SPOSTAMENTI, PER I LUCANI LOMBARDIA 1° META
Migrazioni interne, dal 2014 sono 550mila i residenti persi dal sud nei confronti del centro-nord. Assorbe il 24% delle partenze dalla Basilicata, a seguire ci sono l’Emilia Romagna e il Lazio
Nel biennio 2022-23 sono state particolarmente in- tense le immigrazioni dei cittadini stranieri: complessivamente 697mila. Flussi in aumento, ma meno consistenti, per gli espatri (207mila in due anni, con una variazione media del 10% sul 2021). La mobilità interna è in lieve crescita: in media annua circa un milione 458mila trasferimenti nel biennio, +2,4% rispetto al 2021. Il Nord si conferma l’area del Paese più attrattiva, sia in riferimento ai movimenti con l’estero (+5,2 per mille), sia alla dinamica migratoria interna (+2,1 per mille): un emigrato italiano su tre ha un’età compresa tra i 25 e i 34 anni: in totale sono 35mila nel 2022, di cui poco meno di 18mila in possesso almeno di una laurea. A livello generale, è questa la “fotografia” scattata dall’Istituto nazionale di statistica Istat sulle migrazioni interne e internazionali della popolazione residente. Sono 550mila i residenti persi dal Mezzogiorno nel decennio 2014- 2023 nei confronti del Centro Nord. Dalla Basilicata, la destinazione più ricorrente è la Lombardia (24%), seguita dall’Emilia Romagna (21,8%), dal Lazio (17,3%), altre regioni del Nord (15,5%), Toscana (9,4%), Veneto (7%) e altre regioni del Centro (5%). Il Nord-Est continua a essere l’area del Paese più attrattiva, con un tasso migratorio medio annuo per gli anni 2022-2023 pari al +2,4 per mille. All’interno di tale area geografica spicca l’Emilia-Romagna che consegue un tasso migratorio interno netto del +3,6 per mille. Si registra il tasso migratorio interno medio annuo inferiore (+1,8 per mille) nel Nord-ovest, dove gioca un ruolo determinante l’attrattività esercitata dalla Lombardia (+2 per mille). Positivo, ma di livello inferiore, il tasso migratorio del Centro (+0,6 per mille), mentre riportano segno negativo i tassi migratori di Sud e Isole (rispettivamente, -3,5 e -2,7 per mille nel biennio 2022-23). Nel Mezzogiorno pesa, in particolare, la presenza di un numero di cancellazioni non riequilibrato da altrettante iscrizioni in Basilicata (-5,7 per mille), Calabria (- 5,3 per mille), Molise (-4,4 per mille) e Campania (-4 per mille). Nel biennio 2022-23 si sono registrati complessivamente 253mila trasferimenti di residenza da un Comune meridionale verso uno centro-settentrionale (con una media annua pari a 127mila movimenti, +13,3% rispetto al 2021). I movimenti sulla traiettoria opposta nel 2022-23 sono stati in totale 124mila, e confermano una perdita di popolazione del Mezzogiorno a vantaggio del Centronord pari a circa 129mila residenti. Complessivamente, nel corso del biennio osservato, tre partenze dal Mezzogiorno su 10 si dirigono in Lombardia, la meta di destinazione preferita tra i residenti di molte regioni meridionali. In valore assoluto, la Campania è la regione da cui si parte di più (28,8% delle cancellazioni dal Mezzogiorno), seguita da Sicilia (24,1%) e Puglia (18%). In termini relativi, rispetto alla popola- zione residente, il tasso di emigratorietà più elevato si ha in Calabria (quasi nove residenti per mille emigrano verso le regioni centro-settentrionali). Tassi sopra il sette per mille si registrano per Basilicata e Molise. A livello provinciale, Crotone ha il tasso di emigratorietà più elevato con 11,5 residenti su mille che si spostano al Centro-nord. Viceversa, la provincia centro-settentrionale più attrattiva per chi arriva dal Mezzogiorno è l’area metropolitana di Bologna (6,7 per mille).