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COME SI COMPORTA LA P.A. LUCANA

Formazione, lavoro agile, digitalizzazione e rappresentanza di genere negli organi di vertice. Istituzioni pubbliche, irisultati preliminari dell’indagine Istat: il focus sulla Basilicata

A sei mesi dalla conclusione della rilevazione, l’Istituto nazionale di statistica (Istat) ha diffuso i primi risultati preliminari della quarta edizione della rilevazione multiscopo del Censimento permanente delle Istituzioni Pubbliche. La Rilevazione censuaria si è svolta dal 27 giugno al 10 novembre 2023 ed è stata caratterizzata da importanti novità sul piano dei contenuti informativi. I dati della rilevazione censuaria tracciano il quadro dei comportamenti delle istituzioni pubbliche nell’organizzare e favorire attività di formazione e valorizzazione del capitale umano. Cinque gli ambiti di interesse: formazione, lavoro agile, digitalizzazione e sicurezza informatica, vertice istituzionale e Piano nazionale di ripresa e resilienza Pnrr. La data di riferimento, dicembre 2022.

FORMAZIONE

Per la Basilicata, 194 le Istituzioni rispondenti. Di queste, solo 59 quelle che hanno organizzato-finanziato attività di formazione, ovvero il 30,4% del totale: la penultima percentuale più bassa d’Italia, solo la Calabria peggio (23,4%). In Basilicata, tuttavia, coinvolti nelle attività di formazione 10 mila e 825 dipendenti, pari all’85% del totale. Delle 59, soltanto 24 Istituzioni lucane hanno condotto analisi dei fabbisogni formativi. Tra le percentuali più bassa d’Italia, anche quella lucana sulle Istituzioni che hanno adottato un piano formativo: 27 (il 13,9% del totale). Delle 194 Istituzioni rispondenti in Basilicata, 44 quelle che, nel 2022, hanno adottato misure per incentivare e favorire l’accesso a percorsi di istruzione e qualificazione del personale laureato e non laureato per tipo di misure e per regione e ripartizione territoriale: 150 quelle che non lo hanno fatto. In Italia, nel 2022 le amministrazioni che hanno organizzato o finanziato attività di formazione superano di poco la metà del totale (53,5%) ma rappresentano oltre il 93% dell’occupazione dipendente

LAVORO AGILE

Nel biennio 2020-2022, si è assistito a un’importante evoluzione nelle modalità di organizzazione del lavoro, con particolare riguardo al lavoro agile e alla sua diffusione nelle diverse realtà istituzionali. Per 194 Istituzioni lucane e 12 mila e 794 dipendenti, 59 (il 30,4% del totale) ha utilizzato lavoro agile per l’82,7% dei dipendenti: 24 le Istituzioni lucane che hanno previsto per il 2022 un tetto massimo di lavoratori in lavoro agile e per lo più (12) lo stesso è stato fissato dall’1 al 20% del personale in organico. Così come 24, le Istituzioni pubbliche lucane che hanno utilizzato modalità specifiche di monitoraggio del lavoro agile. Inoltre 41 Istituzioni lucane hanno fornito computer o altri device al personale in servizio per lavorare da remoto.

DIGITALIZZAZIONE

Dell’insieme di 194 Istituzioni pubbliche lucane rispondenti, 100 hanno dichiarato l’utilizzo di servizi di cloud computing, 51 di applicazioni mobili e 14 di internet of things. Sono risultate 130 (67% del totale), invece, quelle che hanno utilizzato social media: 115 i social network, 12 blog e microblog, 52 siti web e 75 la messaggistica istantanea. Il 33% delle Istituzioni pubbliche lucane non ha utilizzato social media nel 2022. Uso più o meno diffuso, ma poca analisi: solo 7 Istituzioni lucane su 194 hanno analizzato grandi quantità di dati informativi per comprendere le esigenze dell’utenza e offrire nuovi servizi o per altre finalità. Il 96,4%, non lo ha fatto. Le Istituzioni lucane che hanno utilizzato misure di sicurezza informatiche, 186, ma soltanto 4 hanno utilizzato, nel 2022, tutte le misure di sicurezza informatica. L’aspetto della condivisione delle banche dati è una necessità prioritaria e fondamentale per semplificare il flusso informativo e migliorare la qualità della fruizione dei servizi da parte di cittadini e imprese. Sul totale di 194, 47 le Istituzioni lucane che detengono banche date interoperabili (34 quelle già rese tali), e 147 (il 75,8% del totale) non le detengono. Delle 47 citate, 21 aderiscono alla Piattaforma digitale nazionale dati (Pdnd).

VERTICI ISTITUZIONALI E RAPPRESENTANZA DI GENERE

Per l’istat, dall’indagine è emerso che nei percorsi di innovazione della Pubblica Amministrazione in atto nel 2022, la parità di genere nelle posizioni di vertice resta un obiettivo a cui tendere. Per la Basilicata negli anni la “quota rosa” è sensibilmente aumentata, ma resta in netta minoranza. Nel 2017, su un totale di 187 organi di vertice l’11,2% di genere femminile: uomini 166, donne 21. Nel 2020, su un totale di 187 organi di vertice il 16% di genere femminile: uomini 157, donne 30. Nel 2022, su un totale di 187 organi di vertice il 15,5% di genere femminile: uomini 158, donne 29. Dati in linea con la media nazionale. L’analisi della composizione di genere dell’organo di vertice politico delle istituzioni pubbliche ha messo ancora in evidenza una limitata presenza femminile: solo nel 16,3% delle istituzioni le donne occupano una posizione rappresentativa di vertice. Rilevati comunque dei lievi progressi rispetto al 2020 (16,0%) e in maggior misura al 2017 (14,7%). Il Mezzogiorno rileva i livelli più bassi di presenze femminili ai vertici delle istituzioni (10,9%) e il Nord-est quelli più alti (20,9%). L’incidenza più bassa si osserva in Campania (5,8%) e la più elevata in Friuli Venezia Giulia (23,1%). Un progresso significativo si registra nella Provincia Autonoma di Trento (+9 punti percentuali rispetto al 2017), mentre la Sardegna si distingue per la riduzione più consistente (-3 punti percentuali rispetto al 2017) Per quanto riguarda l’ambito di interesse legato al Pnrr, i dati sono stati aggregati soltanto a livello nazionale e non ripartiti geograficamente. In linea generale, l’analisi dei dati relativi alle istituzioni pubbliche e alla loro consapevolezza di accedere alle opportunità offerte dai bandi del Pnrr ha evidenziato un’elevata diffusione delle informazioni nelle diverse forme giuridiche. Dall’indagine censuaria è emerso che oltre il 90% delle 11.941 istituzioni rispondenti era consapevole riguardo alla possibilità di partecipare ai bandi Pnrr per finanziare progetti nell’ambito delle Missioni definite a livello nazionale. Le Regioni, in particolare, hanno evidenziato un alto livello di criticità in quasi tutte le aree, con una marcata incidenza nelle questioni legali (58,8%) e tecniche (52,9%). I Comuni, hanno invece dovuto affrontare difficoltà negli ambiti tecnici e organizzativi, rispettivamente nel 43,0% e nel 41,2%, mentre circa il 20% di essi ha dichiarato di non aver incontrato criticità significative. Diversamente, le Amministrazioni dello Stato e gli organi costituzionali hanno rilevato meno problemi di altre tipologie giuridiche, con solo il 25,0% che ha segnalato criticità negli aspetti organizzativi come principale area di difficoltà.

Ferdinando Moliterni

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