OPPIDO, KARATE E BULLISMO COL MAESTRO NAITO
“Tra pedagogia, psicologia e legalità, quali prospettive?” Il punto in una due giorni con convegno e stage
Oppido Lucano è stata sede della due giorni “Arti marziali e bullismo, tra pedagogia, psicologia e legalità, quali prospettive?”. Per parlare di ciò è giunto il Maestro Takeshi Naito, il più alto esponente in Italia del Kararte 8° Dan J.K.A. W.F. Italia, Univensirà Di Komazawa Shihankai.
«La Japan Karate Association, J.K.A. fondata a Tokyo nel 1948, rappresenta l’essenza stessa del karate shotokan. Attraverso lo studio di quest’arte, la scuola promuove e valorizza l’esperienza culturale, sociale ed educativa del karate-do tradizionale. Oggi la JKA svolge un’attività professionale in più di 160 Paesi nel Mondo. Dall’anno 2021 la J.K.A. ha ricevuto dal Governo Giapponese lo status ufficiale di Koeki Shadan Hojin, ovvero Associazione di pubblico interesse ed è l’unica organizzazione legittimata nell’ambito del Karate-do a rappresentare lo stile Shotokan».
Il Convegno, tenutosi presso il cineteatro di Oppido, ha visto la presenza del Dottor Francesco Tamburrino, Pedagogista esperto Uepe Modena, della Dottoressa Jolanda Panella, Psicologa, dell’Avvocato Luca Forenza del Foro di Potenza, e del Dottor Donato Fabbirizio in qualità di moderatore.
Quello del bullismo, è un problema purtroppo radicato nella società più giovane, soprattutto da quando si è insinuato anche nei social, portando al fenomeno del cyber-bullismo, che seppur attuato in una “realtà” virtuale, ha comunque nefaste conseguenze. Gli effetti benefici delle arti marziali sulla salute psichica e fisica dei bambini sono stati ampiamente dimostrati, esse infatti rappresentano uno strumento di educazione, di socializzazione, di equilibrio e di autoregolazione. Già da piccolissimi i bambini vengono allenati a sviluppare la psicomotricità fine, la forza fisica e la flessibilità. Impareranno a controllare i movimenti e a rispettare gli spazi fisici propri e altrui. Gli effetti positivi della disciplina sono molteplici, le arti marziali insegnano inoltre ai ragazzi come concentrarsi e prestare attenzione, e questo è qualcosa che al giorno d’oggi non è sempre naturale: fretta, eccesso di stimoli, multitasking, tecnologia sono le caratteristiche che vengono imposte dalla vita quotidiana. Questa stimolazione continua e i ritmi serrati sono fonte di stress e spesso si fatica a ritrovare calma e concentrazione. Sebbene poi le arti marziali siano tipicamente svolte individualmente, il lavoro di squadra è ancora una parte vitale della pratica: il compagno di allenamento è la risorsa più preziosa, il gruppo e l’ambiente sono parte integrante dell’allenamento e ne determinano la qualità. L’obiettivo finale delle arti marziali è dunque insegnare abilità pacifiche e non violente per la risoluzione dei conflitti e aiutare a trovare modi per evitare alterchi fisici. Viene insegnato ad avere fiducia in se stessi e nelle proprie capacità, ad usare un tono di voce e una mimica corporea appropriata. A segnalare eventuali atti di bullismo e di violenza subiti, o osservati da minori, durante l’assenza degli adulti.
Il convegno ha fatto seguito ad altri appuntamenti della giornata, con “corsi di arbitro” e stage, presso il Palazzetto dello Sport.