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SI RIBALTA CON IL CAMION CHE TRASPORTAVA INERTI: MUORE 53ENNE DI GINESTRA

La vittima, Alfio Musto ha perso il controllo tra San Fele e Ruvo del Monte. Costanza (Ugl): «Una mattanza»

I Vigili del fuoco del Comando di Potenza, con il personale in ser- vizio presso la sede di- staccata di Pescopagano, ieri pomeriggio sono intervenuti sulla SP 21 nei pressi della cava Costantinopoli, nel comune di San Fele in una stradina parallela al confine con Ruvo del Monte, per un incidente stradale. L’autocarro trasportava materiale inerte. L’autista, Alfio Musto, 53 anni di Ginestra ha perso il controllo del veicolo, per cause in corso di accertamento, e si è ribaltato, fermandosi contro un albero rimanendo incastrato nella cabina. I Vigili del Fuoco, giunti sul posto con un’autopompa e un fuoristrada, hanno messo in sicurezza il veicolo per evitare l’insorgere di incendi. Per poter recuperare il corpo senza vita del conducente oltre a cesoie e divaricatori, sarà necessario l’utilizzo dell’autogrù. La strada è stata chiusa al traffico. Sul posto sono intervenuti anche i Carabinieri che sono al lavoro per stabilire la dinamica dell’incidente, e il 118 con elisoccorso. Non si fa attendere il commento del sindacato. Il Segretario Regionale Ur Basilicata, Florence Costanzo afferma: «Non abbiamo il tempo di celebrare un funerale che, ciclicamente ne apprendiamo di un’altro». «Ancora quante espressioni di solidarietà dobbiamo esternare alle famiglie delle vittime e dei feriti? Basta! – tuona for- te la sindacalista Ugl – crediamo che sia insopportabile continuare a vedere allungarsi la lista di persone che hanno perso la vita sul lavoro. Ed ecco l’ennesimo incidente mortale sul lavoro a Ruvo del Monte: un camion è uscito fuori strada all’ingresso di una cava, il conducente è rimasto schiacciato. Sul posto presenti i soccorritori per registrare la vittima e accertare le cause». «Una mattanza, una strage silenziosa quotidiana che la Regione Basilicata sta registrando: un elenco di vite spezzate sul lavoro, come fossimo in guerra perenne. Cos’è che non funziona? Quale sia l’esito delle inchieste, non verranno riportati in vita tutti gli operai che la mattina vanno a lavoro e a casa torneranno in una bara. I tagli lineari agli investimenti sulla sicurezza dei lavoratori, la piaga dilagante del lavoro sommerso – conclude Costanzo: allora diciamo ancora una volta basta!».

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