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NON FU PORTATO IN OSPEDALE, 40ENNE MUORE DOPO SOLO UNA SETTIMANA

Maschito, a cronache la testimonianza della compagna

«Morire a 40 anni perchè chi ti visita ha sottovalutato il malore non è giusto». È con queste parole che Incoronata di Maschito racconta la sua storia a Cronache. È una notte di metà aprile quando il suo compagno Vincenzo si sente male, accusa dolori al braccio, mal di stomaco, dispnea fino a quando non si accascia a terra e perde conoscenza. Immediata la chiamata al 118. La Centrale operativa cerca di capire cosa sia successo attraverso un’intervista telefonica, mandano un’ambulanza ma è senza medico a bordo. È necessario chiamare la guardia medica: «Era necessario che lo visitasse un dottore. Avrei dovuto chiamare la guardia medica ma io non avevo il numero e allora hanno provveduto a contattarlo direttamente loro. Arrivati i sanitari del 118 con il dottore, lo hanno visitato. Nel frattempo il mio compagno era rinvenuto ma accusava ancora dolori. Secondo loro era una gastroenterite che si sarebbe risolta in qualche giorno. Con questa diagnosi non hanno voluto condurlo in ospedale nonostante le mie insistenze» racconta Incoronata. Qualche ora più tardi Vincenzo si sente nuovamente male. Chiamata di nuovo l’ambulanza la diagnosi è sempre la stessa, anche perchè il referto della notte prima parlava chiaro. «Devi dare tempo al corpo di riprendersi, hanno detto i sanitari. – continua Incoronata – Anche questa volta nonostante le insistenze, non è stato condotto in ospedale. I sintomi secondo me erano chiaramente riconducibili ad un infarto, ma io non sono un medico e mi sono fidata e anche Vincenzo ha pensato ad un malore passeggero. Nei giorni seguenti non stava bene ma non si è preoccupato. Il pomeriggio del 24 aprile Vincenzo si è sentito male ed è morto, circa una settimana dopo il primo malore. Arrivata l’eliambulanza, non c’era più nulla da fare». Da allora per Incoronata non c’è pace: «Io credo che se fosse stato condotto in ospedale, Vincenzo sarebbe ancora qui con me. Sono stati sottovalutati i sintomi e nonostante io abbia insistito non sono stati effettuati tutti gli accertamenti necessari». Una storia triste che Incoronata ha deciso di raccontare per “avvisare” chiunque si trovi nella stessa situazione: «Andate direttamente in ospedale se vi è possibile. Se si agisce tempestivamente, ci si può salvare. Non aspettate che sia l’ambulanza a farlo perchè non sempre accade». Le carenze del personale medico per un servizio così importante come il 118 è una criticità che andrebbe affrontata e anche risolta. Gli appelli ad una vera svolta arrivano da più parti con la speranza che finalmente qualcosa si muova per non dover leggere più storie come quelle di Incoronata e Vincenzo, giovane vita spezzata.

Rosamaria Mollica

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