BIMBI, GIOVANI E ANZIANI: BASILICATA INDIETRO
Indici generazionali della “qualità della vita”, al nord le province migliori: Sondrio, Gorizia e Trento. Speranza Pnrr, per il resto sia il Potentino che il Materano da seconda metà della classifica
La geografia del benessere di bambini: Potenza al 65° posto (363,2 punti), e Matera ancora peggio all’87esima posizione (313,2 punti). Al Festival dell’Economia di Trento sono stati presentati i dati degli Indici generazionali della Qualità della vita del Sole 24 Ore: Sondrio per i bambini, Gorizia per i giovani e Trento per gli anziani. Sono queste tre province italiane a garantire una migliore qualità della vita alle rispettive fasce d’età. Le classifiche, ciascuna delle quali si basa su 12 indicatori da fonti certificate quali, per esempio, Istat, ministero dell’Interno e Infocamere, misurano le “risposte” dei territori alle esigenze specifiche dei tre target generazionali più fragili e insieme strategici, i servizi a loro rivolti e le loro condizioni di vita e di salute. Così come la Basilicata non è una regione per bambini, non lo è neanche per i giovani: Matera al 69esimo posto (236 punti), e Potenza all’83esimo posto (404 punti). Anziani, la situazione non cambia: Matera al 67° posto (400 punti) e Potenza al 72° (385 punti). L’indice della Qualità della vita dei bambini premia Sondrio, complici posizionamenti alti negli indicatori che fotografano la competenza numerica e alfabetica non adeguata – che a Sondrio è ridotta – e nell’indice Sport e Bambini. Sul podio anche Ravenna e Trieste, tallonate da Gorizia. A garantire maggiore benessere ai giovani, invece, è proprio Gorizia, che è appena sotto il podio anche nella qualità della vita dei bambini, seguita da Ravenna, vincitrice nel 2023, e Forlì Cesena. Anziani, prevalenza indiscussa di tre regioni: Trentino Alto Adige, Lombardia e Veneto. Tra le prime 10 classificate, infatti, ci sono tre province lombarde (Como, al 2° posto, Cremona , al 3° posto, e Lodi) e quattro venete ( Treviso, Vicenza, Padova e Verona) oltre alla già citata Trento e a Bolzano Gli indici generazionali restituiscono dinamiche consolidate nella “distribuzione” territoriale del benessere. Quasi sempre, le province del Sud si trovano in coda alla classifica. Non mancano, però, exploit come quello di Vibo Valentia, prima per imprenditoria giovanile (Indice dei giovani); Siracusa, Catania e Crotone, sul podio nell’indicatore dell’età media al parto (Indice dei giovani); Catanzaro e Pescara, terza e quarta per nu- mero di geriatri ogni 10mila residenti over 65 (Indice de- gli anziani). Le grandi aree metropolita- ne sono particolarmente negative quando si parla di benessere dei giovani: ad eccezione di Bologna (14° posto) e Firenze (33ª), le grandi città italiane si posizionano tutte da metà classifica circa in poi: Bari, Napoli, Palermo e Roma (98ª) registrano i punteggi peggiori. Dalla serie storica emergono, inoltre, tendenze che raccontano il Paese che, numeri alla mano, sembra sempre meno in grado di prendersi cura dei residenti più piccoli: il numero dei pediatri è in calo, con i professionisti attivi che sono scesi da 17.257 nel 2023 a 16.806 nel 2024, toccando una quota inferiore anche a quella del 2022; so- no sostanzialmente stabili nel 2023 sia la competenza numerica (+1,5% sul 2022) sia alfabetica (+0,2%) non adeguata; in aumento i delitti a danno di minori, con un +0,8% delle denunce nel 2022 sul 2021. I giovani appaiono come una generazione che, pur a fronte di un miglioramento delle condizioni, rimane bloccata e con scarsa iniziativa: da un lato cala la disoccupazione giovanile (-6,9 nel 2023) e diminuiscono anche i canoni d’affitto in rapporto al reddito (-12,2% nel 2024), dall’altro gli under 35 si sposano sempre meno (-3,1% nel 2023); le imprese con titolari sotto i 35 anni nel 2024 sono diminuite del 3,2% rispetto all’anno scorso. Calano anche gli esercizi commerciali legati al divertimento: bar e discoteche (- 2,9%). Mentre continua a crescere l’età media delle donne al parto: 32,5 anni nel 2023. Infine, gli anziani: aumenta il consumo dei farmaci anti depressivi (+2,8%), in salita i geriatri (+1,5); diminuiscono gli infermieri, calati di circa 10mila unità in un anno (- 2,3% oggi rispetto al 2023).