17 lunghi anni, ha commentato ieri mattina l’intitolazione del largo prospiciente la Chiesa della Trinità ad Elisa Claps. Ora il ricordo di Elisa, il suo sorriso rimarrano vivi nella memoria della città che per 30 anni ha dovuto fare i conti con un episodio tragico. L’intitolazione è stata for- temente voluta dal Consiglio comunale della città che ha votato all’unanimità l’Ordine del giorno presentato dal consigliere comunale Roberto Falotico. L’intitolazione in via Pretoria è stata preceduta dal la cerimonia di cambio del nome del parco di Macchia Romana già intitolato alla memoria della ragazza e che da ora in poi si chiamerà “Parco del Fiore Bianco”, come il titolo della canzone della fiction Rai che ha ripercorso la tragica vicenda. Alla cerimonia hanno partecipato il sindaco, Mario Guarente, la madre di Eli- sa, Filomena Iemma e il fratello Gildo che insieme a tutta la comunità accorsa hanno assistito allo svelamento della targa. «Ricomincerò un po’ alla volta ad attraversare questa strada. – continua mamma Filomena – È una bella giornata. Questo giorno è dedicato completamente a lei. Ora posso tornare a guardare questa Chiesa, non c’è più niente della mia Elisa lì dentro. Vi ringrazio per esserci stati vicino, le mie braccia sono piccole ma vi abbraccio tutti»». «È una giornata di luce – ha messo in evidenza il fratello di Elisa, Gildo Claps – dal valore altamente simbolico e che la mia famiglia intende come una sorta di riconciliazione con quella parte della città che ha faticato molto ad avere consapevolezza di questa vicenda e a fare i conti con la sua storia, perché la storia di Elisa è stata per 30 anni anche la storia di Potenza». Un percorso di riconciliazione tortuoso, non facile che ha dovuto superare anche la riapertura della Chiesa della Santissima Trinità lo scorso mese di agosto che ha scosso l’intera comunità e che ha portato a diverse manifestazioni proprio davanti al luogo di culto. Via Pretoria ricorda ancora il fiume di persone con in mano il volantino che recitava “Portami con te ovunque, ma non in quella chiesa”. In quell’occasione si sono toccati momenti di altissima tensione che hanno spaccato ancora una volta in due la città. «Mi auguro – ha concluso Gildo Claps- che stavolta davvero, nel solco del cammino di riconciliazione che abbiamo intrapreso, ci sia effettivamente la volontà di chiudere questa vicenda anche da parte del nuovo vescovo»