IL CASO, L’EDITORIA IN CRISI E L’INVIDIA DI CHI ARRANCA
Giancristiano e dintorni di Massimo Dellapenna
Dopo il decano Nino Grasso, continuano le attenzioni di certa stampa coi numeri in declino che, o per invidia o per mancanza di notizie, da qualche tempo a questa parte non ha trovato modo migliore di riempire le proprie colonne che analizzando la qualità dei nostri articoli. Quante attenzioni, quanta importanza ci viene riconosciuta: grazie per la pubblicità! Anche ieri, infatti, come un sol uomo sono insorti a difesa dell’escluso ex Sindaco di Brienza, il “giornalista di strada” Laguardia, quello che ha sostenuto, aprendone finanche i comizi, Chiorazzo alle recenti regionali, con la speranza (poi mancata) di essere candidato sindaco e l’autorevole penna di Leo Amato, che spesso strizza l’occhio ai 5 stelle e attacca anch’egli i colleghi nella speranza di riacquistare una centralità ormai perduta. Applaudiamo con letizia alla lodevole iniziativa di solidarietà e ci stringiamo in un abbraccio al sindaco che, secondo gli autorevoli giornalisti, sarebbe stato oggetto di dileggio a causa della sua dichiarazione di «Brienza città antifascista». Abbiamo difficoltà ad immaginare i giudici del Tar con il fez in testa e la cimice al bavaro della giacca. Noi ci siamo limitati a riportare i fatti, le motivazioni e a raccontare delle spillette con cui sono stati legati alla rinfusa i fogli delle candidature e delle sottoscrizioni.
NESSUNO AL DI SOPRA DELLA LEGGE
Onestamente abbiamo difficoltà ad immaginare un complotto dell’’Ovra per impedire a Giancristiano di ricandidarsi. Molto più semplicemente la Legge è Legge. Se qualcuno credeva che aver dichiarato il proprio comune come antifascista lo mettesse al di sopra della Legge, ha avuto bisogno del Tar per diversi ricredere. Noi speriamo che il Consiglio di Stato ribalti la decisione del Tar perché crediamo nel diritto degli uscenti di sottoporsi al giudizio degli elettori. Qualora così dovesse essere scomparirebbe l’illegittimità amministrativa dell’atto ma resterebbe la confusionaria e poco rispettosa modalità di presentazione delle liste.
NESSUN COMPLOTTO
Tra le righe dell’articolo di Leo Amato sul Quotidiano leggiamo un po’ di complottismo, a cui siamo abituati e che hanno fatto perdere completamente la credibilità al suo giornale, tant’è che ormai i numeri in edicola sono ai minimi storici, per non dire nulli. Quasi che noi avessimo inventato la notizia della ricusazione della lista del sindaco di Brienza per ripicca personale. Non è la prima volta che veniamo accusati di usare la penna per motivi reconditi. Non se ne abbia a male Amato, noi abbiamo riportato la notizia perché è nostro dovere riportare la notizia. Non abbiamo controllato su tutte le testate ma non vogliamo credere che qualcun altro non abbia riportato la notizia per un malinteso senso di solidarietà.
LA LIBERTÀ PRIMA DI TUTTO
Ogni tanto direttamente o indirettamente veniamo ripresi per aver scritto a favore o contro qualcuno. Noi non abbiamo né amici né nemici, non abbiamo interessi da tutelare né una visibilità da cercare, abbiamo scelto lo pseudonimo proprio per questo. Tra l’altro laddove fosse, che male ci sarebbe? Non è vero che ogni testata ha una propria linea editoriale? Non è vero che per esempio La Nuova, piuttosto che Laguardia ed altri più volte hanno seguito delle linee editoriali nemmeno in maniera celata, anzi col chiaro scopo di indirizzare l’opinione pubblica. ed infatti poi abbiamo visto candidati uomini e donne in stretta relazione del- l’editore. Ci sta, qualcuno diceva: È la stampa, bellezza! E tu non puoi farci niente! Niente! Se avessimo preso l’abitudine di segnare su un foglio tutte le volte che ci hanno criticato o elogiato, troveremmo che le stesse persone che ci hanno elevato lodi quando abbiamo parlato bene di loro, hanno poi sbuffato quando abbiamo mosso critiche loro. Abbiamo già avuto modo di spiegarlo in un altro intervento, abbiamo deciso di servire i fatti e non omaggiare o umiliare gli autori, consapevoli che ciascun protagonista farà cose belle e cose sbagliate e che non esistono né eroi infallibili né demoni che sbagliano sempre. Evidentemente non tutti fanno così ma molti preferiscono soluzioni pre confezionate e determinate da amicizie ed inimicizie. Forse è per questo che un anonimo dilettante della penna, non professionista della carta stampata ma mediocre scrivano per gioco è riuscito a prendersi uno spazio nel dibattito politico e informativo lucano. Non meritiamo l’attenzione delle più illustri firme della nostra regione. Scriviamo per passatempo. Valiamo poco se ci misuriamo, molto di più se ci confrontiamo all’altrui misura.
Di Massimo Dellapenna