MALTRATTAVANO LE COMPAGNE: ARRESTATI ITALIANO E RUMENO
I carabinieri hanno posto fine a violenze e minacce ai danni di una 37enne della Val d’Agri e una 39enne della Romania
Due storie di soprusi tenuti nascosti tra le mura domestiche. Due donne vessate dai propri compagni che, invece di accudirle e proteggerle, le hanno maltrattate. Si incrociano nello spazio di un solo weekend sulla linea telefonica di emergenza dei Carabinieri le storie di queste due donne, una 37enne italiana della Val D’Agri ed una cittadina rumena di 39 anni residente nella Valle del Bradano. Nel primo caso è stata proprio la vittima a chiedere aiuto sul NUE 112, nel secondo un parente che aveva sentito la donna un po’ “strana” al telefono e, in sottofondo, una voce maschile che urlava. Rapido l’intervento dei Carabinieri della compagnie di Viggiano ed Acerenza che, giunti sul posto, non hanno potuto che constatare i segni lasciati sui corpi e nell’anima delle due donne affidandole poi alle cure dei sanitari del 118 che ne accertavano lo stato di salute verificandone le lesioni patite. Come troppo spesso accade, l’iniziale reticenza delle vittime, forse dovuta al pudore, si è sciolta dinanzi agli investigatori dell’Arma che hanno potuto così ricostruire le traversie vissute dalle due donne facendo scattare le misure previste dal protocollo “Codice Rosso” traendo in arresto, dopo le formalità di rito, i due uomini. Il cittadino italiano veniva associato presso la casa circondariale di Potenza ed il cittadino rumeno ai domiciliari, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria potentina. Ambedue le udienze di convalida, celebrate dinanzi al GIP del Tribunale di Potenza, ratificavano gli arresti operati dai Carabinieri disponendo per entrambi la misura cautelare degli arresti domiciliari, con la precisazione che, nei confronti dei due indagati, vige la presunzione di innocenza sino a sentenza definitiva di condanna. Due storie differenti e tra di loro geograficamente lontane ma con un comune denominatore: il ricorso al Numero Unico di emergenza 112 per porre fine alle brutalità fino a quel momento subite e tornare libere.