FLUSSO RIMESSE, BASILICATA IN CONTROTENDENZA
Risparmi dei lavoratori stranieri inviati all’estero: per tutte le maggiori regioni italiane crescita sostanzialmente nulla. Dai quasi 35 milioni del 2022 agli oltre 36 milioni di euro nel 2023: più 4,1%
Ammontano a 8,178 miliardi i risparmi, tecnicamente le rimesse, inviati dai lavoratori stranieri residenti in Italia ai loro Paesi di origine nel 2023. Con il termine «rimessa» si indica la parte di reddito risparmiata da un lavoratore straniero e inviata al suo nucleo familiare nel paese di origine. Come spiegato dalla Banca d’Italia, i dati sulle rimesse dei lavoratori stranieri riportano i trasferimenti di denaro all’estero regolati tramite istituti di pagamento o altri intermediari autorizzati senza transitare su conti di pagamento intesta- ti all’ordinante o al beneficiario, regolamento in denaro contante. Dal 2022 al 2023, a livello nazionale, c’è stato un calo dello 0,4%. Contrazione marginale a fronte del calo del 2,4% registrato nel quarto trimestre dell’anno scorso rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. In controtendenza, la Basilicata dove i trasferimenti all’estero da parte dei lavoratori stranieri sono, invece, aumentati. In valori assoluti, nel 2022 dalla Basilicata rimesse per 34 milioni e 900 mila euro: nel 2023, invece, trasferimenti per 36 milioni e 300 mila euro. La quota della Basilicata sul totale nazionale è pari allo 0,4%, ma la variazione relativa regionale è risultata nel 2023 la seconda più alta d’Italia: 4,1%. Al primo posto, il Molise che ha fatto registrare una variazione percentuale positiva del 5,8%. Come precisato dalla Banca d’Italia a cui è affidata la compilazione della bilancia dei pagamenti nazionale e che raccoglie i dati ufficiali sulle rimesse, sia in entrata che in uscita, tutte le «maggiori regioni italiane», a eccezione della Toscana, hanno registrato una crescita sostanzialmente nulla o negativa delle rimesse verso l’estero rispetto al 2022. Quasi la metà delle rimesse è provenuta dalle tre regioni più importanti in termini di flussi: Lombardia (22,6 per cento), Lazio (14,8 per cento) ed Emilia Romagna (10,4 per cento). Le maggiori variazioni positive si sono registrate nelle province di Milano e Napoli verso Sri-Lanka e Georgia, mentre quelle più negative nelle province di Napoli e Roma verso il Bangladesh.