L’INFLAZIONE SI STA SGONFIANDO: POTENZA TRA LE 25 PROVINCE ITALIANE MENO CARE
Rispetto al 2023, per la Basilicata rialzo dei prezzi dello 0,5%: nel 2023 sull’anno precedente l’aumento fu del 5,7%
Gli aumenti vertiginosi dei prezzi dal 2021 ad oggi sono costati alle famiglie circa 4mila euro in più di spesa all’anno, ma ormai il peggio sembra essere alle nostre spalle. Così conclude l’ufficio studi della dell’associazione Artigiani e piccole imprese Cgia di Mestre che ha analizzato l’andamento dell’inflazione nelle province italiane, aumentata dello 0,8% rispetto ad aprile dello scorso anno. Una crescita molto inferiore a quella del 2023, quando era stata dell’8,2% rispetto ad aprile 2022. Secondo le stime, l’Italia dovrebbe chiudere l’anno con uno dei dati più bassi in Europa. In questo contesto, la Basilicata, l’Istituto nazionale di statistica rileva il dato su Potenza, al di sotto della media nazionale. A Potenza, al 53esimo posto in Italia in una classifica di 78 province che vede gli aumenti più rilevanti a Siena, Brindisi e Venezia, quelli minori a Campobasso, Imperia e Aosta, i prezzi sono aumentati dello 0,5% rispetto all’aprile 2023, quando invece l’aumento del 2023 sul 2022 era risultato, tra l’altro il più basso d’Italia, pari al 5,7%. Anche se la percezione dei consumatori è che i prezzi continuino a crescere, come sottolineato dalla Cgia di Mestre, la situazione è un’altra: quelli di energia elettrica e gas, ad esempio, sono scesi rispettivamente del 29,2% del 21,6% rendendo così le bollette più leggere. A diminuire molto anche i biglietti aerei, mentre le voci che hanno subito rincari più significativi ci sono i pacchetti vacanza, +17% e l’olio d’oliva, aumentato addirittura del 44%. Infine, il confronto storico. Analizzando la serie storica dell’inflazione in Italia tra il 1948 e il 2023, riscontrato che tra il 1956 e il 1972, gli anni del cosiddetto “boom economico”, l’inflazione è stata mediamente del 4 per cento. Con lo scoppio della crisi energetica e a seguito degli effetti riconducibili all’accordo interconfederale sul punto unico di contingenza, tra il 1973 e il 1984 il caro vita medio è stato del 16 per cento, mentre tra il 1998 e il 2002, «periodo che “battezza” la nascita della Bce e dell’Euro» è crollato all’1,5 per cento. Solo tra il 2022 e il 2023, periodo post-Covid, l’impennata dei prezzi dei prodotti energetici e delle materie prime hanno re-infiammato l’inflazione che è tornata a salire a un tasso medio del 7 per cento. Un valore, quest’ultimo, comunque di 11 punti inferiore alla media che avevamo nella seconda metà degli anni ’70 del secolo scorso.