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CASTELLO DI RUVO DEL MONTE, LAVORI PER 1MLN

«La rinascita della Torre angioina; Il complesso monumentale dovrebbe essere fruibile per l’estate 2025»

Torniamo oggi a Ruvo del Monte, dopo essercene occupati a marzo, in quanto l’Amministrazione comunale ha reso noto che «dopo l’acquisizione della parte di Castello di proprietà degli eredi Tozzi, il 10 maggio sono iniziati i lavori di cantieramento per la ristrutturazione del complesso monumentale. I lavori -che saranno eseguiti da una ditta di Oppido Lucano- ammontano a circa 1 milione di euro. Il monumento dovrebbe essere fruibile per l’estate 2025».

L’annuncio «la rinascita della Torre angioina» è stato invece dato attraverso la pagina social del Comune, accompagnato da una foto della torre dl castello.

L’importanza di tali interventi, oltre che per una questione storica, è data anche dal fatto che dietro si cela una lunga traversia. Come anticipavamo in apertura, nel mese di marzo gli amministratori comunicavano «l’acquisizione della parte del castello di proprietà degli eredi Tozzi». Il progetto, sarebbe poi concretizzato con «una fase di accurata ristrutturazione -aggiungeva il Sindaco Pietro Mira- Poco alla volta ce la stiamo facendo. L’impegno di tutti è far diventare Ruvo del Monte la perla del Vulture». Nel dettaglio si tratta di «una acquisizione di parte del castello che non solo mira a «conservare e tutelare il patrimonio storico della comunità di Ruvo, ma apre anche a nuove prospettive per il futuro».

Ruvo del Monte, ai confini con la Campania, è stato in passato uno snodo fondamentale che collegava la regione limitrofa con l’entroterra della Basilicata. Per questo ha visto il passaggio di numerose civiltà che si sono susseguite nel corso del tempo. Probabilmente l’abitato fu fondato dai Sanniti col nome di Rufrae, anche se il primo documento che cita il paese con il nome di Ruvo risale al 1045. Fu una potente roccaforte longobarda della contea di Conza e, dopo la dominazione Sveva, appartenne alla famiglia Armaterra. Il centro fu distrutto durante la repressione ghibellina del 1268 e ricostruito nel XIV secolo dalla famiglia De Balzo. Successivamente fu governato da varie famiglie. Di grande interesse architettonico è proprio il Castello, oggi oggetto d’interesse delle cronache, risalente al XVI secolo: l’edificio è affiancato da una torre di epoca angioina che conserva ancora le originali merlature. Presso il Castello è situata la “Fontana Vecchia”, la più antica del paese con due abbeveratoi.

Ai sensi della legge 1 giugno 1939, l’immobile “Torre e Castello Angioino” veniva dichiarato dal Ministero per i Beni Culturali ed Ambientali, con Decreto del 14 ottobre 1985, di interesse particolarmente importante perché rappresenta «un significativo esempio di complesso residenziale fortificato risalente al XVI secolo, variamente articolato in coerenza con la morfologia del luogo caratterizzato dai resti del fossato e da un doppio accesso archivoltato. Il castello dominante l’abitato, di cui ne costituisce il nucleo più antico, ingloba un preesistente torrione circolare di epoca Angioina con coronamento a mensole multiple che costituisce l’emergenza architettonica ed ambientale di riferimento dell’intero centro abitato».

Ma la vicenda che lega il complesso monumentale al Comune di Ruvo è lunga e complessa, già il precedente Sindaco si era dato da fare contattando anche la famiglia Tozzi, risiedente in America. Prima il diniego, poi il consenso, poi il disaccordo tra i membri, insomma, non si arrivò mai davvero ad una conclusione della questione. Il monumento dunque rappresenta l’intero territorio, e il cantieramento dei lavori in questi giorni, rende concreto il lungo lavoro burocratico degli amministratori verso il recupero e la fruibilità di questo pezzo di Storia.

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