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IL CDX RICORRE A CONCORSI E PROMOZIONI

Potenza, si prova a recuperare con metodi da 1a Repubblica. I ragazzi che volevano cambiare tutti si solo lasciati cambiare in tutto. Cresce l’entusiasmo intorno a Telesca. Tra sondaggi e bagni di folla, ormai ballottaggio sicuro

La rilevazione lanciata tra i nostri lettori su chi avrebbero votato mette al primo posto Vincenzo Telesca e al secondo Francesco Fanelli. Tra gli oltre 80.000 follower della pagina di Cronache Social, circa mille persone (al momento perché il sondaggio è ancora aperto) hanno risposto alla semplice domanda: chi voteresti come sindaco? Il risultato, al momento in cui andiamo in stampa, è che per il 41% dei partecipanti il voto andrà a Telesca, seguono Fanelli con il 28% e Smaldone con il 24%. Sicuramente è indicativa di una tendenza che, da un lato vuole la corsa per la poltrona di sindaco di Potenza tra Telesca e Fanelli, dall’altro vede come quasi sicuro il ballottaggio per la decisione definitiva. Dato importante è che anche Smaldone tiene bene per una competizione che, a differenza di quanto accaduto per le elezioni Regionali, non ha ancora un vincitore certo. Come avevamo detto già in fase di presentazione, a tirare la volata a Francesco Fanelli sono le liste del centrodestra che sono fatte dai partiti che hanno la maggioranza del consenso in Italia e in Basilicata allargata a tutte le forze politiche che hanno composto la coalizione Bardi. Verosimilmente senza le liste di sostegno in una partita “all’americana” Telesca arriverebbe alla fine del primo turno come il più votato. Il cambio tra Fanelli e Guarente non ha fornito al centrodestra una candidatura più autorevole o più carismatica. Telesca tira la coalizione, Fanelli né è trascinato.

L’INAUGURAZIONE DEL COMITATO DI TELESCA

Il clima di entusiasmo che si respira intorno a Vincenzo Telesca è palpabile e ha dato una prova di sé nella grande folla che ha riempito il comitato alla sua inaugurazione. Oltre cinquecento persone da tutta la città a completare l’abbraccio con la cittadinanza che si era già mani- festato nel suo giro nelle contrade con la grande manifestazione di Avigliano Scalo della setti- mana scorsa. Non si respirava da anni un’atmosfera calorosa nei con- fronti di un candidato di centrosinistra in Città. Cinque anni fa le candidature di Bianca Andretta e di Tramutoli sembravano predestinate a svolgere il ruolo di sparring partner del candidato leghista Fanelli con una classe dirigente mobilitata più per onore di firma che per autentico entusiasmo. Oggi la situazione sembra cambiata radicalmente. A Potenza con la vittoria di De Luca iniziò la definitiva distruzione del Partito Regione. Da Potenza può ripartire il centrosinistra dopo la definitiva sconfitta e il definitivo azzeramento della vecchia classe dirigente alle elezioni regionali ultime. Una speranza di rivincita che il centrodestra non deve sottovalutare se vuole giocarsi la partita fino in fondo. Soprattutto nel caso (sempre più probabile per non dire certo) di ballottaggio la vittoria tradizionalmente sorride a chi è in grado di portare più persone al voto. L’entusiasmo della speranza della vittoria del centrodestra combinata alla stanca demotivazione del centrosinistra furono i motori che portarono gli elettori di Guarente a votare in massa e i potenziali elettori di Tramutoli ad assentarsi dal voto, ripetendo così lo schema che già cinque anni prima aveva portato De Luca alla vittoria.

LE LANCETTE DELLA STORIA

Non è un caso se i candidati del centrodestra e i partiti della coalizione insistono spesso nella loro comunicazione sulla necessità di far affermare le nuove classi dirigenti contro il vecchio sistema di potere. Furono le stesse parole d’ordine che le stesse persone lanciarono dieci anni orsono a sostegno di De Luca e cinque anni orsono per far vincere Guarente. La differenza di dieci anni, però, non può essere colmata da fra- si più o meno roboanti e autoconsolatorie. In questi dieci anni il governo della città sono stati direttamente o indirettamente loro. Sono le stesse persone di dieci e cinque anni fa soltanto più invecchiati negli anni e più logorati dalla gestione dell’amministrazione. Sotto gli slogan non può nascondersi la polvere come sotto i tappeti. E, pur comprendendo le ragioni della propaganda, riusciamo a trovare difficile la possibilità di un maquillage capace di cancellare l’inesorabile trascorrere del tempo.

TRA CONCORSI E PROGRESSIONI

Per citare un simbolismo molto caro agli ambienti della destra più radicale l’anello del Potere trasforma, quando viene posseduto da chi non è in grado di gestirlo produce la trasformazione di un ingenuo hobbit in Gollum. Come insegna Tolkjien, infatti, soltanto un hobbit dal cuore puro può essere il portatore dell’anello senza lasciarsene né se- durre né corrompere. Evidentemente nella coalizione e nella squadra di governo della città non c’è nessuno con la temperie umana di Frodo e Sam. E, così, l’anello del potere ha trasformato quei giovani che volevano modificare la città in assuefatti gestori del potere nella stessa modalità dei propri predecessori. Nei giorni scorsi avevamo dato notizia dell’avviso per le progressioni verticali che era stato emanato in piena campagna elettorale. I nostri nuovi cittadini servitori dell’anello si sono superati, proprio ieri hanno deciso di approvare un bando di concorso per l’assunzione a tempo pieno e indeterminato di tre dirigenti tecnici, con riserva di un posto a favore del personale dipendente del Comune di Potenza. Concorsi per assunzioni e promozioni in piena campagna elettorale sono uno schiaffo a tutte le dichiarazioni di cambiamento che sono state tenute in piedi in questi anni da quei giovani che volevano cambiare il sistema ma hanno preferito che fosse il sistema a cambiarli. Strumenti da Prima Repubblica nella peggiore accezione del termine, attività da basso impero e da crollo degli dei che avremmo voluto non vedere mai più e che, invece, siamo costretti a raccontare, commentare e censurare. Ammoniva Nietzsche che “chi lotta con i mostri deve guardarsi di non diventare, così facendo, un mostro. E se tu scruterai a lungo in un abisso, anche l’abisso scruterà dentro di te”, evidentemente nessuno di quelli che erano i giovani del cambiamento si è strutturato per evitare di diventare come il mostro che cinque e dieci anni fa dichiaravano di voler combattere. Dispiace molto a vedere questo declino e questo disordine morale.

Di Massimo Dellapenna

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