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«A PAGARE SARANNO ANCORA I LUCANI»

Sulla nomina di Bardi a commissario ad acta, commenti duri da Cgil e opposizione. Il segretario Spi Cgil Summa: «Gravi danni a causa della sciatteria amministrativa»

«Ancora una volta si prova a dissimulare la reale condizione della sanità in Basilicata derubricando la circostanza che il presidente Bardi assuma la veste di commissario ad acta della sanità lucana ad un mero adempimento di legge. E in effetti la nomina è conseguenza di una previsione normativa legata al verificarsi di una condizione molto chiara: l’esistenza di uno squilibrio economico finanziario della spesa sanitaria a fronte del quale non sono stati adottati in corso di esercizio i necessari provvedimenti di copertura, ovvero i medesimi non sono risultati sufficienti» afferma Giuliana Scarano segretaria generale della FpCgil Potenza. «In poche parole è una conseguenza dell’inerzia rispetto ad un protratto disavanzo gestionale.- continua – Ora il presidente Bardi, nella sua veste di commissario, dovrà adottare i necessari provvedimenti a copertura del disavanzo, pena lo scivolamento della sanità lucana, per la prima volta nella sua storia, in un piano di rientro». «Basta nascondersi dietro un dito, la campagna elettorale è finita: si diano risposte ai lucani e agli operatori della sanità che rischiano di essere stretti nella morsa di maggiori tassazioni e misure di con- tenimento della spesa sanitaria che pagheremo tutti sulla nostra pelle» conclude Scarano. Anche Angelo Summa segretario generale dello Spi Cgil Basilicata, ha commentato la nomina da parte del ministero del presidente della Regione Bardi a “commissario ad acta” della sanità lucana: «Dopo anni e mesi in cui abbiamo denunciato il fallimento di questo governo sulla sanità e sul rischio commissariamento, i dati del ministero hanno certificato con chiarezza il buco nel bilancio della sanità lucana. E non saranno certamente gli interventi ingegnosi del direttore Mancini, che con lucidità innovativa pensa di utilizzare le risorse del fondi europei per ripianare il buco della sanità, a restituire ai lucani il diritto ad essere curati. Su questo e sulle regole che stanno alla base dell’utilizzo delle risorse pubbliche confidiamo nell’attenzione pronta e scrupolosa e dell’attivismo del- la Corte dei conti». «La sciatteria amministrava e programmatica hanno prodotto danni enormi al nostro sistema socio sanitario. È evidente – conclude – che tale condizione è stata determinata principalmente dalla mancata offerta sanitaria regionale e soprattutto dall’abnorme mobilità passiva che ha raggiunto ormai un livello di allarme rosso raggiungendo i 130 milioni di euro. Ormai siamo diventati la cenerentola italiana ai tavoli nazionali, altro che buon governo. Ci vuole una grande faccia tosta a negare l’evidenza della realtà»

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